Lattanzi, Oddi, Falco: “Prendiamo atto di un fallimento e usciamo dalla Lega”

Lattanzi, Oddi, Falco: “Prendiamo atto di un fallimento e usciamo dalla Lega”

San Benedetto del Tronto, 2022-06-29 – Riceviamo e pubblichiamo

 

 

 

<<Questa nota stampa prende atto in primo luogo di un fallimento.

Il fallimento di esperienze individuali, e di persone che non si rassegnano, dopo una esperienza partitica deludente, ad adeguarsi ad un sistema partitico esteso e generalizzato non solo in Lega, ormai consapevoli che questo territorio non sarà autenticamente rappresentato da alcun centro politico partitico fintanto che esso rimarrà diviso ed arroccato su una visione che pone come centro di comando indiscusso i riferimenti esterni.

Antonio Lattanzi, sostenitore della Lega per Salvini da almeno quattro anni, è arrivato alla conclusione che ormai del partito è rimasto un simulacro di partecipazione e democrazia, mentre in realtà il timone resta saldamente in mano ai soliti decisori invisibili, senza mai autenticamente mettere in discussione la leadership imposta, rispondente ad interessi elettorali estranei al territorio sambenedettese e costiero e con esso spesso confliggenti.

Antonio ha iniziato la sua esperienza in Lega carico di entusiasmo, motivato ed attivo, ha frequentato con sacrifici la scuola di formazione politica a Milano e si è impegnato concretamente nelle iniziative del partito. Ciononostante lo scorso anno gli è stata negata la militanza, forse a causa del suo carattere poco avvezzo a filtrare il suo disappunto e le sue critiche, volte a migliorare l’incisività delle azioni intraprese dal partito ed a favorirne la rappresentatività e la crescita: ha deciso oggi di porre fine, con dispiacere e lunga valutazione, alla sua esperienza in Lega.

Antonio Oddi è in Lega dal 2020, prima come sostenitore e dal 2021 come militante, sempre attivo e partecipe alla vita del partito, ma sempre costruttivamente critico su tutto ciò che andava fatto a vantaggio del suo territorio e della città di San Benedetto, ha ben presto compreso che nell’ordine costituito non era gradita la critica e che nonostante le promesse, restava inascoltata la voglia di cambiamento e di emancipazione dai riferimenti politici dell’entroterra.

Le modalità con cui si è svolto il recente congresso Lega lo hanno convinto che, purtroppo, il partito non costituisce un elemento propulsore ed innovativo per questa città, ma un modo di mantenere ben salda la dipendenza della Costa Picena dal volere e dalle esigenze del bacino elettorale dei riferimenti regionali del cdx, tutti localizzati nel capoluogo di provincia, senza in questo differire dal precedente sistema sambenedettese di csx. Il fatto che non si sia voluto individuare in occasione delle scorse elezioni regionali, un soggetto appartenente a questo territorio, che ne rappresentasse in Regione le necessità e le esigenze, è indicativo della cecità dei vertici-decisori, e di quello che si è palesato come puro gioco politico di mantenimento dello status quo e di calcolo delle preferenze, così come avviene ed è sempre avvenuto nell’area di csx, per dare assoluta preminenza a centri di interesse esterni.

In occasione del congresso per il rinnovo del coordinamento cittadino, ha visto impedire l’attribuzione della militanza, che conferisce il diritto di voto, a coloro che era chiaro avrebbero remato per un cambiamento radicale che garantisse la rappresentatività delle varie esigenze al direttivo, che detterà l’azione della Lega cittadina, si è visto isolare, insieme ai pochi “dissidenti”, mentre i commissari provinciale e regionale, cui era stato chiesto supporto, non hanno fatto alcunchè, permettendo che restassero in carica i votanti al congresso “blindati” e devoti alla coordinatrice cittadina in carica, gradita evidentemente alle istituzioni provinciali e regionali, e la cui militanza era stata proposta o approvata dalla stessa.

Deluso in toto da questa esperienza, Antonio Oddi si è determinato a non rinnovare la militanza per il 2022 e ad uscire dalla Lega, lanciando nel contempo un appello ai vertici regionali e centrali del partito, affinchè non restino sordi davanti alle istanze dei territori, pena la caduta libera e l’estinzione, già preannunciata dall’esito del ballottaggio per le recenti amministrative.

