GUIDO BIANCHINI, 69 ANNI, È IL NUOVO PRESIDENTE DEL COMITATO CONSULTIVO PROVINCIALE DELL’INAIL DI ASCOLI PICENO. ELETTA CLAUDIA NICOLAI, CONFINDUSTRIA ASCOLI PICENO, ALLA VICEPRESIDENZA.
Per anni è stato dirigente sindacale della UIL, con incarichi sia a livello provinciale, sia nazionale; nonche’ dipendente, per diversi anni, di un grande ente mutualistico nel settore edile; esperto in materia di sicurezza sul lavoro, formatore accreditato il MIUR.
ABBIAMO CHIESTO AL NUOVO PRESIDENTE CHE COS’È IL COMITATO CONSULTIVO PROVINCIALE INAIL – IL COCOPRO
Il COCOPRO, nato con la legge n. 1712/1962, di durata quadriennale, con nomina prefettizia, è composto da 21 membri, 16 dalle parti sociali ovvero rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro.
Più un rappresentante degli artigiani; un funzionario del Ministero del Lavoro; un funzionario medico ASL, un rappresentante dell’Anmil e il Direttore Sede dell’Istituto.
QUALI SONO I COMPITI DEI COMITATI CONSULTIVI PROVINCIALI?
In termini generali formulano pareri e proposte:
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sull’organizzazione dei servizi dell’Istituto; sui rapporti tra lo stresso e le Strutture del SSN.
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sull’attuazione delle politiche sanitarie locali specie sull’ottimizzazione del servizio riabilitativo e del reinserimento sociale;
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sulla tutela del lavoratore infortunato e recupero dell’integrità psicofisica;
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su conflitti con gli utenti, lavoratori e imprese e loro organismi rappresentativi;
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sulla collaborazione con altri Enti ed Organismi nella lotta all’evasione/elusione contributiva e vigilanza;
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sull’andamento trimestrale della sede INAIL;
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sulle politiche di customer satisfaction e qualità dei servizi;
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sul recupero dei crediti, i ricorsi, l’andamento del contenzioso amministrativo e giudiziario.
Il COCOPRO ha anche compiti in materia di salute e sicurezza sul lavoro:
Ovvero analizza l’andamento degli infortuni e delle Malattie professionali Provinciali.
Formula pareri e proposte sulle collaborazioni con gli Organismi paritetici di cui al Dlgs n. 81/2008, per attuare sinergie sul territorio in materia di programmazione di attività formative, di elaborazione e raccolta di buone prassi e prevenzione.
Il Comitato inoltre propone:
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iniziative e programmi per lo sviluppo della prevenzione;
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la costituzione di “Osservatori” sui cicli produttivi, sul mercato del lavoro e sui rischi professionali; nonché su ricerche epidemiologiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro nel territorio;
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l’attuazione dei programmi di incentivazione economico-finanziaria per le imprese che investono in salute e sicurezza sul lavoro.
QUAL È LA SITUAZIONE DEGLI INFORTUNI NEL TERRITORIO?
Nei primi nove mesi del corrente anno sono 11.929 gli infortuni sul lavoro denunciati, nelle Marche (+7.9% sul 2020).
Gli aumenti maggiori si registrano nei trasporti (51.7%), edilizia (19.8%) e chimico gomma plastica (45.9%).
Nello stesso periodo gli Infortuni mortali sono stati 25 (-34.2%). Nel 2020 erano 38.
Nel campo delle malattie professionali si registrano 4.721 denunce, con un incremento nel periodo suddetto, sempre nella regione, del 41.9%.
Le denunce maggiori si registrano per le malattie osteo-muscolari (+49.2%); sistema nervoso (39.6%); orecchio (32.1%); mentre si registra una flessione del 27% per i tumori.
Circa la situazione nella nostra Provincia degli infortuni, sempre nei primi nove mesi del corrente anno, questi passano da 1.317 a 1.525 con un incremento in valore assoluto di 208 casi (+15.8%).
Gli infortuni mortali passano da 4 a 7 (+ 3 in v.a. e +75%).
