ASCOLI PICENO – I commenti degli amministratori, di ieri e di oggi, ed i ricordi di chi ha vissuto i difficili mesi delle riprese in pieno lockdown. Sabato 26 febbraio e martedì 1 marzo, la cena (chi vuole anche in abiti d’epoca) per rievocare le atmosfere del film. Ascoli, dal lockdown alla concreta possibilità di ambire a Capitale italiana della cultura 2024: un percorso che, non a caso, passa per il Caffè Meletti.
L’Ombra del Giorno in doppia anteprima nazionale ad Ascoli Piceno
Era marzo 2020 quando sono iniziate le riprese de “L’ombra del giorno”, con evidente preponderanza di scene girate – per scelta del regista di casa nostra Giuseppe Piccioni – nello storico locale di Ascoli, “il più grande caffè storico d’Italia”, vale la pena di sottolineare.
C’era tutto quello di cui l’organizzazione aveva bisogno, dalle antiche credenze, riesumate per l’occasione poi lasciate in bella mostra, all’atmosfera, apparentemente leggera e ostentatamente sfarzosa, sulla quale però si estendeva inesorabile l’ombra del dramma, la Seconda Guerra mondiale.
Per mesi, il Caffè Meletti è stato la casa dello staff capitanato da Piccioni e che ha visto Riccardo Scamarcio attore e produttore.
A distanza di due anni, dopo la doppia presentazione del film (in esclusiva per Ascoli e gli ascolani, ai cinema Odeon e Piceno, il 23 febbraio) il Caffè Meletti e la sua storia sono tra i cavalli di battaglia, per la corsa della città e del Piceno a Capitale della Cultura 2024, motivo d’orgoglio e grimaldello per la rinascita.
Ci punta il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti che, dopo la proiezione del film, si è unito a regista e attori alla cena nello storico Caffè. Ad accoglierli, cittadini in abiti d’epoca, pronti a tornare “in scena” per i prossimi appuntamenti, in programma per sabato 26 febbraio e martedì 1 marzo. Una cena alla quale i cittadini possono presentarsi anche in maschera o in abiti d’epoca, se vogliono (per prenotazioni ed informazioni 366.3192078).
Così ha fatto, mercoledì scorso, Anna Monini, vice presidente del nuovo consiglio d’amministrazione della “Caffè Meletti srl”: «Il film – ha spiegato l’architetto Monini – è ambientato negli anni ‘30. Il Caffè Meletti era attivo già da tempo, nel suo stile liberty, e perfettamente adeguato alle esigenze cinematografiche. E’ stata l’occasione per riportate alla luce oggetti originali, come le antiche credenze, che adesso sono rimaste a disposizione dei cittadini, che possono così respirare di nuovo quelle atmosfere, ben ripristinate nelle scene. I tavoli, le divise dei camerieri, anche le tovaglie sono dell’epoca.
Gli arredi del Caffè Meletti sono, per il 95%, quelli originali, sempre ben tenuti e oggetto di continui restauri, alcuni recenti. Sono state state fatte delle aggiunte, per essere doverosamente al passo i tempi.
Per quanto riguarda il film, ad esempio, sono stati utilizzati i tavolini, quelli pure originali e vincolati dalla Soprintendenza, ma alcuni completamente rifatti in copia con l’ausilio della tecnologia digitale».
Nulla sarebbe stato possibile, senza la volontà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli, che ha voluto restituire il Caffè Meletti alla cittadinanza, con un’opera di investimenti e promozione, per confermarlo nel ruolo di cuore pulsante della città, vetrina del Piceno e trampolino di lancio su un panorama internazionale, sulla scia della visibilità che saprà dare ad Ascoli “L’ombra del giorno”.
Così il presidente della Fondazione Carisap, Angelo Davide Galeati: «Il Caffè Meletti resta, negli intenti della Fondazione, una struttura che deve essere il cuore pulsante della città. Crediamo che un’attività di questo genere sia un’attrattiva anche per tutta la comunità, ascolana e dei dintorni. E per il turismo che, seppure ancora oggi di tipo “mordi e fuggi”, può trovare una degna accoglienza nel salotto della città, che resta il Caffè Meletti, sul quale la Fondazione continua ad investire.
