Verso le elezioni amministrative, Pd e le primarie della discordia : “La candidata a Sindaca è Aurora Bottiglieri”

Verso le elezioni amministrative, Pd e le primarie della discordia : “La candidata a Sindaca è Aurora Bottiglieri”

Una coalizione che vuole proporsi come alternativa all’attuale amministrazione di destra a guida Piunti che (non) ha governato questa città dovrebbe un giorno sì e l’altro pure parlare dei fallimenti di questa amministrazione capace solo di tagliare nastri di quelle opere già progettate dalla precedente amministrazione.

 

 

Area Ballarin che dicono riconsegnata alla città ma resta miseramente chiusa e non fruibile dai cittadini, piscina che a parola doveva vedere l’utilizzo della vasca esterna da 50mt nel Giugno del 2018 e che oggi è interamente chiusa con grave danno delle società sportive e per l’intera città, nessuna decisione presa riguardo il mostro di piazza Kolbe che doveva ospitare i nuovi uffici dei vigili urbani che invece sono ancora in un palazzo non totalmente agibile, una gestione della raccolta dei rifiuti e del decoro urbano fallimentare

Potrei continuare ma mi fermo qui provo a dire la mia riguardo le questioni che giornalmente riempiono le pagine della stampa locale: le primarie , la scelta del candidato del centrosinistra e cosa deciderà il PD.

Questo spasmodico interesse per nostro partito dimostra che il PD era e resta il fulcro della coalizione del centro sinistra eventualmente allargato al movimento 5S.

Leggo che un segretario ha cambiato idea riguardo le primarie rispetto al loro voto contrario espresso nell’assemblea dell’unione.

Ricordo a chi osserva il Pd dall’esterno e chi ne fa parte che ogni iscritto, ogni dirigente, ogni segretario può esprimere liberamente la propria posizione riguardo ogni tema in discussione nel partito, quindi anche riguardo le primarie ma a me risulta che è l’unione l’organismo politico dove le decisioni politiche prese diventano vincolanti e nell’unione abbiamo detto chiaramente no alle primarie

Io confermo il mio no alle primarie, posizione espressa nell’unione e in tutte le riunione dove si è parlato di primarie; non ho nessuna necessita di ribadire questa mia decisione scrivendo a Ricci perché l’ho già fatta presente nelle due riunioni on line che l’esecutivo ha avuto con lui e dove nessuno dei presenti ha espressamente chiesto di fare le primarie. A Ricci ho chiesto di favorire il dialogo tra le parti, non di organizzare una battaglia campale che produrrebbe solo ferite difficili da rimarginare prima delle prossime elezioni di Ottobre. La battaglia campale questo partito l’ha subita nel 2016; vorrei ricordare il comportamento assurdo tenuto da tutti prima delle primarie, durante le primarie, durante la campagna elettorale, nel primo turno e soprattutto nel ballottaggio. Vogliamo rifare quel percorso? No Grazie

Prodi dopo le primarie di Bologna ha detto: Ora bisogna far coagulare il sangue. Questo conferma che alle primarie spesso scorre il sangue e che dopo si devono ricucire le ferite che le primarie producono. Qui da noi però scorre ancora il sangue del 2016 e si può far fronte comune contro la destra, anzi contro le due destre in campo, solo con un accordo politico programmatico e con un passo indietro dei due candidati che si sono autocandidati mesi prima della scelta del PD di candidare Claudio Benigni.

Canducci e Angelini convergano su la civica Aurora Bottiglieri e andiamo tutti uniti a battere le destre.

Con i 5S dopo un leale confronto si è raggiunto l’accordo sul programma e quindi sarebbe un grave errore andare divisi , non decidere e far passare ancora tempo potrebbe essere un errore imperdonabile e irrecuperabile.

A Canducci, che dice che sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono, faccio notare che la sua frettolosa ed isolata decisione di candidarsi fatta quando era il tempo di organizzare compatte e stabili alleanze fondate su programmi ambiziosi ma al tempo stesso realizzabili è il vero elemento di divisione.

