Il ricordo del luminare della medicina Antonio Vespasiani, nelle parole del nipote, l’artista Mario Vespasiani

Il ricordo del luminare della medicina Antonio Vespasiani, nelle parole del nipote, l’artista Mario Vespasiani

Venerdi 25 marzo a Milano, dopo una lunga e operosa vita, è tornato alla casa del Padre il dottor professor Antonio Vespasiani, medico autorevole e pioniere della chirurgia della mano.

 

 

Semplicemente “lo zio” per me, figura carismatica e imprevedibile dell’intera famiglia, dall’animo inquieto e curioso, ironico e colto ma dal fare pratico, capace di adoperarsi immediatamente per un qualsiasi problema di sua competenza. Aveva una qualità rara nella medicina attuale, possedeva uno sguardo diagnostico complessivo, gli bastava osservare il volto, la postura o perfino dalla seduta riusciva a cogliere determinate condizioni cliniche, intervenendo non di rado sul posto, con opportune manipolazioni che lasciavano stupiti, ma sollevati gli stessi soggetti coinvolti e che magari lo avevano raggiunto per altri motivi.
Spesse volte abbiamo parlato della mano, il suo campo d’azione quotidiano, dall’ambito medico fino a quello artistico, dove apprezzava più di altri non solo i temi e gli argomenti che trattavo nei miei dipinti, quanto i movimenti del poso e delle dita, che intravedere nei segni del pennello impressi sulla tela. Da lì era in grado di leggere la mia psicologia, la farmezza d’animo di chi tratta un simile strumento, a volte come una sciabola altre volte come un ventaglio che espande colore come aria. Lodava questo mio atteggiamento di essere “elastico” flessibile nelle varie fasi cicliche e dunque vitali, ma comunque ostinato –  proprio tipo lui – pronto ad accettare tutti i consigli, per poi fregarsene e fare di testa propria.
Nato a Ripatransone nel Piceno 85 anni fa, pur vivendo da sempre a Milano, non ha mai abbandonato il luogo d’origine, mantenendo un legame costante anche nei periodi di lunga assenza, continuando ad elaborare progetti e consigli per la conservazione e la promozione del patrimonio culturale. Ricordo le serate estive in villa, gli scatti fotografici con le mie modelle, con le quali si soffermava a parlare nelle varie lingue, i suoi interventi musicali al pianoforte, poi le partite a golf, che in pratica consistevano nello spiegare all’ospite di turno che nessuno di noi avrebbe mai colpito la pallina più forte di lui. Questa sua esuberanza, spontaneità e sapienza, mi avevano suggerito nel 2016 di chiedergli di essermi testimone di nozze, alle quali, si presentò con un completo spezzato bianco e nero, un abbinamento simile scelto anche dall’altro testimone, risultando perfetti per rappresentare attorno a noi l’unione di due opposti, mentre io indossavo un completo azzurro a richiamare il cielo e Mara un abito di pizzo color sabbia tenue, a identificare l’elemento terrestre.
Oltre ad esser stato un giovanissimo professore all’Università di Milano e riconosciuto per aver introdotto strumenti e tecniche ora adottati in tutto il mondo è stato tra i primi in Italia ad aver promosso la “crioterapia” (la cura mediante il freddo) un trattamento medico-estetico di origine antichissima, capace di alleviare in modo naturale numerosi disturbi, come di tonificare il corpo, sia in ambito estetico che sportivo. Per questo insieme a Mara avevano deciso di installare nelle Marche, presso gli Ambulatori Medici San Biagio a Fermo, la criocabina total body, per consentire anche lungo la fascia adriatica di usufruire di tale beneficio. Proprio qualche settimana fa, proposta anche in abbinamento alle cure inalatorie di cui il centro è specializzato, lo ricordo esaltare le qualità delle acque termali come metodo ottimale nella prevenzione delle patologie respiratorie.
Sono sicuro che tra i primi ad accoglierlo, sarà mio nonno Mario, a cui lo legava un affetto profondo e la cui scomparsa prematura, che risale ormai a cinquant’anni fa, lo induceva a ripetermi di portare avanti lo stesso approccio alla vita generoso e gioioso. Tra le numerose testimonianze di cordoglio cito solo quella del sindaco Giuseppe Sala e dell’intero consiglio comunale, dove rimarcano giustamente i suoi meriti e il suo esempio per le nuove generazioni. Quale cittadino benemerito di Milano, premiato con l’Ambrogino d’Oro, l’estremo saluto avverrà domani martedi 29 marzo 2022 in uno dei luoghi più carichi di significato della città, la basilica di Sant’Ambrogio, il cui aspetto storico-artistico oltre che religioso immagino sia la sintesi più efficace della sua vita, spesa nella ricerca incessante, nella sete di sapere e di fare, nell’indole a guardare oltre, dove il bene e il bello si tengono per mano.
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