Le malattie professionali presentano 581 casi rispetto ai 365 precedenti (+216 in v.a. e + 59.1%)
Una situazione inaccettabile con ripercussioni sia suo piano etico, politico, economico e sociale.
Le norme ci sono e sono tante basterebbe applicarle ed implementare la vigilanza nei luoghi di lavoro.
Anche il recente Decreto Fiscale rafforza le misure sulla sicurezza e in particolare sul ruolo dell’Ispettorato del Lavoro.
Occorrono azioni forti e sinergie tra le parti sociali e le Istituzioni.
Con l’emergenza sanitaria del 2020 c’è stata una riduzione degli eventi “tradizionali” e in itinere, per effetto delle chiusure, il rallentamento di molte attività produttive, il ricorso al lavoro agile e le conseguenti limitazioni alla circolazione stradale.
Errano esplosi, invece, gli infortuni da Covid 19.
Oggi, dopo la pausa, registriamo un drammatico peggioramento degli infortuni e delle morti sul lavoro cd “ordinari”.
Tornano a crescere anche gli infortuni in itinere (nelle Marche del 24.5%).
Ci sono nuove sfide nella gestione della sicurezza e nuovi rischi alla luce di forti modifiche sulla organizzazione del lavoro.
Questi processi debbono essere affrontati con responsabilità. In modo preventivo, con soluzioni rispondenti.
La formazione dei lavoratori è elemento centrale solo così si possono affrontare vecchi e nuovi pericoli.
Io credo che l’Inail presenti un ruolo un ruolo nodale nella ripresa delle attività produttive che deve necessariamente transitare nel rispetto delle norme di tutela della sicurezza e della dignità umana.
Ricordo che l’Istituto ha approvato, nel Consiglio di indirizzo e vigilanza, il bilancio consuntivo che, anche per il 2020, registra un saldo positivo di quasi 1 miliardo e 600 milioni di euro.
Somme che accanto a quelle già esistenti potrebbero essere dedicate alla prevenzione riducendo i costi per le imprese virtuose
L’Inail ha in cantiere diverse iniziative di incentivazione in questa direzione. L’ultima in ordine di tempo riguarda il sostegno alle imprese che intendono incentivare il proprio sistema di sicurezza.
Dall’11 novembre le imprese che hanno concluso correttamente la fase di registrazione per l’Avviso pubblico ISI 2020, procederanno all’invio telematico delle domande. L’Avviso ha l’obiettivo di incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento documentato delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni preesistenti.
Positivo infine è il concorso INAIL di 1.514 nuovi ispettori ma ciò non basta!
L’INPS ha pubblicato l’Osservatorio sulle “Prestazioni pensionistiche e beneficiari del sistema pensionistico italiano” al 31 dicembre 2020.
CNA
Cresce il manifatturiero, ancora in affanno edilizia e commercio. Ma un segnale importante di “cambio” di pelle per il territorio sta nei numeri de terziario, dall’alloggio alla ristorazione, dai servizi di informazione e di comunicazione, che sono cresciute in maniera significativa. I dati sono stati elaborati per la Cna Picena dal Centro studi della Cna delle Marche e offrono indicazioni importanti per il rilancio di tutto un sistema produttivo provato prima dalla crisi generale, poi dal sisma e ora dalla pandemia.
“Dalla lettura dei dati positivi e da quelli non ancora sufficientemente stabilizzati – è il commento di Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – emerge il quadro chiarissimo delle azioni di supporto indispensabile. Rendere attivo e fruibile agevolmente il bonus per gli alberghi in modo da dare un’ulteriore spinta a tutto il comparto del turismo, della ristorazione e dell’accoglienza. Quindi rivedere e potenziare, sburocratizzando il più possibili, l’accesso ai bonus del comparto edilizia per quanto riguarda ristrutturazione e adeguamenti sismici e ambientali”.
“Ottimismo è la parola chiave per incoraggiare per una ripresa che finalmente inizia a farsi sentire – aggiunge Arianna Trillini, presidente della Cna Picena – La nostra Associazione si impegna con determinazione nel seguire imprese affinché si intercettino tutte le opportunità di finanziamento e sostegno messe a terra dalle politiche regionali. Confidiamo, quindi, che gli effetti di questa attività sul territorio si traducano velocemente in termini di migliore strutturazione delle nostre imprese e conseguenti incrementi occupazionali”.
