Sanità nel Piceno. Pd, Neroni e Giobbi ne mandano a dire quattro

Sanità nel Piceno. Pd, Neroni e Giobbi ne mandano a dire quattro

San Benedetto del Tronto – Riceviamo e pubblichiamo
(ndr: dirne quattro anche anche al Pd No?)

<<LE BUONE RAGIONI PER REALIZZARE IL NUOVO “OSPEDALE MARCHE SUD”

Sanità nelle Marche ed in particolate nel Piceno, a quasi due anni dall’insediamento della nuova giunta regionale di centro destra

Risultati: pessima gestione del presente, nessuna prospettiva per il futuro

A quasi due anni dall’insediamento della giunta regionale, riteniamo doveroso fare dei bilanci.

E bene ricordare che il centro destra, ha vinto le elezioni, sfruttando il malessere dei cittadini per i disservizi e le criticità del sistema sanitario regionale. Questo tema, è stato utilizzato dalla destra in maniera cinica e spregiudicata, promettendo soluzioni miracolose. Riapertura di tutti gli ospedali periferici, azzeramento delle liste di attesa, potenziamento della medicina territoriale, attese nei pronto soccorso ecc.. Promesse mirabolanti pur di acquisire consenso.

Va detto che nell’ultimo anno di legislatura, la giunta Ceriscioli ha dovuto affrontare la prima fase della pandemia, evento tanto imprevedibile quando sconosciuto, e lo ha fatto con estrema efficacia. Questo problema si è protratto negli anni successivi ma con un impatto molto inferiore rispetto alla prima fase.

Per quanto riguarda l’AV5, il primo provvedimento adottato dalla nuova maggioranza, è stato quello di bloccare l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale del piceno.

Sulla vicenda ospedale poi ci torneremo, intanto proviamo a fare un’analisi di quali settori sono migliorati in questi quasi due anni di legislatura.

Liste di attesa: peggiorate notevolmente, impossibilità di prendere appuntamenti per alcune prestazioni, utenti che vengono inviati a 100km di distanza per effettuare visite o prestazioni diagnostiche, che equivale a dire vai a fare la prestazione in privato.

Attese al Pronto soccorso: si assiste addirittura a dover spostare pazienti da un pronto soccorso all’altro. Vorrei ricordare, che durante la gestione Ceriscioli, vi sono stati articoli di giornali (naturalmente ispirati dalla destra), che descrivevano il Presidente come assassino perché una signora anziana era stata dieci ore nel pronto soccorso di San Benedetto.

Medicina territoriale: nessun potenziamento, ma soprattutto nessuna prospettiva per quanto riguarda la realizzazione di quelle strutture che potrebbero essere finanziate dal PNNR (ospedali di comunità, case di comunità ecc.), per quando riguarda San Benedetto, non si è riusciti neanche a prevedere la guardia medica turistica. Servizio essenziale per evitare accessi impropri al Pronto Soccorso nel periodo estivo. Per non parlare della pessima gestione della campagna vaccinale.

Ma la nota dolente riguarda gli attuali ospedali del piceno, e la prospettiva degli stessi.

E bene ricordare che il decreto Balduzzi che regola la classificazione degli ospedali, parla di ospedale di primo livello per un bacino di utenza che va da 150.000 a 300.000 abitanti. La provincia di Ascoli conta circa 210.000 abitanti.

Tuttavia, il tema principale non è rispettare la legge Balduzzi. Il compito della politica è quello di costruire un modello organizzativo che sia efficace ed efficiente sia nella medicina ospedaliera che nella medicina territoriale.

Il concetto generale che ha ispirato la riforma Balduzzi, supportata da motivazioni scientifiche, e il seguente:

Ospedali: devono essere sufficientemente grandi, pertanto in grado di essere autonomi nel gestire le patologie complesse che possono essere affrontate solo in ospedale. Garantendo la multidisciplinarità necessaria, l’utilizzo delle risorse strumentali sempre aggiornati e rinnovati, e il pieno utilizzo di specialisti ospedalieri sempre aggiornati, che a loro volta formano giovani medici ed operatori. Ciò e possibile solo con un bacino di utenza sufficientemente ampio come recita la Balduzzi stessa.

