A Ottavia Piccolo il Premio Valeria Moriconi “Protagonista della scena”

A Ottavia Piccolo il Premio Valeria Moriconi “Protagonista della scena”

Jesi, 2022-08-03 – LE FOTO DELLA SERATA DEL PREMIO MORICONI 2022 E LE PAROLE DI OTTAVIA PICCOLO
A Francesca Garolla il Premio “Futuro della scena”

Le foto di Stefano Binci – Fondazione Pergolesi Spontini della serata di ieri sera, martedì 2 agosto, in Piazza Federico II a Jesi, al termine del quale il sindaco di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo, ha premiato l’attrice Ottavia Piccolo con il Premio Valeria Moriconi 2022 “Protagonista della scena”, e l’assessore alla cultura Luca Brecciaroli ha premiato la drammaturga Francesca Garolla con il Premio “Futuro della scena”, anch’esso assegnato nel nome della grande attrice jesina, Valeria Moriconi.

La cerimonia di premiazione si è tenuta al termine dello spettacolo di teatro civile “Donna Non rieducabile” con Ottavia Piccolo e musiche per arpa composte ed eseguite dal vivo da Floraleda Sacchi, uno spettacolo di Stefano Massini con la regia di Silvano Piccardi sull’opera e la vicenda umana di Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa nel 2006 a Mosca.

Una performance intensa e magistrale, profondamente attuale, quella della Piccolo, che ha commosso il pubblico.

Al termine, sul palcoscenico, Ottavia Piccolo è stata accolta e salutata da Lucia Chiatti, direttore generale della Fondazione Pergolesi Spontini, da Gilberto Santini direttore dell’Amat, dai membri della commissione del Premio, Giovanni Filosa giornalista e Franco Cecchini ex Direttore del Centro Studi Valeria Moriconi, e dai rappresentanti dei due enti sostenitori, Elvio Giaccaglini, in rappresentanza del Lions Club Jesi e Marco Pozzi, Presidente Rotary Club Jesi Federico II.

“Sono onorata di ricevere questo premio, a Jesi, la città di Valeria Moriconi”, ha commentato Ottavia Piccolo nel ricevere il premio. “Leggendo e rileggendo qui il libro su Valeria – ho aggiunto – sono sempre più convinta che anche lei, come Anna Politkovskaja, fosse una donna ‘non rieducabile’, una che non aveva paura di dire le cose giuste che pensava. Grazie a tutti voi, è stata una bellissima serata. Questo spettacolo lo porto in scena da 15 anni, ed è sempre attualissimo, purtroppo, perché in troppe parti del mondo ci sono giornalisti giornaliste e persone che non possono dire le cose che pensano”.
Intervistata da Gilberto Santini sul presente ed il futuro del teatro, Ottavia Piccolo si è detta convinta che il presente del teatro è sempre più “polifonico”. “Il Teatro, come diceva Valeria, ti permette davvero di guardarti dentro e di aiutare le persone a guardarsi dentro. Davvero io sono stata molto fortunata, e cerco sempre nei limiti del possibile, di fare il teatro che amo e che andrei a vedere. Vedo anche che il teatro d’oggi continua a cambiare con una rapidità che non ha paragoni nemmeno con il cinema; è un luogo stimolante, ricco di novità, una forma d’arte polifonica”, ha commentato.
Quando al teatro di domani, per Ottavia Piccolo sarà “sempre migliore”. “Il continuerò a fare quello che so fare, continuerò a raccontare storie, ma c’è e ci sarà chi continuerà a fare altro, e sarà bellissimo lo stesso”

Il Premio “Valeria Moriconi”, ripreso nel 2020 con cadenza biennale, è stato istituito dalla Città di Jesi, Fondazione Pergolesi Spontini, Centro Valeria Moriconi e Amat (enti promotori) per conservare e continuare l’eredità artistica e culturale della grande attrice di Jesi, valorizzando il ruolo della donna sulla scena tra passato, presente e futuro. Collaborano e contribuiscono alla quarta edizione le associazioni Rotary Club Federico II di Jesi e Lions Club di Jesi. Nelle precedenti edizioni, il premio è stato assegnato a Isabelle Huppert (2009), a Monica Guerritore (2011), a Emma Dante (2020).

La Piccolo, che ha recitato con Valeria Moriconi nel 1971 sul set televisivo de “Il mulino del Po”, riceve il Premio in virtù del magistero attorale e per “il forte impegno nelle scelte dei testi e dei ruoli che si basano su una visione etica della vita, della società e del teatro, sull’onestà intellettuale e sulla coerenza anche nell’esercizio della professione artistica. In questo modo il suo arriva ad essere un teatro di denuncia di quanto viene commesso e che non va taciuto”.

 

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