La nuova serie di opere di Mario Vespasiani intitolata M-Ethereum è stata realizzata durante la seconda metà del 2021 e riassume attraverso la metafora della dimensione spaziale l’espansione della coscienza. Secondo l’artista questo lungo periodo di emergenze varie che stiamo ancora vivendo, sta portando le persone più sensibili ad un maggiore livello di consapevolezza, di comprensione della propria interiorità e dei processi invisibili che regolano i mondi. Vespasiani da questa considerazione prende come riferimento il cosmo e i suoi abitanti e descrive con la sua peculiare abilità cromatica, atmosfere siderali nelle quali ci invita ad essere naviganti delle stelle, non solo con gli occhi ma anche con la fantasia, che consente di attraversare questi scenari da protagonisti attivi più che da spettatori.
In questa esplorazione intergalattica si superano wormhole e nebulose, costellazioni e pianeti dai toni più sorprendenti. La fluidità della materia s’infiamma, le nuvole diventano onde capaci di piegare lo spazio, di curvare vite presenti e passate, memorie e prospettive. Vespasiani raffigura un passaggio dimensionale, che riguarda sia l’aspetto sensoriale che quello spirituale di ciascuno. Nel suo cosmo appaiono scie di polveri e simboli luminosi, lampi nel buio e panorami sterminati in cui si percepisce la sua visione dell’arte come un universo che si rigenera continuamente.
Vespasiani nel corso della sua carriera, un ciclo dopo l’altro e tema dopo tema, ha affermato che il compito dell’arte non sia di decorazione o di ripetizione stilistica, bensì di evoluzione, di crescita costante dai rimandi zen, capace di superare le conoscenze raggiunte senza doverle sistematicamente richiamare a conferma di un talento. Questi recentissimi lavori raffigurano la perpetua espansione, in ottica di un sapere che intreccia mistica e scienza, tradizione e innovazione. Ciò che l’artista ci descrive è quella parte di universo osservato dal suo rover spaziale Enoch in viaggio verso M-Ethereum, un luogo fisico o uno stato mentale che ci invita a scoprire, osservando le traiettorie, le visioni riportate dal viaggio interdimensionale.
Il veicolo Enoch rappresenta nelle sue cromie fiammeggianti un simbolo di libertà e di fratellanza cosmica, che si manifesta alle altre civiltà presenti nella galassia non con la prepotenza delle armi o con l’occupazione autoritaria bensì col linguaggio universale dell’arte, con le sfumature proprie della grande armonia che regola tutto il creato. Mario Vespasiani compie un ennesimo passo avanti verso la consapevolezza e lo sviluppo delle potenzialità presenti nella mente umana di generare mondi. Questo incedere verso M-Ethereum implica un’emozione extra-corporale, che apre lo sguardo e la coscienza su altri confini che chiedono alla nuova umanità di essere non solo materia ma anche vibrazione. Ed in perfetta consonanza, questo universo generoso e curioso crea incessantemente, proprio come la fantasia di Vespasiani.
La quarta dimensione e i gradi di libertà: misticismo, scienza e universo astrale
Fanno riferimento ai gradi di libertà i fisici e gli ingegneri quando parlano delle dimensioni di uno spazio, ad esempio uno spazio di dimensione 1 è quello che possiamo percorrere in una sola direzione sia in un senso che in un altro, come le rotaie ferroviarie. La dimensione 2 è quella che possiamo verificare muovendoci su un campo da giuoco, mentre la terza è quella di un sottomarino o di un elicottero che può modificare appunto i tre gradi di libertà. Se di quarta dimensione possiamo parlare aggiungendo alle tre precedenti il fattore tempo, siamo coscienti che il nostro rimane uno sguardo tridimensionale, mentre uno sguardo quadridimensionale di una ipotetica iper-persona riuscirebbe a vedere sia l’esterno che il nostro interno, proprio come in una radiografia. Una qualità che è tuttavia appartenuta a mistici e carismatici capaci di unire tutti i punti del nostro corpo come dentro un raggio di luce. Sotto quest’ottica possiamo considerare anche l’esistenza di universi paralleli, quello fisico e quello astrale, passando per la visione cristiana dei tre regni paralleli, inferno e paradiso che opposti si sovrappongono al mondo terreno.