Rimosso questo ostacolo e mettendo da parte quelle quinte colonne che per tanto troppo tempo attaccano sulla stampa il PD, sono convinto che possiamo lavorare sulle tante cose che ci uniscono e ricomporre quello che da tempo doveva essere ricomposto.

Un atto di generosità non semplice da fare ma che ricordo il segretario comunale del PD Claudio Benigni ha già fatto per tornare a discutere e favorire l’accordo.

San Benedetto del Tronto lì 05/07/2021 Roberto Giobbi

Segretario Pd circolo centro “Guido Ianni”

 

 

Roberto Giobbi 

L’altro giorno ho mandato un comunicato alla stampa on line e cartacea in cui ribadivo il mio no convinto alle primarie e facevo delle considerazioni riguardo le elezioni amministrative che si terranno il prossimo Ottobre. Con questo post colgo l’occasione per ringraziare Pietro Lucadei,. Franco Cameli e Massimo Falcioni che nelle loro testate on line hanno riportato integralmente o molto fedelmente quello che io avevo mandato loro (https://www.youtvrs.it/elezioni-a-san-benedetto-giobbi…/ —- https://www.lanuovariviera.it/…/pd-giobbi-canducci…/… —– https://www.ilmascalzone.it/…/verso-le-elezioni…/…)

Al contrario la stampa cartacea ha ignorato e non pubblicato nemmeno un breve trafiletto di quando mandato. Deluso ? No so benissimo che certa stampa ti concede articoli a 4 colonne solo se parli male del PD o se dichiari qualche cosa che può far male al PD.

Siccome quello che dicevo non creava scompigli nell’area del csx i “giornali” hanno ritenuto che era meglio non pubblicare tanto di notizie per far male se ne trovano…

  • Alessandra Clementi

    Non debbo giustificare il mio lavoro, né quello del mio giornale, cerco solo di spiagare che gli online non hanno problemi di spazio e pubblicano tutto, diversamente dai cartacei che hanno spazi bene precisi. Roberto tu sai bene che più volte abbiamo dedicato aperture a tuoi interventi, l’ultimo in ordine di tempo quello in cui denunciavi l’incuria della zona Cerboni e non mi pare fosse un attacco al Pd. In un giornale si fanno delle scelte dettate anche dagli spazi a disposizione, poi si può essere d’accordo o meno, ma non si può ogni volta tirare fuori la storia della stampa che preferisce attaccare il Pd, dal momento che riuscite a farlo benissimo tra di voi.
    • Lucio D’Angelo

      Roberto è un bravo compagno e lungi da me entrare nel dibattito sambenedettese.
      Ma la tua conclusione:
      “….. non si può ogni volta tirare fuori la storia della stampa che preferisce attaccare il PD, dal momento che riuscite a farlo benissimo tra di voi”.
      È assolutamente straordinaria !!! ??
    • Roberto Giobbi

      Alessandra Clementi a me sembra che per qualcuno lo spazio si trova sempre. Sicuramente perché più bravo di me
    • Roberto Giobbi

      Lucio D’Angelo ci sei entrato con questo tuo intervento..e mi fermo qui
    • Roberto Giobbi

      Alessandra Clementi però racconta tutte le posizioni se è vero quello che dici
    • Alessandra Clementi

      quali posizioni? Abbiamo dato un’apertura a Felice Gregori, a Benigni ogni volta che ci ha mandato delle note, alla minoranza del Pd. devo chiamare Letta?
    • Roberto Giobbi

      Alessandra Clementi mi riferivo al dibattito dei segretari del PD riguardo le primarie e a tutti i tuoi articoli sull’argomento. Pensavo ti interessasse sapere anche come la pensava il segretario del circolo centro. Vedo che mi sbagliavo quindi il discorso finisce qui. Grazie lo stesso per la non pubblicazione. I’will survive anyway.
    • Aloisa Merciai

