Neve e sangue, ciak sui Sibillini nelle zone del terremoto

Neve e sangue, ciak sui Sibillini nelle zone del terremoto

2022-01-11 – Sono iniziate ieri le riprese di “Neve e sangue“, opera prima del regista marchigiano Giorgio Cingolani, prodotto da Arbash con il sostegno della Regione Marche attraverso il Bando Filiera Cineaudiovisiva – Fondi POR FESR 2014-2020, e di Marche Film Commission – Fondazione Marche Cultura.

 

 

Il film, a cui il regista e antropologo recanatese ha voluto dare un taglio documentaristico scegliendo come attori gli abitanti delle zone terremotate, sarà interamente girato nelle Marche, tra Visso, Ussita e Castel Sant’Angelo sul Nera, e sulle montagne limitrofe, tra boschi e sentieri innevati.
L’opera si basa su una storia vera e affronta sia il tema del terremoto e della mancata ricostruzione, che costringe ancora oggi la gente a vivere nelle casette prefabbricate, mentre i paesi sono avvolti dalle macerie, che quello dello spopolamento delle montagne, che rischiano di desertificare, sia fisicamente che culturalmente, interi territori del nostro paese.
Una storia che racconta la solitudine, ma anche la caparbia resistenza, di Giuseppe e Sofia, un vecchio allevatore e una giovane donna, che si ostinano a rimanere tra le montagne dove sono nati, per non perdere la speranza e dare un senso alle proprie vite.

Le vicende si svolgono in un paese alle pendici dei Monti Sibillini a due anni da una terribile serie di eventi sismici che ha distrutto gran parte dei paesi del territorio montano. Qui l’anziano allevatore Giuseppe, ormai ottantenne, vive isolato in una vecchia casa colonica e si appresta ad affrontare l’arrivo di un nuovo inverno in condizioni precarie con i suoi animali. Le circostanze avverse, la ricostruzione che tarda a iniziare, la latitanza della politica nel dare risposte agli allevatori rimasti senza stalle e la prospettiva di dover resistere all’ennesimo rigido inverno, obbligano Giuseppe a valutare una scelta dolorosa: per permettere ai suoi animali di sopravvivere, potrebbe scendere a patti con Alfredo Moretti, ricco sindaco e imprenditore del paese, che vorrebbe acquistare la sua proprieta? per sviluppare un grande progetto speculativo nel tentativo di risollevare l’economia del territorio.
Giuseppe e? sul punto di cedere quando il destino lo chiama a confrontarsi con una realta? drammatica che lo convince a resistere ancora. Perche? anche quando il destino sembra scritto, si puo? scegliere da che parte stare e cambiare il corso degli eventi.

Dopo più di due anni di attesa, dovuta alla situazione legata alla pandemia globale che tanti problemi ha dato a tutto il settore cinematografico” dichiara il regista Giorgio Cingolani, “finalmente ci apprestiamo a iniziare le riprese del film Neve e sangue. Il film, che è ambientato nei paesi colpiti dall’evento sismico del 2016, vedrà ergersi a protagonista anche la natura maestosa dei monti Sibillini. Il terremoto diventa così metafora di un mondo che sembra andare in pezzi e di come si può restare ancorati ad un senso di umanità nonostante tutto e dove ci si salva solo insieme e grazie agli altri e mai da soli“.

NOTE DI REGIA
“Neve e sangue” è un film sulla riscoperta dei valori profondi che legano gli esseri umani tra di loro e che danno un senso alla vita. Ma è anche un film che intende sollecitare lo spettatore a trovare i nessi nascosti che animano l’agire dell’anziano protagonista e che danno significato alle sue azioni in relazione all’ambiente che lo circonda, agli “antichi” valori di cui si fa portatore e testimone.
Il film comincia fissandosi sull’uomo e sulle sue azioni quotidiane e poi via via sposta il centro dell’attenzione su tutto ciò che gli sta intorno: emerge così l’importanza dell’ambiente naturale e il vivere in connessione con esso; anche il valore delle tradizioni contadine di una volta assumono un significato simbolico in riferimento alla vita quotidiana del vecchio contadino e alla sua mentalità (e per contrasto alla mentalità del resto degli abitanti del paese) finendo per dare allo spettatore più riferimenti alla volta da cui inquadrare la storia e i personaggi. Ovviamente, in questo spostamento progressivo di ottica dal protagonista all’ambiente circostante, dalla società di oggi alla tradizione del passato, dal mito al rito, si vorrebbe che fosse contenuta anche una scoperta: la scoperta di una pari dignità fra gli esseri umani e il profondo legame che essi sono tenuti ad instaurare tra di loro e con l’ambiente che li circonda. Le Marche, prima che una terra dal fascino particolare, che in molte parti appare “incontaminata”, è il luogo in cui il sapere popolare, la tradizione, porta a vedere oltre l’apparenza superficiale delle cose, a immaginare di continuo la sopravvivenza di qualcosa che transita da un involucro a un altro.