Infine Rosaria Falco, ex consigliere comunale, entrata in Lega nel 2020 dietro istanza di riferimenti regionali del territorio, che dicevano di voler avviare un cambiamento radicale del partito all’insegna dell’autonomia della Lega costiera e dell’azione di riequilibrio tra il Piceno ed il nord delle Marche, ma anche tra la costa ed il capoluogo: riequilibrio ed equità erano le parole ricorrenti, soprattutto in sanità, campo particolarmente caro alla Falco.

Critica sin dal suo ingresso nel partito, e da subito in conflitto con il modus operandi della cooordinatrice, veniva immediatamente emarginata e depotenziata, osteggiata in ogni modo, minacciata di espulsione nel corso della campagna elettorale delle amministrative di San Benedetto del Tronto per aver avversato la confusionaria posizione partorita da una commissione interna riservatissima sulla sanità, i cui contenuti erano sconosciuti persino all’unico consigliere comunale e capogruppo leghista dell’epoca, Emidio De Zompo.

Unica azione positiva, ma risultata fine a se stessa, del partito a livello provinciale, cui la Falco stessa ha collaborato insieme al dott. Baiocchi, presidente del Comitato di cui entrambi sono tra i fondatori, risultava essere un piano provinciale di riorganizzazione dei servizi sanitari ospedalieri, considerato davvero equilibrato, ma per certi politici dell’entroterra evidentemente “troppo” equilibrato in favore dell’ospedale costiero e a discapito del nosocomio ascolano: forse per tale motivo questo piano, inviato da tempo alle istituzioni regionali, non è stato mai divulgato, né preso in esame, ma giace probabilmente nelle caselle di posta elettronica dell’assessore regionale.

Appare chiaro che il problema non è costituito dalla sola Lega Sambenedettese, praticamente mai nata come autentica espressione della città e delle sue priorità, ma da tutta la struttura provinciale e regionale del partito, che non ha mai fornito alcuna risposta alle pressanti esigenze del territorio.

Appare ugualmente chiaro che, a parte vuote promesse di aiuto nel portare avanti un deciso cambiamento, nessuno dei responsabili del partito, dal commissario provinciale ai vertici regionali alle istituzioni stesse in quota Lega, ha mai avuto la minima intenzione di mettere in atto azioni concrete per ottemperare alla promessa autonomia operativa della Lega costiera, e si è reso evidente strada facendo il completo scollamento tra la base, che doveva lavorare e crescere sul territorio, facendo nel contempo prosperare il consenso nel partito, e i vertici sia nel partito che nelle istituzioni, completamente assenti per il territorio costiero se non per le comparsate in prossimità degli appuntamenti elettorali.

Una lega così, chiusa su se stessa, eterodiretta, senza rappresentatività reale, senza una voce autorevole, obiettiva e competente su tutte le questioni di rilievo cittadino e costiero, è destinata a soccombere per asfissia, rifiutando o mettendo in posizione di irrilevanza ogni forza nuova ed innovativa.

In questa Lega autoreferenziale, che ha negato alla Falco la militanza e quindi il diritto di voto, considerandola poco gestibile e affatto incline ai compromessi quando si tratta degli interessi di rilevanza pubblica, non c’è spazio per persone libere da sudditanze imposte, desiderose di utilizzare un partito per ciò che in realtà dovrebbe essere, uno strumento politico che deve servire a promuovere la crescita ed il rafforzamento di un territorio, il che avrebbe comportato anche la crescita del partito stesso. Diversamente, resta solo una finta democrazia dai numeri “truccati”, tesa solo a mantenere alcune illustri poltrone ed a spremere voti di volta in volta, senza adempiere alla funzione fondamentale di promuovere azioni virtuose e positive per il territorio che si dovrebbe rappresentare, prioritario e preminente al di sopra di ogni colore partitico.

Lattanzi, Oddi e Falco si sono per questi motivi determinati a porre quindi fine alla loro esperienza in Lega, consapevoli che il loro impegno nel perseguimento del bene del nostro territorio non può essere perseguito in tale contesto e con gli attuali punti di riferimento, ma motivati a non disperdere gli insegnamenti acquisiti, sia pur in negativo, a non adeguarsi allo status quo, a non rassegnarsi, come fatto da tanti, alla stabilita irrilevanza politica della Costa Picena e del suo entroterra.>>

Antonio Lattanzi

Antonio Oddi

Falco Rosaria

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