      Alessandra Clementi Comprendo le argomentazioni, quello che mi risulta meno accettabile e condivisibile sono le riflessioni personali,che per ruolo,stile e professionalità ritengo inopportune .
  • Tonino Armata

    PRIMARIE COME RITO DEL POPOLO DELLA SINISTRA
    Carissime democratiche e carissimi democratici,
    ho letto su un giornale online l’articolo del Segretario Pd Roberto Giobbi del circolo centro “Guido Ianni” dal titolo: Verso le elezioni amministrative, Pd: “La candidata a Sindaca è Aurora Bottiglieri”.
    Come iscritto e militante del circolo centro “Guido Ianni” sono molto perplesso. Per questo motivo pubblico questo post per segnalare al segretario Giobbi, alle democratiche, ai democratici e al popolo di centrosinistra che nella situazione attuale con tanti candidati sindaci del Centrosinistra forzare la mano con la candidata Aurora Bottiglieri sarebbe una iattura. La dottoressa Aurora Bottiglieri è persona degnissima e merita tutta la nostra stima. Ma, così facendo i dirigenti del Pd favorirebbero la rielezione di questo sindaco che male ha fatto a questa nostra città. Per ovviare a questo pericolo occorrono le PRIMARIE COME RITO DEL POPOLO DELLA SINISTRA
    Le primarie, oltre a essere l’atto costitutivo del Pd, sono la chiave per dare la parola ai territori, selezionare le candidature dal basso, far conoscere le idee di chi aspira a guidare la propria comunità. Le primarie all’americana sono il metodo con cui il Partito democratico sceglie il candidato liberamente votato dai suoi elettori. Le primarie all’italiana sono invece il metodo con cui gli elettori possono liberamente votare per il candidato scelto dal Partito democratico.
    Le primarie levano le castagne dal fuoco a chi non sa decidere: cioè ai dirigenti del Partito democratico. Far votare la gente per annegare in un bagno di folla il più vistoso tra i difetti della sinistra a noi contemporanea, che è l’indecisione. Ovvero trasformare retoricamente una debolezza – la gracilità di una classe dirigente – in una forza – il rito del “popolo della sinistra” in coda davanti alle urne.
    Sono abbastanza vecchio da ricordare il “prima delle primarie”. Ovvero i tempi in cui le segreterie di partito e tanto più i segretari, che non avevano alcun bisogno di farsi chiamare leader per esserlo, potevano esercitare il loro potere con autorevolezza quasi meccanica. Alle loro spalle c’erano congressi solenni e tutti comunque “storici”, comitati centrali e segreterie politiche dove ci si scannava con una certa eleganza ma nel nome di parole d’ordine imponenti (il Novecento non fu un secolo leggero). Nella Dc una lotta correntizia da corte scespiriana, nel Pci il cozzo costante tra movimentisti e statalisti – sinistra e destra interna – producevano un frastuono politico che riempiva i giornali e appassionava i militanti. Le sezioni erano piene. I sindacati al culmine del loro potere e del loro prestigio. Ogni persona che prendeva la parola in un’assemblea si sentiva a cavalcioni della Storia. La politica appariva un luogo drammatico, a volte tragico, comunque importantissimo.
    La lotta per le candidature, all’interno dei partiti, era epica, anche se le urla di esultanza e di rabbia non trapelavano da quelle poderose mura. I giornalisti con telecamera non erano in grado di inseguire Tizio e Caio fuori da Montecitorio soprattutto a causa della mole delle telecamere (la tecnologia ha inferto colpi mortali alla privacy). Ma poiché a governare ogni scelta, anche la scelta degli uomini e delle donne che dovevano rappresentarlo, era il Partito, e poiché al Partito, e per emanazione ai suoi dirigenti, veniva riconosciuta, se non l’aura di moderno Principe, un’autorità ben superiore a quella dei suoi singoli membri, a nessuno venne mai in mente che le candidature potessero essere decise “dal basso”.