Nei primi otto mesi del 2021 le imprese attive della provincia di Ascoli Piceno aumentano di 126 unità (+0,6%), registrando lo stesso ritmo di incremento delle imprese attive nelle Marche. Nella provincia, il calo di numero delle imprese si concentra nelle attività del settore primario, delle costruzioni e del commercio. Cresce il numero delle imprese manifatturiere in controtendenza a ciò che avviene nella regione e cresce il numero delle imprese del terziario, in particolare: delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, dei servizi di informazione e comunicazione, delle attività finanziarie e assicurative, delle attività immobiliari, delle attività professionali scientifiche e tecniche, del noleggio-agenzie di viaggio-servizi supporto imprese, delle attività artistiche sportive e di intrattenimento e divertimento, delle altre attività di servizi. Nelle attività finanziarie e assicurative, immobiliari, professionali scientifiche e tecniche, la crescita del numero di imprese per la provincia è decisamente più veloce che per la regione nel suo complesso.
Nella provincia di Ascoli Piceno, secondo i dati del centro studi della CNA Marche, la prima metà del 2021 registra una decisa ripresa del fatturato medio delle imprese (+48,7%) che vale a superare i livelli precedenti la pandemia, livelli che – peraltro – erano in diminuzione fin dal 2017 . Anche gli investimenti sono in ripresa ma lo erano già a metà 2020 e quindi in piena fase pandemica. Anzi, a partire dal terzo trimestre 2020 il loro ritmo di crescita rallenta e si stabilizza nel primo semestre 2021.
Sisma 2009-2016
Digitale e green: la mappa Pnrr dei finanziamenti sul terremoto
di Marco Ludovico 1 novembre 2021
La ricostruzione. I processi di intervento nelle aree colpite dal sisma del 2009 e del 2016
Le «macromisure» per risollevare i territori delle quattro regioni colpite dai terremoti del 2009 e del 2016 sono due.
Fondi, va subito precisato, previsti dal Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma non destinati alla ricostruzione in senso stretto. Sono mirati, invece, a una missione più ampia e sfidante: la rinascita economica e sociale. Quella più attesa da territori oggi desolati e abbandonati.
Ma domani, si spera al più presto, tornati di nuovo come prima. Quando non era ancora cominciato l’esodo dai centri urbani. La regressione demografica. L’impoverimento progressivo. Fino alla tragedia delle scosse telluriche. La macromisura A si intitola «Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi». Vale un miliardo e 80 milioni. La macromisura B è denominata «Rilancio economico e sociale» e ammonta a 700 milioni. In ballo c’è una miriade di interventi per le imprese.
Il sostegno agli investimenti
La seconda macromisura, dunque, si articola su quattro linee di azione. La loro attuazione pratica si vedrà con bandi e gare. La prima linea, valore 380 milioni, è destinata al sostegno degli investimenti in conto capitale delle imprese. Di questi una prima parte, valore 60 milioni, riguarda sei iniziative strategiche per grandi investimenti; altri 100 milioni per 40 iniziative di dimensione intermedia; 20 milioni per investimenti diretti nelle pmi. Più 60 milioni indirizzati per 150 interventi sulla nascita, lo sviluppo e il consolidamento di imprese. Altri 100 milioni vanno a oltre 600 interventi di innovazione diffusa. Ci sono infine 40 milioni per più di mille iniziative di rientro di attività economiche.