Medicina territoriale: la più diffusa possibile sul territorio, realizzando quelle strutture socioassistenziali di cui parliamo da tempo (case della salute, ospedali di comunità, poliambulatori ecc.).

La gestione della medicina territoriale, dovrà essere affidata al personale del territorio nelle sue varie articolazioni in stretto contatto con i Medici di Medicina Generale e pediatri di libera scelta (specialisti ambulatoriali, diagnostica extra ospedaliera, infermieri di comunità e di assistenza domiciliare, terapisti della riabilitazione ecc.)

Nel Piceno, la giunta Ceriscioli aveva fatto la scelta di un nuovo ospedale di primo livello (da realizzare in uno dei 5 siti proposti alla regione dai comuni interpellati), dove concentrare le attività ospedaliere presenti nei due plessi, e lasciare gli attuali ospedali per sviluppare la medicina territoriale di cui abbiamo parlato.

Questa scelta era in linea con la legge Balduzzi, ma soprattutto rappresentava un vantaggio enorme per tutti i cittadini del piceno, soprattutto per i malati più gravi.

In questo modo, i cittadini avrebbero avuto strutture territoriali complete ed efficienti negli attuali ospedali, pertanto vicino alle proprie comunità, e contemporaneamente un ospedale di primo livello anch’esso completo, all’interno del quale trovare tutte le risposte senza doversi spostare da un ospedale all’altro.

La nuova giunta regionale, dopo tanta propaganda, tanto inutile quando dannosa, si è inventato una nuova formula:

Ospedale di primo livello spalmato su due plessi. Tradotto: quello che c’è adesso, destinato a peggiorare nel tempo. Infatti già adesso vi sono servizi sguarniti, medicine d’urgenza semichiuse, pronti soccorso al collasso ecc.. Pazienti che vengono spostati in ambulanza da un ospedale all’altro per indagini diagnostiche e procedure terapeutiche.

Per il futuro le cose non potranno che peggiorare.

A questo punto ci sembra doveroso avvisare i cittadini su quale sarà lo scenario della sanita picena sia ospedaliera che territoriale nel prossimo futuro.

Sanità ospedaliera: Il piceno non avrà un nuovo ospedale di primo livello, completo, moderno, ma si dovrà accontentare di due mezzi ospedali progettati 60 anni fa, con i criteri della medicina ospedaliera del 1960.

Sanità territoriale: I territori che fanno riferimento ad Ascoli e a San Benedetto, non avranno a disposizione le due strutture che sarebbero state preziose per sviluppare la medicina territoriale di cui parliamo sempre e che potevamo realizzare anche grazie ai fondi del PNNR che probabilmente perderemo.

Va ricordato che in tutte le provincie delle Marche vi sono progetti pronti per nuovi ospedali di primo livello, in alcune in fase di realizzazione avanzata. Solo la provincia di Ascoli non avrà un nuovo ospedale per i prossimi decenni.

E’ paradossale che il Sindaco Spazzafumo sia d’accordo e quasi entusiasta di ciò che sta accadendo.

Stupisce il silenzio di chi a San Benedetto per pura propaganda ha teorizzato e convinto i cittadini, che si sarebbe realizzato un ospedale di primo livello a San Benedetto

Mi riferisco al Consigliere De Vecchis e alla sua lista, al Comitato, al ex Sindaco Piunti e a tutti i partiti del centro-destra e non solo. Avendo utilizzato questo argomento in maniera spregiudicata, per attaccare la vecchia maggioranza, ed in particolare il Partito Democratico, il loro imbarazzo e più che comprensibile. Non possono sollevare alcun dubbio sull’operato della nuova maggioranza regionale.

Stupisce inoltre il silenzio di altre forze politiche, come i 5 stelle e le forze che hanno appoggiato Canducci nelle ultime elezioni comunali.

Si spera che i Sindaci del territorio, di qualsiasi colore politico, facciano sentire la loro voce, e impediscono questo scempio che i cittadini di tutto il Piceno pagheranno per i prossimi decenni.>>

San Benedetto del Tronto 09/07/02022 Mario Neroni ( ex coordinatore gruppo sanità PD SBT)

Roberto Giobbi ( ex segretario circolo centro)

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