L’importanza della ricerca di Mario Vespasiani sta proprio nell’aver intuito fin da subito la forza della luce emanata dall’uso che fa dei colori. Partendo dall’assunto che sebbene l’universo materiale si estenda più in là della nostra visione – anche con l’aiuto dei più potenti telescopi questo non impedisce alla nostra interiorità di avere una vista più ampia e lucida – l’artista ha lavorato incrociando due ipotesi: esso esiste nella mente di un essere supremo e tutte le nostre azioni, pensieri e sentimenti non sarebbero altro che il prodotto di questo essere e in quella mente si sviluppa la nostra esistenza secondo la sua immaginazione. Ma è anche possibile che solo una parte del nostro essere viva nell’universo tridimensionale osservabile e noi siamo coscienti solo di questa. Secondo Vespasiani – che ha da sempre affrontato questo concetto e sviluppato in quattro mostre pensate come dialoghi diretti con i grandi maestri dell’arte italiana da Mario Schifano e Osvaldo Licini, da Lorenzo Lotto a Mario Giacomelli – la quarta dimensione non è solo una condizione spaziale ma anche un tipo di conoscenza, una presa di coscienza di una realtà superiore.Dalla scienza alla filosofia, dalla mistica alla letteratura la ricerca artistica di Mario Vespasiani si coglie nel principio della luce. Così come due gemelli, di cui il primo, astronauta in viaggio in orbita, al suo ritorno sulla terra sarà molto più giovane di suo fratello – secondo la teoria della relatività, per cui il tempo rallenta con la velocità – anche una certa arte riesce piegare sia lo spazio che il tempo e di fronte ad essa ci sentiamo inspiegabilmente attratti anche se sconosciuta, al punto di cambiare la nostra percezione del qui ed ora. La storia dell’arte ci ha dimostrato che alcuni artisti hanno un tipo di coscienza cosmica, fatta di sensazioni pure che si riescono a cogliere unendo l’armonia che regola forme e colori alla potenza luminosa che essi esprimono. Vespasiani adotta una mente matematica senza abbandonare il figurativo, che tuttavia porta a considerazioni di tipo spirituale secondo le quali Tutto è Uno e l’Uno è Infinito. E se M-Ethereum fosse un’esortazione che l’autore ci consegna, una modalità espansa dello sguardo verso un reale più etereo, vivido e trasparente?
Dal 21 dicembre 2021
Com’è avvenuto per la mostra Darknights, col 2021 i progetti di Vespasiani cambiano modalità di fruizione.
Le sedi espositive non vengono comunicate direttamente ma si rivelano attraverso degli indizi.
Questo per favorire una fruizione più autentica, coinvolgendo il pubblico costantemente, a partire dai dettagli.
Un nuovo corso imboccato da un’arte che vuole mettere in evidenza la complessità dei contenuti e l’idea di ricerca.
Mario Vespasiani (1978) è un artista visivo italiano
La ricerca:
Inaugura la prima mostra non ancora ventenne e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei, luoghi di culto e in contesti inusuali. Nel corso del tempo la sua ricerca ha interessato anche studiosi di varie discipline, che vanno dalla teologia all’astrofisica, dall’antropologia alla filosofia. Si esprime attraverso un alfabeto simbolico che si fonda sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura. Attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale, il suo lavoro va inteso come continuazione dell’opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale.
