Ospedale Madonna del Soccorso e dintorni, Rosaria Falco replica alle dichiarazioni di Luigi Olivieri

Ospedale Madonna del Soccorso e dintorni, Rosaria Falco replica alle dichiarazioni di Luigi Olivieri

San Benedetto del Tronto2021-09-13 – Riceviamo e pubblichiamo

 

 

<<Devo intervenire relativamente alle recenti dichiarazioni del mio compagno di lista Luigi Olivieri, detto “dottore”, che esulta per le oltre 3000 firme secondo lui “consapevoli” a sostegno del suo progetto di ristrutturazione dell’ospedale e dell’intero assetto viario cittadino. Già questo fa abbastanza sorridere.

Un dottore dovrebbe curarsi di servizi sanitari, cure, efficienza sanitaria. Ma prima dovrebbe vivere la realtà ospedaliera da dentro, capirne le infinite criticità, così come molti componenti e collaboratori del Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso, ma sembra che i servizi siano citati dal signore e dal suo comitato solo in modo distratto, e che il loro interesse si appunti esclusivamente sulle questioni edilizie.

Quando cita il Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso, dovrebbe ricordare che si tratta di una realtà nata dentro l’ospedale, che mai è stato chiesto un contributo per aderirvi (il doc chiede la “tassa” di 20 euro se non sbaglio), e che i suoi Fondatori, per realizzare le iniziative intraprese, si auto tassano, talmente sono disinteressati. Pagarsi la campagna elettorale spacciandosi per difensore dell’ospedale è un’operazione che definirei di basso livello, considerato che l’unico obiettivo chiarissimo del Comitato “Io resto qui…” è quello di evitare il pericolo di avere un ospedale moderno fuori dal traffico e vicino alle uscite delle principali arterie stradali, nella zona del Centro Agroalimentare per intenderci. Al mio ingresso in Lega avevo già fatto presente alla coordinatrice Laura Gorini che ritenevo inopportuno che unico punto di riferimento del partito quale tecnico per la commissione sanità fosse un esponente della sanità privata, potenzialmente in conflitto di interessi con lo scopo obbligato delle istituzioni pubbliche, ossia il potenziamento e la tutela della sanità pubblica, e che comunque lo stesso avrebbe dovuto limitarsi a dare il suo apporto relativamente all’organizzazione dei servizi.

La candidatura del “Dottore” cavalca l’unico fine di impedire, mediante furba operazione elettorale, che la Regione possa dotarci di una struttura di primo livello costiera che evidentemente dovrebbe essere riempita di tutti i contenuti, quando invece il nostro attuale ospedale ora e da decenni viene chiuso e aperto nei suoi reparti a piacimento ed arbitrio di una direzione diretta dai politici dell’entroterra a discapito dell’utenza costiera.

Ovviamente non è difficile pensare che dietro alle motivazioni non così elevate del doc si muovano le pressioni di chi non vedrebbe l’ora di blindarci dentro la trappola della ristrutturazione, facendo leva sulla voglia dei cittadini della parte centrale di San Benedetto di conservare i servizi sanitari (quali e di quale livello?) sotto casa propria, o tratti in errore dalla sventolata battaglia contro la chiusura del nostro ospedale.

Dunque, certamente il neocomitato è “contro” qualcosa, ovviamente è contro l’ospedale nuovo costiero di primo livello, e anche contro il Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso, che si fa portatore da tre anni dei diritti dei cittadini, nato non per scopi elettorali due mesi prima delle elezioni, ma per denunciare i disservizi, rivendicare gli abusi, pretendere equità e giustizia da una politica che vorrebbe sostituire sulla costa la sanità privata alla sanità pubblica, riducendoci a poco più di un sanatorio Covid.

Nato quando il project di Pagliare, che avrebbe determinato con i suoi algoritmi demenziali la chiusura definitiva del Madonna del Soccorso come ospedale, era già in procinto di essere inserito nel PSR per condannarci ad una sanità decisa e gestita dai privati ed ai costi proibitivi che la Corte dei Conti ha già messo in evidenza relativamente ai Project Financing in materia sanitaria, dimostrati da altre operazioni similari.

Tutto questo si è fatto e progettato per oltre venti anni contro i precetti di legge, i dati epidemiologici, numeri di utenza, presenza di fattori di rischio e di affluenza turistica.

Devo anche dire che è la legge stessa, il famoso decreto Balduzzi, a decidere dove deve essere collocato un ospedale e quali caratteristiche debba avere l’area prescelta per la sua edificazione, mentre il dottore auspica una sollevazione popolare (che possibilmente gli porti tanti voti) che renda difficoltoso alle Autorità competenti prendere finalmente le giuste decisioni a norma di legge e di logica. Oltretutto egli dimentica spesso che il nostro ospedale è al servizio non del centro storico di San Benedetto (così ebbe ad affermare in sede di commissione consiliare), ma di un territorio comprensivo di parte della vallata del Tronto, della Valtesino, di tutto il territorio costiero provinciale e del limitrofo Abruzzo, dal quale proviene storicamente l’utenza che ci permette di superare, soli in tutta la Regione, con valori positivi la nostra mobilità passiva.