Rilancio di turismo e accoglienza
La seconda sottomisura – “Turismo, cultura, sport e inclusione” è di circa 180 milioni di cui 80 milioni per sostenere circa 200 iniziative a fondo perduto o finanziamento agevolato per lo sviluppo di imprese culturali, creative, turistiche, sportive anche del Terzo Settore.
di Luca Tremolada
La terza sottomisura – “Valorizzazione ambientale, economia circolare e ciclo delle macerie” – mette sul tavolo 60 milioni. Tra gli altri obiettivi, la nascita di una filiera di gestione e valorizzazione delle risorse ambientali, forestali e agroalimentari. Attraverso la creazione di associazioni fondiarie a prevalente capitale pubblico per raggruppare aree agricole e boschi abbandonati. Altri 47 milioni sono destinati alla nascita di 60 piattaforme forestali per la raccolta e la trasformazione del legno e per la lavorazione – trasformazione e confezionamento – dei prodotti della filiera. La quarta sottomisura si intitola “Centri di ricerca per l’innovazione” con 80 milioni assegnati. È così prevista la nascita di quattro centri di ricerca per le rispettive regioni – Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria – mirati in particolare alle vocazioni produttive ed economiche di ciascun territorio. In ballo anche la costituzione di un centro di formazione tecnica per la pubblica amministrazione a L’Aquila.
Il crollo del Pil:?-12 per cento
Nel documento di palazzo Chigi «Programma unitario di intervento – Interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016» si osserva: «L’area dei crateri sismici e dei territori limitrofi mostra come, negli ultimi dieci anni, si abbia avuto una perdita del Pil intorno al 12 per cento (del 10 per cento per quanto riguarda il valore aggiunto manifatturiero)».
Di conseguenza c’è stata «una contestuale diminuzione del reddito disponibile e della popolazione residente, soprattutto nei comuni più colpiti dagli eventi sismici, i cui valori negativi superano, in media, il 30 per cento rispetto ai dati precedenti agli eventi sismici». Decisiva, a questo punto, può essere secondo i tecnici dell’esecutivo la svolta green. Si legge: «La presenza di un’economia che conserva una buona base manifatturiera e artigianale rende in ogni caso ancora più importante la svolta verso la circolarità e le competenze green. Nelle imprese dell’industria, la quota di entrate relative ai Green Jobs – sottolinea il documento – previste per i prossimi anni è infatti molto superiore a quella prevista nei servizi (65% contro 23% – dati 2019 Sistema Excelsior)».
Digitale a tutto campo
La macromisura A punta a una strategia articolata di rinascita dei centri urbani. Strumento trasversale ma decisivo per gli effetti e le ricadute generali è un investimento ampio sulle tecnologie e le infrastrutture digitali. Non sostituisce ma si affianca al piano per la banda ultra larga annunciato dal ministro per l’Innovazione Vittorio Colao. Con 157 milioni si prevede di istallare attraverso la tecnologia blockchain 17 mila sensori in tutto il cratere sismico. Dovranno monitorare i parametri più sensibili del territorio, dalla qualità dell’aria fino al rischio di scosse, ma anche il tracciamento delle macerie, i consumi energetici, i livelli di fiumi e laghi. Un altro pacchetto di risorse elevato, 235 milioni, è intitolato “Comunità energetiche, recupero e rifunzionalizzazione di edifici pubblici e produzione di energia/calore da fonti rinnovabili”.Altri 325 milioni puntano invece alla “Rigenerazione urbana e territoriale”. Di questi, 200 milioni andranno ai progetti di spazi aperti al pubblico, ai borghi, ai quartieri di paesi e città.
La sfida sulle infrastrutture
La quarta sottomisura, “Infrastrutture e mobilità”, ammonta a 335 milioni di euro. Ed è tra quelle a massima ricaduta non solo per la vitalità sociale ma anche per l’indotto economico. Ci sono in campo 40 milioni per il rinnovo del materiale per il trasporto locale ed extraurbano; 50 milioni per l’adeguamento a idrogeno della tratta Sulmona-L’Aquila-Rieti-Terni insieme alla realizzazione di punti di produzione di idrogeno da fonti rinnovabili. Più altri 10 milioni per il potenziamento e il restyling di stazioni ferroviarie nei due crateri del sisma. C’è poi un pacchetto cospicuo, 235 milioni, per la rete stradale, così ripartiti: 60 milioni sulle criticità censite da Anas sulla rete secondaria, 175 milioni per l’adeguamento e il potenziamento di alcuni lotti di viabilità statale individuati nel contratto di programma Anas.