Ascoli, lupi nella periferia del capoluogo

Ascoli, lupi nella periferia del capoluogo

In tre notti strage di pecore e agnelli sulla ciclabile della Salaria
Marconi, presidente Coldiretti Ascoli Fermo: “Allevatori stremati, urgono interventi efficaci”

 

Che si tratti di pascoli con recinzioni a maglie elettrificate o stalle con barriere metalliche alte 2 metri, non c’è scampo per le mandrie di pecore che, ad Ascoli Piceno da Mozzano (Località Casamurana) al Villaggio del Fanciullo (a una decina di metri dalla ciclabile sulla Salaria), sono state letteralmente decimate dai lupi nelle ultime tre notti.

“Una strage annunciata – commenta il presidente di Coldiretti Ascoli Fermo, Armando Marconi – Da tempo denunciamo che si è perduto l’equilibrio degli ambienti naturali con un proliferare indisturbato della fauna selvatica ma ad oggi continuiamo ad assistere inermi a questa devastazione. Un danno in primis di natura economica, con gli allevatori già allo stremo delle forze per la siccità di quest’estate e per i rincari delle materie prime ed energetiche, ma anche una minaccia per la sicurezza pubblica. Cosa aspettiamo ad intervenire? Dobbiamo attendere l’aggressione ai danni di un bambino mentre, durante una domenica dell’ottobrata, va in bicicletta con i propri genitori?”.

Agli animali uccisi – precisa l’Organizzazione agricola – si aggiungono i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti. Negli ultimi anni si è reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. È urgente – prosegue la Coldiretti picena – trovare nuove modalità di azione all’interno dei piani di governo della fauna selvatica che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più specie in via di estinzione.

Di questo passo – conclude Marconi – cresce notevolmente il rischio di spopolamento delle aree interne che, senza prospettiva alcuna né di arginare il problema della fauna selvatica né di ottenere infrastrutture adeguate, verranno lasciate all’abbandono con evidenti ricadute anche di natura ambientale, oltreché economica”.

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