Passaggi Festival: pubblico istruito, maturo, con una buona capacità di spesa

Passaggi Festival: pubblico istruito, maturo, con una buona capacità di spesa
Quattro visitatori su 10 sono turisti o escursionisti
Presentata l’indagine curata da Domenico Alfano del Master in valorizzazione turistica dell’Università di Bologna che individua il ‘peso’ di Passaggi Festival sul territorio in termini economici e turistici

Presentati i risultati dell’indagine realizzata nell’ambito di Passaggi Festival Fano 2022 con l’obbiettivo di definire l’impatto dell’evento culturale sul territorio in termini economici e turistici. La ricerca è stata coordinata da Domenico Alfano e ha visto la partecipazione di alcuni studenti del Master in valorizzazione turistica e gestione del patrimonio culturale e del centro studi avanzati sul turismo (CAST) dell’Università di Bologna.
“E’ fondamentale per gli eventi culturali come il nostro avere un riscontro in termini di dati, di presenze che indichi la propensione alla partecipazione e alla spesa -afferma il direttore di Passaggi Festival, Giovanni Belfiori- serve a noi organizzatori per capire come migliorare e come rendere l’evento più attrattivo, ma serve anche agli amministratori pubblici, agli sponsor privati e ai vari attori del settore cultura perché offre indicazioni sul ‘peso’ economico e turistico che gli eventi hanno sul territorio”.
“L’indagine -ha commentato l’assessore al Turismo e agli Eventi di Fano, Etienn Lucarelli – dimostra la capacità di Passaggi Festival non solo di innovare di la qualità dell’offerta culturale, ma anche di attivare un percorso di crescita che guardi all’intera città, al suo turismo, alla sua economia, al suo stato sociale”.
Lo studio condotto ha profilato il pubblico da un punto di vista anagrafico e delle scelte culturali, dei livelli di spesa. Tra i risultati, interessante il fenomeno del ‘cultural addiction’ che risulta dalla correlazione positiva tra il numero di edizioni del festival alle quali si è partecipato e il numero di incontri ai quali si è assistito: “Una sorta di ‘assuefazione’ al consumo culturale –spiega Alfano- che permette di affinare il gusto in termini di domanda di arte e cultura, garantendo che l’individuo sia disposto in futuro ad effettuare maggiori fruizioni culturali sulla base dei consumi effettuati nel passato. Ciò garantisce esternalità positive, sia per la società, sia per le organizzazioni del settore”.
Le interviste sono state 688, effettuate in tutte le sedi del festival, e hanno contribuito a tracciare il profilo del pubblico composto per il 40% da non residenti a Fano, in maggioranza donne (58,7%) e con un età maggiore di 40 anni (64,39%). Dai dati è emersa una platea omogenea a livello di occupazione, divisa equamente tra impiegati, studenti e docenti, pensionati e liberi professionisti; un pubblico di livello professionale medio alto e acculturato (quasi il 52% dichiara di avere la laurea o un titolo superiore).
La seconda parte dell’indagine si è concentrata sulle tendenze di consumo culturale: il pubblico di Passaggi è risultato per la grande maggioranza composto da fruitori abituali (69,91%), con oltre la metà degli intervistati che ha dichiarato di aver partecipato a più di tre edizioni (59,67%). Significativo anche il dato degli intervistati alla loro prima partecipazione al festival: una platea in continua espansione con un’offerta culturale che si rivolge di anno in anno a segmenti di pubblico sempre più ampi e differenti.
Interessante inoltre come la maggioranza degli intervistati (55%) si sia detta disponibile al pagamento di un biglietto per partecipare alle presentazioni librarie che il festival ha mantenuto sempre gratuite sin dalla prima edizione nel 2013.
L’indagine ha proposto anche un focus sugli acquisti in libreria, sia all’interno che all’esterno del festival, sulla spesa per i pernottamenti e, in generale, sulle spese turistiche legate ai consumi in bar, ristoranti, servizi balneari e negozi della città. Di tutti gli intervistati non residenti che hanno dichiarato di aver effettuato dei consumi in città, uno su tre non proviene dalle Marche, dato indicativo del reddito che una manifestazione culturale può significare per il territorio.
Infine, il valore sociale: quasi la totalità del campione partecipa al festival in compagnia di amici, partner o familiari, individuando così nell’evento un momento di aggregazione e di condivisione d’interessi.

Qui la pagina web dove visualizzare e scaricare in Pdf il documento integrale dell’Indagine 2022

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