Il film è prodotto dalla Arbash di Pasquale Scimeca (Placido Rizzotto, Rosso Malpelo, Biagio, I Malavoglia, eccetera) e Linda Di Dio, ed è stato sostenuto dalla Regione Marche con il bando Por-Fesr 2014-2020 e da Marche Film Commission – Fondazione Marche Cultura.

Il film si basa su una storia vera, riportata dalle cronache dei giornali ed
affronta sia il tema del
terremoto e della mancata ricostruzione, che costringe
ancora oggi la gente a vivere nelle casette prefabbricate, mentre i paesi sono
avvolti dalle macerie, che quello dello
spopolamento delle montagne, che
rischiano di desertificare, sia fisicamente che culturalmente, interi territori del
nostro paese.
Il regista, che è anche un antropologo che vive su quei territori, vuole
raccontare la solitudine, ma anche la caparbia resistenza, di
Giuseppe e Sofia,
un vecchio allevatore e una giovane donna, che si ostinano a rimanere tra le
montagne dove sono nati, per non perdere la speranza e dare un senso alleproprie vite.
SINOSSI
In un paese dei monti Sibillini semidistrutto dal terremoto, Giuseppe, si ostina a
vivere nella sua vecchia casa, nonostante il sisma abbia ucciso la moglie e
provocato gravi danni alla stalla e alla sua proprietà.
Chiuso in sé stesso, prigioniero della sua solitudine, Giuseppe ha un’unica
amica, Sofia, una giovane donna che come lui ha scelto di rimanere sulle
montagne dove è nata, come gesto anticonformista di resistenza.
Siamo in inverno, e la neve caduta in abbondanza, copre le cime dei monti, i
boschi e le casette SAE dove ancora oggi vive la gente, tra le macerie del terremoto.
Una mattina, durante una battuta di caccia nel bosco, Giuseppe trova Amadou,
un ragazzo ivoriano, ferito e mal ridotto che lavorava in nero in uno dei cantieri
“della ricostruzione” alla mercé dei “caporali”.
Lo porta a casa sua, e lo cura, insieme a Sofia e al suo fidanzato Andrea (un
giovane medico che ha scelto anche lui di rimanere sulle “sue” montagne).
Andrea e Sofia decidono di indagare sulle malefatte dei “caporali” e così
scoprono che l’Ingegnere del cantiere, vuole mettere in atto una speculazione
edilizia che prevede la costruzione di un Resort di lusso, mentre Giuseppe
continua a occuparsi del ragazzo, in attesa che guarisca.
Arriva così il 20 gennaio, giorno in cui si celebra la festa di San Sebastiano.
Durante il giorno di festa, l’ingegnere presenta alla comunità locale il mega
progetto speculativo del Resort. Ma la gente del posto si ribella e chiede a gran
voce che prima vengano ricostruite le loro case.

Ne nasce una rissa, durante la quale, i caporali aggrediscono Sofia e Andrea, e
quando i due ragazzi vanno a trovare Giuseppe,
con ancora ben visibili i lividi e le ferite riportate, Amadou, decide di
denunciare la situazione di illegalità e di sfruttamento che si vive nel “cantiere”.
Amadou, ormai guarito può inseguire il suo sogno di raggiungere la Francia,
dove ha degli amici.
Ma prima di andar via, abbraccia Giuseppe e riconoscente, gli regala il suo grisgris portafortuna,
per lui prezioso, perché gli è stato dato dalla moglie prima di
intraprendere il suo pericoloso viaggio verso l’Europa.
Giuseppe, rimasto solo un’altra volta, vaga per la casa vuota in preda alla
malinconia, ma qualcosa nel suo intimo è successo, ormai è uscito dal suo
isolamento ed è pronto a riprendersi la sua vita.

SCHEDA
Titolo provvisorio: Neve e sangue
Regia: Giorgio Cingolani
Attori protagonisti: Gli abitanti delle zone terremotate.
Location principali: Comuni di Visso, Ussita, Castel Sant’Angelo sul Nera.
Produzione: Arbash
Con il contributo della Regione Marche
E con l’utilizzo del Tax Credit interno
Formato: Digitale, colore.
Durata: 85/90 minuti circa
Riprese: Tre settimane (dal 10 al 29 gennaio 2022)
Post Produzione: dal 07/02 al 31/05/2022.

CAST LIST

NOMI RUOLI
Nazzareno Mignini Giuseppe
Souleymane Diao Amadou
Angelica Aureli Sofia
Francesco Vesprini Andrea

 

CREW LIST

NOMI RUOLI
Giorgio Cingolani Regista
Marcello Montù Aiuto Regista
Ludovica Mancini Segretaria di Edizione
Linda Di Dio Organizzatore
Stefano Marchegiani Location Manager
Sofia Secchiari Segretaria di Produzione
Giuseppe Scimeca Ispettore di produzione
Emanuele Ercoli Runner
Giacomo Barbaccia Amministratore
Uliano Paolozzi Balestrini Direttore della Fotografia
Francesco Principini 1° Assistente Operatore
Emmanuele Galieni Video Assist
Michele Conti Fonico
Matteo Fusi Microfonista
Giacomo Pompei Scenografo
Luca Manuli Costumista
Francesca Bracci Montatore

 

 

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