Mostre e attività culturali:
Espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d’Autore, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia, sugli artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell’Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Per essere stato tra i primissimi artisti ad aver impiegato la sua impronta pittorica ai nuovi materiali e alle recenti tecnologie, viene inviato nel 2012 dall’Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L’essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all’iPad. Nello stesso anno con le opere realizzate mediante l’iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli e di seguito alle storiche rassegne d’arte nazionali: nel 2014 al Premio Sulmona, nel 2015 al Premio Vasto, nel 2018 al Premio Marche. Durante la sua carriera le sue opere sono state poste in dialogo diretto con alcuni maestri dall’arte italiana, quali Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto e Mario Giacomelli, in mostre intitolate La quarta dimensione. Ha esposto nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi nella sede di Torino e qui con Imago Mundi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Dal 2013 lavora a Mara as Muse, un progetto composto da dipinti, disegni, fotografie, libri e oggetti d’arte, che tratta del rapporto della presenza femminile nell’ispirazione artistica, la cui trilogia è stata presentata a fine 2017 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli, la cui performance si tiene nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno e in un happening sulla cima di un’antica torre. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell’Assunta collegato alla personale Empireo. Nel 2016 è l’ideatore del festival sul pensiero contemporaneo La Sibilla e i Nuovi Visionari. Nel 2017 è stato in mostra a Venezia e Monaco di Baviera nella collettiva Our place in space promossa da NASA ed Esa che prosegue nel 2018 in un tour mondiale. Nello stesso anno organizza Indipendenti, Ribelli e Mistici, una rassegna di incontri interculturali che ha coinvolto numerosi studiosi provenienti da vari ambiti. Sempre nel 2017 il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle ha celebrato il quarantennale con la sua mostra personale dal titolo Fly Sky and Air. Nel 2018 inaugura la mostra Lepanto dedicata alla famosa battaglia, nel Museo Diocesano di Gaeta dove è conservato lo stendardo della flotta. Nel maggio 2019 è stata presentata al Museo d’Arte Contemporanea di Roma (MACRO) la quarantesima pubblicazione dedicata al suo lavoro. Nello stesso anno si tiene la mostra Underworld dedicata al tema dell’inconscio visto attraverso la metafora delle creature marine, successivamente si sono svolte le personali dal titolo Il tempo dei trentasei giusti a Villa Caldogno nel vicentino e al Museo Michetti in Abruzzo, la mostra Eschatology, opere monumentali sul mistero ultimo. Nel 2020 con la mostra Araxis – opere tessute, rivoluziona il tradizionale concetto di arazzo attraverso un nuovo modo di concepire le sfumature dei colori mediante una particolare sovrapposizione di migliaia di fili. Sugli arazzi ha immaginato figure archetipiche di una ritualità che si rinnova nel tempo. Sempre nel 2020 presenta il progetto Sundance – le opere ipercubiche, una collezione di lavori inseriti in una cornice di pelle a loro volta racchiusi in altri due contenitori, a richiamare il senso di attesa, nello svelare l’opera non immediatamente ma in passaggi successivi. Un sole nero campeggia sui fondali astratti, diverso per ogni immagine si rifà ai racconti di alcune veggenti, sulla danza dell’astro nel cielo. Nello stesso anno è stato invitato al XXV Premio Cimitile di Napoli con un dipinto di quasi 10 metri di lunghezza per 2 metri di altezza e di seguito presso l’Archivio di Stato di Pesaro tiene una mostra dal titolo: Ritratti – sguardi ed anima. Nel 2021 è regista del film Le nove oscurità degli inferi. In questi giorni è in corso la mostra intitolata DARKNIGHTS in cui le opere di carattere simbolico, si relazionano con la natura all’aria aperta.
L’importanza della Musa ispiratrice:
Da sempre i maggiori artisti hanno avuto al loro fianco una presenza femminile che ha esaltato le loro intuizioni. Mario Vespasiani è tra i pochi autori che fin dall’esordio ha reso partecipe agli altri della sua musa Mara, al punto che oggi formano una delle coppie più autorevoli del panorama artistico. Una relazione vera, di dualità e complicità, documentata da mostre, opere e pubblicazioni costanti che sotto il titolo di Mara as Muse hanno concretizzato una storia reale, tra vita e arte. Nel 2019 il magazine Eventi Culturali, ha dedicato alla coppia la copertina del numero di dicembre.
Arte e solidarietà:
Nel 2020 durante l’emergenza sanitaria globale, si è dedicato al progetto artistico-sociale Per aspera ad Astra, attraverso il quale è riuscito a coinvolgere un pubblico internazionale mediante l’uso dei social network, invitando chiunque a descrivere il periodo del lockdown con fotografie di dettagli astratti del contesto quotidiano. Nel mese di luglio ha tenuto dei laboratori dal titolo: Cavalcare la tigre, incontri sull’arte e sul coraggio, diretti a stimolare il pensiero creativo ed etico degli adolescenti, i soggetti più colpiti a livello psicologico dalla pandemia. A ottobre inaugura presso l’Archivio di Stato di Pesaro una mostra dal titolo: Ritratti – sguardi ed anime dedicati ai grandi uomini della cultura, apprezzati dall’artista e scomparsi nel 2020.
Pubblicazioni e libri:
Oltre quaranta le pubblicazioni che documentano la sua ricerca ed è tra i pochissimi artisti ad avere una bibliografia completa fin dalla prima mostra. Nel 2021 è finito sulla copertina della rivista Eventi Culturali. Nel mese di settembre anche la rivista Exit Urban Magazine a dedicato a lui e a Mara la copertina.
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