Che poi il signor Olivieri si erga ad esperto di infrastrutture è ancora più divertente: costui rispolvera il vecchio progetto bretella, assolutamente anacronistico, indicando però un percorso sotterraneo, mediante la perforazione delle nostre colline, quando ormai sanno anche i sassi che queste sono argillose e franose. Intenderebbe l’esperto provocare un dissesto idrogeologico di proporzioni bibliche? Non parliamo dell’uscita autostradale che si è inventato, che sembra dovrebbe passare sul lato sud dell’Albula, evidentemente espropriando e demolendo l’intera fila di costruzioni che vi insistono. Ovviamente concordo con la linea della Lega a favore dello studio accurato di una viabilità alternativa, che ci emancipi dall’inferno della SS16, ma non è propagandando progetti completamente sballati che si troverà la soluzione al problema: messi così, questi sono solo specchietti per le allodole.

Non parliamo poi della ristrutturazione del nosocomio a noi tanto caro concepita dal suo estro creativo, esposta in sede di commissione consiliare e francamente bocciata in tutto il contenuto: la pista dell’elisoccorso sul tetto di un ospedale, in centro città, non è più possibile posizionarla a detta dei tecnici competenti; il muro di Villa Rambelli che il doc vorrebbe bellamente demolire per usufruire del parco ora patrimonio del FAI, non si può toccare; l’area di proprietà delle suore Concezioniste, che il professionista ciancia di acquistare a servizio del suo capolavoro, è fuori discussione per espressa dichiarazione delle interessate, il cappotto termico da 5 milioni andrebbe rimosso per poter effettuare l’indispensabile (per legge) efficientamento sismico, i muri interni andrebbero totalmente demoliti e ristrutturati nei percorsi e negli impianti, poiché è ormai assodato che, nonostante le sanificazioni effettuate, le tubazioni ossidate ospitano batteri anche pericolosi (vedi diversi casi di legionella), i due piani inferiori andrebbero sventrati per fare posto ad un megaparcheggio, per cosa tutto questo? Per rendere idonea una superficie dedicata ai reparti sufficiente per i tre reparti fondamentali, il PS e forse (se da Ascoli arriva l’ordine di mollare le Malattie Infettive) il reparto per i Covid. Ossia un ospedale di base. Senza considerare che l’ospedale si trova a ridosso di un torrente, e che in caso di piogge forti i tombini debordano, il PS si allaga, i topi salgono a far visita ad operatori ed utenti. Con riguardo alla salubrità, va citato anche il livello del traffico sulla statale, con i gas di scarico che salgono a mò di aereosol nelle stanze di degenza, la difficoltà per i mezzi di soccorso di uscire e circolare nelle ore di punta o in occasione dei frequenti blocchi dell’autostrada per lavori o incidenti, affacciandosi il Madonna del Soccorso sul tratto della SS16 in assoluto più stretto e soggetto a rallentamenti, non superabili a sirene spiegate. E poi, durante la ristrutturazione, che secondo l’ottimista dottore durerebbe cinque anni, dove verrebbero dislocati i servizi presenti nel corpo principale, dati i rumori, la polvere e tutti gli inconvenienti connessi? Quindi si andrebbero a spendere, orpelli fantasiosi a parte, a suo avviso circa 65 milioni (previsione anch’essa ottimistica) per solo un ospedale di base? E gli altri servizi di primo livello cui abbiamo diritto? Mi rispose in commissione che POI si sistemeranno gli altri corpi, fatti di materiali differenti ed in epoche diverse, alcuni dei quali non idonei all’efficientamento sismico. Dunque il costo finale a quanto ammonterebbe, anche se dovessimo avere riguardo solo all’economicità di questa operazione? Su una cosa posso scommettere: i servizi nel frattempo sarebbero emigrati al Mazzoni, e non avremmo mai più un ospedale di primo livello, con grande gioia di quella politica che da anni depaupera questo territorio, di destra e di sinistra. E’ questo che vogliono i cittadini quando appongono queste firme? Davvero il dottore gliela racconta tutta?

Si badi bene che l’odierna struttura non andrebbe affatto sprecata in caso di nuovo ospedale: gli uffici e servizi di Piazza Nardone (ove l’Asur paga esosi affitti) e di Via Romagna, per raggiungere i quali a causa delle difficoltà di parcheggio i cittadini impazziscono, potrebbero essere lì trasferiti, insieme a RSA, Hospice, poliambulatori e a tutti i servizi territoriali che la Regione ha già stabilito di voler incrementare.

In conclusione, il Comitato di cui faccio parte, e del quale, pur avendo smesso di parlare a suo nome per motivi di correttezza, continuo ovviamente a promuovere le finalità, ha intenzione di permettere mistificazioni a spese dei cittadini, rifiutando un investimento importantissimo in un’opera strategica, cui ritengo il nostro territorio abbia pieno diritto dopo decenni di politica predatoria. Né la sottoscritta potrà mai supportare o tacere su speculazioni senza seri contenuti camuffate da opere futuristiche: meritiamo ed abbiamo diritto ad un nuovo ed efficiente Madonna del Soccorso, e anche ad ogni possibile azione per agevolare la mobilità dei cittadini e di coloro che per turismo o per lavoro transitano sul nostro territorio. Ma questa è un’altra storia. Per alcuni tutto e il suo contrario è lecito dire in campagna elettorale. Per me la verità è sempre preferibile.>>

Cons. Rosaria Falco

Candidata Lega

 

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