Lo sta facendo – continua il presidente Galeati – puntando sulle persone, di qualità, come coloro che compongono il nuovo Cda, a partire dal presidente Longino Carducci, scelto per sue capacità manageriali, e che sta dando già ottimi risultati».
I membri del nuovo Cda sono, oltre al presidente Carducci e alla vice Monini, anche Roberta D’Emidio, Oreste Curi e Pino Ciabattoni.
«E’ stata riaperta la pasticceria – aggiunge Galeati – adesso si punterà sulla ristorazione. Che dire a questo punto, aspettiamo che la bella stagione, con l’arrivo dei turisti, ci porti grandi soddisfazioni».
Cosa ci si aspetta dalla spinta del film di Piccioni, da pare del Caffè Meletti?
«Il film, che restituisce un’immagine impattante e dalla forte carica emotiva, di certo rappresenta una bellissima vetrina per il locale, come anche per Ascoli».
«Cultura – afferma il presidente del consiglio d’amministrazione della “Caffè Meletti srl”, Longino Carducci – è ciò che non si vuole dimenticare, ciò che una comunità vuole mantenere, alimentare e di cui godere.
Eventi come questo contribuiscono ad aumentare la percezione del Caffè Meletti come patrimonio inestimabile della città di Ascoli e della “città diffusa” che è tutto il nostro Territorio.
Di questo io e tutto il mio Cda siamo orgogliosi ed alla custodia e allo sviluppo di questo patrimonio dedichiamo il nostro impegno e la nostra buona volontà».
Impossibile dimenticare i giorni in cui si giravano le scene, mentre Ascoli e Piazza del Popolo erano immersi nel silenzio e nella desolazione. Unico sottofondo, le tragiche notizie che arrivavano sul fronte del Covid.
«Le riprese – racconta Valter di Felice, l’allora amministratore della “Caffè Meletti srl” – sono iniziate in concomitanza con il lockdown, a marzo 2020, dopo una fase preparatoria a febbraio.
Inconsapevolmente ci si è ritrovati in una situazione nuova, dove l’entusiasmo s’intrecciava con la preoccupazione per un futuro incerto, i cui effetti, parlo anche della batosta ricevuta dal settore della ristorazione ma solo per restare in tema, erano ancora sconosciuti.
Il momento – sono ancora le parole di Di Felice – è stato vissuto con grande passione all’interno del Caffè Meletti, dove giorno per giorno prendeva piede la consapevolezza che si stava facendo qualcosa di importate per la città e per i cittadini, qualcosa che sarebbe rimasto nel tempo dopo, quando il terribile momento sarebbe passato.
Non è stato facile, per via dei rigidissimi protocolli imposti dalle restrizioni anti Covid.
La situazione ha richiesto un impegno ancora più grosso, tutti i giorni l’intero staff si doveva sottoporre a tampone e attendere l’esito prima di entrare sul set.
La produzione aveva messo un Covid manager e il Caffè Meletti un medico, a tutela dei dipendenti. Inoltre avevamo una macchina per la sanificazione costantemente in uso».
Le sue impressioni dopo aver visto il film?
«Un fortissima emozione. E una sensazione che si è concretizzata: il mondo intero vedrà Ascoli. Lo confesso, la lacrimuccia c’è scappata».
I dipendi del Caffè Meletti, tra le comparse dell’opera cinematografica. Tra loro Vanessa Angelini, responsabile della pasticceria, nel film «un’assidua cliente del Caffè», riferisce, ammettendo di non aver ancora avuto modo di vederlo proprio perché in servizio nel giorno dell’anteprima: «E’ stata un’esperienza indimenticabile e una grande emozione partecipare, ancora di più nel difficile periodo del lockdown. Sono rimasta colpita dall’incredibile lavoro che c’è dietro ad ogni scena. Per pochi minuti di riprese, ore e ore di preparazione».