Valorizzazione dei parchi archeologici, il progetto UniMc e PlayMarche fa tappa in Croazia 

Valorizzazione dei parchi archeologici, il progetto UniMc e PlayMarche fa tappa in Croazia 

In sei siti della Marco Regione Adriatica-Ionica verrà applicato un modello di gestione per la valorizzazione turistica e urbana anche tramite le nuove tecnologie. 

 

MACERATA – E’ stata Omišalj, la prima città che si incontra nell’Isola di Krk in Croazia, a fare da cornice alla sesta riunione del consiglio tecnico del progetto europeo “Transfer” per un modello di gestione integrata dei parchi archeologici (“inTegRated mAnagemeNt modelS For archaEological paRks”), fFinanziato dal Programma Interreg V-B- Adriatic-Ionian Adrion. Al centro dell’agenda, il confronto con i partner europei sull’analisi e lo stato dell’arte della creazione di un piano di gestione dei siti archeologici della Macro Regione Adriatica-Ionica.  

 

Oltre al coordinatore del progetto Roberto Perna, professore di archeologia di Unimc, erano presenti anche Michele Spagnuolo, amministratore delegato di PlayMarche, e i dottorandi Ludovica Xavier de Silva e Francesco Carelli.  Gli altri partner rappresentanti erano l’Institute of Archaeology together con Horizont per l’Albania, la Municipalità di Ptuj e la Postgraduate School Zrc Sazu per la Slovenia,  Ephorate of Antiquities of Ioannina together con Computer Technology Institute and Press “Diophantus” per la Grecia e l’ospitante Municipalità di Omišalj e Public Institution Development Agency of Sibenik-Knin County per la Croazia.  

 

In sei parchi archeologici pilota verrà applicato un modello di gestione condiviso, in grado di integrare pianificazione territoriale, sostenibilità economica ed utilizzo di strumenti tecnologici condiviso. Per la prima volta in area europea il tematismo archeologico viene integrato nell’ambito della pianificazione urbanistica, facendo uscire i parchi dai limiti delle loro aree recintate.  

 

“Nel tavolo di lavoro realizzato ad Omisalj si è fatto il punto sugli ultimi e importanti fasi del progetto, che sta ormai giungendo al termine – spiega Perna – Alcuni temi discussi,  come la predisposizione di azioni pilota dal forte impatto tecnologico, l’elaborazione di un manuale per la gestione dei parchi archeologici e le linee strategiche per il futuro, dimostrano come le discipline umanistiche, in particolare quelle connesse ai beni culturali,  se supportate dalle più moderne metodologie e ancorate al loro contesto territoriale, possono essere strumento di crescita sociale ed economica, offrendo opportunità di lavoro ai nostri studenti” 

 

Il tavolo tecnico dei lavori è stato coordinato dall’azienda Eurocentro di Jesi rappresentata da Claudio Carlone che ha focalizzato l’attenzione sull’obiettivo comune: sviluppare, trasferire e disseminare un modello comune di governance per i parchi archeologici adriatici, con la finalità di migliorare la conservazione e valorizzazione del patrimonio all’interno dell’area Adriatica-Ionica. 

 

“Oltre al momento di confronto, credo sia importante poter studiare buone pratiche e metodi di ricerca differenti da quelli italiani – afferma Michele Spagnuolo –. Interessante vedere come l’area archeologica della città sia location naturale per eventi estivi teatrali e musicali. Il percorso, ai limiti del mare, in un contesto di rara bellezza, permette al visitatore di apprezzare resti in grado di far percepire ciò che è stata la storia di Omišalj al tempo dell’Impero romano. L’uso di nuove tecnologie potrà essere un valore aggiunto per restituire virtualmente il passato, in grado di far rivivere luoghi di interesse culturale con nuovi linguaggi espressivi. Su tutti penso che il videomapping projection e le ricostruzioni 3D possano raccontare in maniera contemporanea la storia e la cultura di questi luoghi”.  

 

Per la sua posizione strategica il paese costituiva un importante punto di guardia e il mare antistante fu teatro di importanti battaglie. Omišalj compare per la prima volta con il nome latino di Castro Musclo in una concessione del 1153. Nella baia Sepen a sud di Omišalj si trovano i resti di un insediamento conosciuto con il nome di Fulfinum, costruita per i veterani dell’esercito romano sotto l’impero di Domiziano. Oggi il sito è stato parzialmente scavato e sono venute alla luce la disposizione ortogonale delle strade, il forum con edifici rappresentativi e resti delle terme. Tra gli edifici riportati alla luce spiccano i resti di una piccola chiesa altomedievale costruita sui resti di un precedente edificio, che divenne successivamente parte del complesso del monastero dell’abbazia benedettina di San Nicola. Non si sa quando e come la brillante civiltà di Fulfinum tramontò, ma si presume che alla caduta dell’insediamento abbia contribuito la posizione vulnerabile sulla bassa costa. 

 

Un ringraziamento particolare a Kristijan Loncaric, Natalija Dasek e Mateo Pahljina del Comune di Omišalj per l’accoglienza e per aver permesso di visitare le bellezze del territorio in cui si avverte un processo di confronto continuo con tutti gli attori e gli operatori culturali ed economici territoriali, dal borgo antico ai musei, dagli alberghi ai luoghi di interesse.

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