dall’UniUrb

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Presentati progetti e obiettivi di Uniurb Sostenibile
Venti videolezioni disponibili online per acquisire nuove competenze in materia di sostenibilità –

È stata presentata questa mattina, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Urbino, la pagina Sostenibile Uniurb che si propone quale prezioso strumento di comunicazione e condivisione di progetti sostenibili. In particolare, 17 obiettivi declinati attraverso 20 videolezioni di altrettanti docenti dell’Ateneo, presentati da diverse prospettive disciplinari, che hanno risposto alla domandaChe cos’è la sostenibilità?”.

<All’interno dell’Università di Urbino si è riscontrato un grande coinvolgimento> ha evidenziato il rettore Giorgio Calcagnini nel suo saluto <sul tema dello sviluppo sostenibile e dei comportamenti virtuosi in tal senso, sia individuali che collettivi, e ora anche gli uffici si stanno strutturando per sostenere al meglio tutte le iniziative e i progetti che vanno in tale direzione>

Un impegno che la prof Elena Viganò, Prorettore alla Sostenibilità, ha fatto suo con grande passione ricordando in apertura le iniziative già svolte, come quelle legate al risparmio energetico, la raccolta differenziata, il “Cammino del Duca”, i laboratori sostenibili e altre ancora.

<Ora abbiamo 17 obiettivi da raggiungere> ha spiegato la docente <che fin da oggi possono essere seguiti e condivisi sulla pagina https://sostenibile.uniurb.it attraverso 20 lezioni di docenti di Uniurb, collocati sulla piattaforma messa a disposizione dal Centro Integrato Servizi Didattici ed E-Learning (CISDEL). In questo modo i nostri progetti saranno sempre più diffusi tra studenti, docnti, personale, cittadini e stakeholders e condivisi al livello nazionale dalla RUS, la Rete delle Università Sostenibili>.

E proprio quale Responsabile del gruppo RUS Educazione, la prof. Silvia Fioretti ha fatto presente che <sempre di più, uno studente che voglia progettare la sua futura professionalità è chiamato a impegnarsi e ad acquisire competenze in materia di sostenibilità, che avranno un ruolo sempre maggiore in ogni settore. Non solo dunque obiettivi di carattere etico ma momenti formativi importanti, rivolti sia agli studenti che ai docenti e al personale dell’Ateneo>.

Non resta dunque che seguire le 20 videolezioni, distribuite su tante discipline, come evidenziano i titoli. Dagli ambiti scientifici di “Acqua pulita e servizi iginico-sanitari” , “Come combattere il cambiamento climatico”, a quelli socio-economici “Sconfiggere la povertà”, “Transizione agroalimentare”, umanistici “Scienze umanistiche e sostenibilità”, “Eguaglianza di genere”, “La sostenibilità sociale” e altri ancora.

Definito per la prima volta il Microbiota ideale dell’italiano: lo studio pubblicato su Scientific Reports

Il gruppo di lavoro dell’Università di Urbino coordinato dai docenti Pietro Gobbi e Marco Rocchi ha appena pubblicato sul giornale Scientific Reports del gruppo Nature uno studio volto a definire esattamente quale sia il “Microbiota” normale dell’italiano in buona salute. Tutti ormai sanno dell’esistenza di questo “organo”, formato da batteri che vivono nel nostro intestino e che influenzano, come organi ben più classici del nostro corpo, lo stato di salute dell’individuo. Ma quale sia il microbiota “normale”, di italiani sani, di diverse regioni del nostro Paese, lo dice, per la prima volta compiutamente, questo studio multicentrico (e multidisciplinare) coordinato dall’Università di Urbino Carlo Bo, che vi ha messo in gioco anche le maggiori risorse umane necessarie alla sua stesura.

Ma quale sarebbe il “microbiota normale”?

<La definizione più semplice> risponde Pietro Gobbi < potrebbe essere, semplicisticamente, “i microorganismi che colonizzano l’intestino di ognuno di noi”. Ma ciascun essere umano ospita più di 35 mila miliardi di batteri (principalmente nel tratto intestinale) e che questa massa di microorganismi interagisce in maniera strettissima con l’individuo ospite, modulandone aspetti fondamentali quali il metabolismo, incluso quello del Sistema Nervoso, con un impatto quindi anche psichico, e il sistema immunitario. Da tutto ciò si comprende come si sia, in realtà, di fronte ad un vero e proprio “organo aggiunto”, pur di natura microbiologica, che si deve necessariamente includere nello studio dell’Anatomia e della Fisiologia Umana e che con gli “organi classici” interagisce intensamente. Come ogni organo costitutivo, anche questo “organo aggiunto” ha una sua variabilità individuale, dipendente sia dall’ambiente che dalla tipologia di alimenti che si consumano e certamente anche altri fattori (alcuni di questi valutati nel presente studio) possono incidere sulla costituzione di questa struttura. Alterazioni di quest’organo, è indubbio, incidono sull’individuo, in un rapporto che, reciprocamente, induce a far pensare alla eubiosi (equilibrio tra i microorganismi) come un elemento fondamentale della salute e viceversa.

Lo studio del microbiota, così come si presenta in un campione significativo di popolazione in buona salute del nostro Paese, diventa dunque un’affidabile fotografia, studiata nella sua morfologia alla stessa stregua di un organo “normale” sano, dell’effettivo stato di salute degli individui. Un ampio gruppo di lavoro, costituito da medici, gastroenterologi, anatomisti, microbiologi, fisiologi, epidemiologi, ambientalisti, farmacologi e biostatistici, di numerosi Atenei (Urbino Carlo Bo, Università Politecnica delle Marche, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Università di Roma “La Sapienza”) con i Ricercatori del IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo e medici del “Progetto Microbioma Italiano” di Padova, coordinato dai morfologi e biostatistici di UniUrb, ha potuto “scattare”, per la prima volta nel nostro Paese, la “fotografia” (e descriverla in maniera particolareggiata) al microbiota dell’ “italiano sano”, definendone i confini di ciò che può essere considerato “normale” e sano, pur nella individuale variabilità, cercando anche di definire lo “scheletro” fondamentale microbico che deve essere alla base di questo “organo” sano. Questo rappresenterà senz’altro il punto di partenza di una strada verso futuri studi, di questo gruppo come di tutti i ricercatori del settore, (dato che la pubblicazione è “open source” sul sito https://www.nature.com/articles/s41598-022-08000-x). Studi che saranno volti a verificare la relazione tra stati di malattia, microbiota e suo scostamento dalla norma qui descritta.

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