    Anche allora veniva candidato qualche cretino per il solo merito della fedeltà alla linea, o a uno dei capi. E anche allora si candidavano persone notevoli perché avevano dimostrato di esserlo sul campo. Non direi dunque che fosse superiore la qualità media della classe politica. Era superiore, e di molto, il prestigio dei partiti e dei loro capi.
    Questa rievocazione del tempo andato serve a spiegare perché difendo le primarie. Quella politica, con i suoi pregi e i suoi difetti, non esiste più. Non esistono più Partiti con la P maiuscola, e la frase «lo ha detto il Partito», che ai tempi chiudeva con un colpo di maglio il 99 per cento delle discussioni, non è più pronunciabile.
    Non l’autorevolezza delle persone (ci sono politici bravi e appassionati) ma l’autorevolezza della politica e dei partiti non ha più niente di novecentesco.
    E dunque? E dunque la politica sta cercando di adeguare modi e tempi a una nuova epoca, direi a una nuova “consistenza” della politica. Che volendo possiamo definire più sgranata, più mediocre, più confusa: ma è figlia di macerie ideologiche, e gerarchiche, che non possiamo non vedere, anche quando non ci piacciano.
    Gli effetti di questa ricerca di nuovi modi e tempi sono spesso pessimi. La demagogia, per esempio: dare ragione a ogni istanza, anche la meno ragionevole, pur di raccattare voti. Il populismo: dare per scontata la morte dei “corpi intermedi” e rivolgersi direttamente a un fantomatico “popolo”. E in tanti abbiamo salutato con grande sollievo il tramonto del casaleggismo come collettore delle decisioni politiche, una piattaforma gestita da privati che “dava ordini” a un gruppo parlamentare… Ma la ricerca di democrazia diretta è inevitabile, procede di pari passo con l’aumento di tono e di volume della “voce della folla” per via dei social, con l’avvenuto disfacimento dell’idea del Partito come Principe, con l’aumento (virtuoso!) di un bisogno di cittadinanza che non si esprime più attraverso l’adesione ideologica a una causa, ma tramite l’esercizio concreto dei propri diritti.
    Le primarie, in questo senso, mi sembrano una via dignitosa e apprezzabile per ricostruire scelte condivise: non ne vedo altre, e un Berlinguer o un Moro o un Craxi redivivi, per quanto carismatici, sarebbero i primi a riconoscere che la macchina non può funzionare “come prima”, e che l’autorevolezza della politica, non potendo più rinascere sotto l’ombra di certi totem e di certe cattedrali, è costretta a sperimentare percorsi più orizzontali, più larghi, se posso aggiungere: più umili. A modo loro hanno “fatto primarie” anche le Sardine, con la loro idea così semplice e bella che per riempire la Polis si deve riempire, metro per metro, persona per persona, una piazza. E a proposito di Bologna ci si domanda come farebbe la sinistra bolognese, senza le primarie, a scegliere il suo candidato. Vero, è un Sos che un partito lancia alla sua gente: aiutatemi, dite la vostra, da solo non ce la faccio. Ma è anche un patto civile: se vinciamo, vinciamo insieme, se sbagliamo, sbagliamo insieme.
    La sinistra e i riformisti non possono non ripartire dalla partecipazione. E il Pd, deve indicare una strada possibile per la città di San Benedetto.
    I riformisti non possono non ripartire dal partecipare e il Pd con LE PRIMARIE DI COALIZIONE A DOPPIO TURNO DEVE INDICARE LA STRADA POSSIBILE PER L’AMMODERNAMENTO DELLA CITTÀ DI SAN BENEDETTO.
    Per me, il Pd deve dimostrare la capacità di cambiare per rendere la città più giusta. Ci sono due modi per interpretare questo compito: salire su una torre d’avorio e parlare in astratto del migliore dei mondi possibili o scendere tra le persone e farsi carico dei problemi quotidiani, che è ciò che il Pd deve cercare di fare.
    Saluti a tutte e tutti
    Tonino armata
    San Benedetto del Tronto 7 luglio 2021

 

Lettera aperta di Paolo Canducci a Flavia Mandrelli

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