Partito Democratico: “I pescatori delle Marche non hanno bisogno dell’elemosina”

Partito Democratico: “I pescatori delle Marche non hanno bisogno dell’elemosina”

San Benedetto del Tronto, 2022-06-30 – Riceviamo e pubblichiamo

 

<<I pescatori delle Marche non hanno bisogno dell’elemosina, ma di un sostegno vero, di un aiuto concreto. Acquaroli e Carloni si stanno comportando con la marineria come due dame della carità. I € 500.000 una tantum stanziati dalla Regione sono uno schiaffo, una presa in giro nei confronti di chi opera in un settore che da anni sta attraversando una crisi strutturale e da cui non riesce a venir fuori, che è stato provato prima dal Covid e adesso dal caro gasolio.

La Regione Marche è riuscita a far peggio del minuscolo e invisibile Molise che ha stanziato € 1.000.000 per una sola flotta, quella di Termoli, che per numero di imbarcazioni è prossima a quella di San Benedetto del Tronto.

I € 500.000 di Acquaroli e Carloni verranno divisi tra le circa 900 imbarcazioni che compongono la flotta marchigiana. Stiamo parlando di una goccia rispetto all’oceano dei costi che la nostra marineria deve sostenere annualmente.

Meglio delle Marche hanno fatto la Sicilia con € 10.000.000 e la Puglia con € 3.000.000. Peggio di noi solo l’Abruzzo con la miseria di € 300.000

Parliamoci chiaro, questa non è una battaglia ideologica contro una giunta che non ci piace, è una battaglia di civiltà che tutte le forze politiche dovrebbero di comune accordo combattere per la salvezza di una categoria a rischio di estinzione. Le Marche sono famose in tutto il mondo anche per le coste e per i prodotti ittici. Dietro all’economia del mare c’è un patrimonio imprenditoriale, culturale e di tradizioni che concorre alla formazione dell’identità della nostra regione. Un patrimonio che va preservato. Ci sono imprese che si tramandano da diverse generazioni che rischiano di scomparire per gli effetti della speculazione che, dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, ha portato il prezzo dei carburanti alle stelle. Solo l’anno scorso il prezzo del gasolio viaggiava intorno ai 30-35 centesimi al litro. A marzo 2022 in una settimana il prezzo alla pompa al netto delle accise è schizzato dai già altissimi 86 centesimi, quasi il triplo rispetto al 2021, ad €1,30. I pescatori pagano il gasolio “il nuovo per il vecchio” ossia ogni volta che fanno rifornimento saldano il conto del pieno precedente e di settimana in settimana si sono ritrovati aumenti insostenibili.

Abbiamo preso la tabella che stabilisce i criteri e le modalità per l’erogazione degli aiuti alle imprese della pesca operanti nella regione Marche a fronte della crisi energetica, i famosi € 500.000 di Acquaroli e abbiamo fatto due conti. Una barca medio piccola di 18 tonnellate di stazza lorda riceverà un aiuto di € 834 una tantum a fronte di una spesa per il gasolio necessario per una giornata di lavoro di € 1.250. Una barca di 100 tonnellate di stazza riceverà € 1.950 a fronte di una spesa di € 2.875 per il carburante. È facile comprendere che quel risibile rimborso non coprirà neanche il costo di una giornata lavorativa. E i pescatori non lavorano un giorno all’anno, ma due volte alla settimana per tutto l’anno tranne che nel periodo del fermo pesca. Due uscite a settimana che a detta dei marinai sono pochissime perché, quale azienda può permettersi di sopravvivere producendo solamente otto giorni al mese?

È chiaro che tra gli operatori della pesca regnano lo sconforto e l’indignazione. Con il milione di Euro del Molise i pescatori di Termoli possono pensare di tirare avanti almeno per un mese, i nostri con i € 500.000 della Regione Marche no. Per erogare un contributo dignitoso gli amministratori della nostra Regione avrebbero dovuto trovare nelle pieghe del bilancio almeno i fondi che ha stanziato la Puglia, € 3.000.000

È scontato che non può essere una Regione a risolvere l’emergenza della propria marineria e che le partite più importanti vanno giocate altrove a Roma e in Europa, ma qui si trattava di dare un segnale di vicinanza vero, non una mancetta.

Per i marinai caricare parecchio gasolio significa spingersi più a largo, lavorare di più e soprattutto navigare con maggiore sicurezza perché una imbarcazione a pieno carico è più stabile. A San Benedetto questo non è possibile perché più è pesante la nave più è facile incagliarsi all’imbocco del porto. Dicono i pescatori: ” Noi rischiamo la vita per non parlare dei danni che subiamo nel passare sopra la sabbia. Se abbiamo un estintore scaduto rischiamo sanzioni importanti e loro incompetenti ci fanno rischiare la vita. Vorrei vedere se queste persone rischiassero la vita per andare a lavorare cosa farebbero per tutelarsi”! Il problema del dragaggio del nostro porto è vitale, Autorità Portuale e Regione Marche se ci siete battete un colpo.

Un appello a tutta la città: non lasciamo da soli i nostri marinai.>>

Il Partito Democratico di San Benedetto del Tronto

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