Lettera aperta di Paolo Canducci a Flavia Mandrelli

Lettera aperta di Paolo Canducci a Flavia Mandrelli
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San Benedetto del Tronto, 2021-07-07 – Riceviamo da Paolo Canducci e pubblichiamo

“Buongiorno, di seguito un mio contributo alla discussione aperta dalla Mandrelli.

 

Flavia Mandrelli

Cara Flavia ho letto con molto interesse la tua nota/intervista e ti ringrazio perché ancora una volta ti prodighi nel tentativo di dare un prezioso contributo alla città e al centrosinistra. Consentimi qualche breve considerazione.

Tra le tante responsabilità dell’attuale amministrazione la più grave, a mio parere, è l’aver scientemente anestetizzato tutto, in primis la città.

Dal 2016 ad oggi, non solo non si è favorito in città il confronto sulle questioni più rilevanti, ma si è provveduto alla banalizzazione, alla esaltazione del  provincialismo e alla chiusura di tutto ciò che invece andava nella direzione opposta (hanno chiuso tutto, manifestazioni come maremoto festival, la sala prove alla ex casa colonica, le ludoteche, i centri di prossimità nel sociale).

La città è un corpo vivente, ma per far vivere questo corpo c’è bisogno che lo si alimenti e gli attuali amministratori hanno vissuto con l’incubo di vedersi sfuggire di mano il “giocattolo” conquistato ed hanno pensato che la cosa migliore da fare fosse quella di chiudersi a riccio, attaccare tutto e tutti coloro che la pensano diversamente, hanno denunciato gli oppositori, hanno riorganizzato la macchina comunale spostando i “presunti nemici”, insomma hanno tentato di incutere rassegnazione e disinteresse, distacco. Questo risultato probabilmente lo hanno ottenuto, ma il prezzo che paga la città è altissimo.

San Benedetto si è auto-emarginata, siamo diventati periferia di tutto e di tutti, ci hanno e ci siamo isolati raccontando in giro di essere protagonisti, ma protagonisti di cosa? Del nostro disfacimento.

Giorni fa il Presidente della Regione ha invitato 60 tour operators russi e li ha portati a visitare la nostra Provincia facendo tappa ad Ascoli e a Grottammare, dove hanno dormito, non a San Benedetto. Da regina del turismo a cenerentola della Regione. Ma queste sono cose che tu conosci bene avendo svolto egregiamente il ruolo di consigliere di opposizione.

Noi tutti dobbiamo sentirci impegnati per riportare ancora una volta la città fuori da queste secche, dove incapacità e assenza di visione ci hanno portato; ma non basta fare solo appelli all’unità, l’unità va anche praticata.

Negli ultimi mesi sui giornali si continua a ripetere che alla base delle divisioni del centrosinistra ci sono questioni personali e che le primarie sono uno strumento divisivo, richiamando quanto avvenuto nel 2016.

Non capisco cosa possa esserci di personale tra coloro che attualmente sono i candidati alla carica di Sindaco, siamo in cinque e tra di noi vi sono solo rapporti di conoscenza, mai che ci si sia frequentati e quindi nessuna questione personale. Non ci sono (almeno per me) questioni personali, le mie vacanze, i miei amici, il mio lavoro non mi hanno mai portato ad incontrare quelli che dovrebbero essere solo degli interlocutori politici, ed ecco allora che facilmente si comprende come il luogo comune di questioni personali stia a coprire (con talune forze politiche) profonde divergenze nella visione e nel governo della città.

Veniamo alle Primarie, strumento da noi suggerito per unire il centrosinistra. Paragonare l’attuale situazione a quella del 2016 è un falso storico, all’epoca a dividere non furono le primarie bensì la volontà di attaccare l’amministrazione uscente e di escludere tutti i suoi componenti dalla campagna elettorale. Oggi fortunatamente non siamo nella stessa situazione e le primarie a San Benedetto, come è avvenuto in altre città italiane, possono aiutare a superare l’impasse.

Non condivido nemmeno la corsa alla ricerca di un/a candidato/a ulteriore e diverso, possibilmente fuori dalla politica, che possa convincere tutti.
Un Sindaco non si inventa, non si improvvisa, la conoscenza della macchina comunale, della sua struttura, dei servizi, sono un pre-requisito, se io dicessi di punto in bianco di voler iniziare  a fare il chirurgo verrei preso per pazzo. Insomma non ci si improvvisa, in nessun mestiere.

La questione non è personale bensì è politica, dobbiamo offrire alla amata San Benedetto la visione che abbiamo per lei, dobbiamo dire se deve continuare ad essere la città della sfilata dei trattori sul lungomare, dei gonfiabili, dei mercatini e delle sagre in tutte le salse o se ad esempio dobbiamo riaprire il teatro comunale a quelle compagnie che sono emigrate nei comuni vicini o dobbiamo affrontare seriamente e concretamente il tema della mobilità, dei cambiamenti climatici, della pianificazione. I nostri giovani parlano correttamente due lingue, mediamente hanno girato l’Europa e noi dobbiamo esser consapevoli che viviamo nel 2021, dobbiamo esser inclusivi, aperti, realmente centrali nel dibattito politico, almeno Regionale.

Ecco, questa è la politica, di personale nulla di nulla. Se come centro sinistra non riusciamo a condividere la scelta di un candidato/a unitario, evitiamo di farci del male, semplicemente mettiamoci a disposizione, chi vuole faccia le primarie e il vincitore rappresenterà la coalizione, se non si sceglie questo metodo molto probabilmente è perché non si vuole l’unità.

Qualunque sarà la tua scelta, spero cara Flavia che non vorrai far mancare il tuo prezioso contributo.

 

Con amicizia e stima”

 

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