San Benedetto del Tronto, 2021-08-01 – Riceviamo e pubblichiamo
“Lo scorso 26 luglio, il Consiglio Comunale di San Benedetto si era interrotto bruscamente a seguito dell’irruzione da parte dei tifosi della Samb per la mancata iscrizione della squadra in serie C.
Fuori dalla discussione era rimasto il settimo punto all’ordine del giorno, riguardante i “lavori della commissione d’indagine sull’attività dell’Amministrazione relativa alla gestione dello stadio comunale Riviera delle Palme e sulla natura dei rapporti intercorsi tra l’Amministrazione stessa, la società Sambenedettese calcio ed eventuali altre parti”.
La questione sarà sottoposta ad esame il prossimo 5 agosto, quando si riunirà nuovamente l’assise. In quella sede, si legge in una nota diffusa da Viale De Gasperi, “il consesso dovrà decidere se mantenere o no la segretezza della discussione del punto stabilita in origine. Se il Consiglio delibererà di desecretare i lavori, si proseguirà con la seduta pubblica, altrimenti gli estranei ai lavori consiliari saranno invitati ad abbandonare la sala”.
Se sul piano formale nulla vieta di mettere ai voti la decisione per cui tenere o meno la discussione segreta, diversa è la situazione sul piano politico e giuridico-amministrativo.
Secondo la legge, infatti, non può il Consiglio Comunale, con una mera votazione, decidere ad libitum di secretare o meno la seduta. Occorre che tale deliberazione sia adeguatamente motivata: il Segretario Generale, dunque, non può ammettere a votazione la decisione de quo se essa non è sorretta da una congrua motivazione.
Il Segretario Generale, altresì, quale garante del regolare e legittimo svolgimento delle sedute del Consiglio Comunale, deve accertarsi e garantire che il parere di cui in argomento, ex art. 94 del vigente regolamento, sia pertinente, conforme alle leggi e non meramente apparente o pretestuoso.
Sorge quindi la domanda su quali siano tali adeguate motivazioni per impedire la discussione pubblica di una questione che riguarda la gestione di beni e denaro, per l’appunto, pubblici.
Su argomenti che trattano di impiego di risorse comuni, il principio della trasparenza deve essere indiscutibilmente garantito. Rendere i cittadini partecipi vuol dire agire con chiarezza e limpidezza. Al contrario, escluderli dalla discussione, non fa che scatenare dubbi circa la correttezza dell’operato dell’amministrazione; recita un vecchio adagio popolare: “ciò che non si può dire non si può fare”.
In questo percorso ciò che stupisce è l’apparente quanto pelosa terzietà del sindaco che rimette sui consiglieri la responsabilità (lui ne governa 16 o forse 18!) non dicendo lui cosa pensa.
Il sindaco non è mai un Ponzio Pilato, ci mette la faccia per primo ed ha il coraggio delle proprie azioni; un Sindaco con la S maiuscola non si nasconde, non scappa. La trasparenza dell’azione amministrativa non può e non deve essere né richiesta né concessa, bensì praticata continuamente e costantemente.
Il Comune, la casa di tutti deve avere massima trasparenza e il PRIMO a doverla garantire è il Sindaco.
Chiunque di noi sarà eletto Sindaco si impegna a governare nella massima trasparenza: chiediamo a Piunti di iniziare a fare altrettanto evitando la votazione sulla secretazione della seduta consiliare del 5 agosto prossimo e permettendo a chiunque sia interessato di partecipare per ascoltare.”
Angelini Serafino Bottiglieri Aurora Canducci Paolo Spazzafumo Antonio