Interpol “The Other Side Of Make-Believe”

Interpol “The Other Side Of Make-Believe”

Etichetta: Matador
Brani: Toni / Fables / Into The Night / Mr. Credit / Something Changed / Renegade Hearts / Passenger / Greenwich / Gran Hotel / Big Shot City / Go Easy (Palermo)

 

Davvero difficile riconoscere in brani come Toni, Fables o Passenger gli Interpol di “Turn On The Bright Lights”. D’accordo, ha poco senso pretendere che una band rimanga la stessa per vent’anni, il problema però è capire che tipo di artisti siano oggi i newyorkesi. Esordissero adesso, probabilmente non colpirebbero l’immaginazione come seppero fare con una personale e fulminante rilettura della new-wave, con geometrie lugubri e ossute, con una stratificazione di suono in grado di fare da apripista ad un’intera stagione revivalista.
Annunciato come album destinato a schiudere nuove strade a Paul Banks, Sam Fogarino e Daniel Kessler, “The Other Side Of Make-Believe” gioca con vulnerabilità e morbidezze precedentemente ignote, con la chitarra che si normalizza dimenticandosi di graffiare, mentre la voce non si fa scrupoli a mostrare le proprie debolezze, se queste sono funzionali a raccontare il disagio opprimente della contemporaneità. Benché non manchino canzoni piacevoli (l’energica Gran Hotel, la quasi-National Go Easy) a prevalere è un generale senso di stanchezza. E la produzione di Flood (per la prima volta in cabina di regia con la band), per quanto luccicante, non aiuta a dare un senso di urgenza e spontaneità ai nuovi brani. Una brutta parola che però riassume meglio di altre il reale difetto di questo settimo album è mestiere.

 

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com