San Benedetto del Tronto, 2022-10-14 – Oggi presentazione di Vuoti d’Aria, Vetrina di arte performativa contemporanea giunta alla 5a edizione. Artisti provenienti da tutta Italia partecipano alla Vetrina, portando in scena estratti dei loro spettacoli, tra i quali verrà selezionato il vincitore. La performance vincitrice della Vetrina Vuoti d’Aria verrà inserita, nella sua versione integrale, all’interno della Programmazione della successiva Stagione teatrale del Cineteatro San Filippo Neri. Pubblichiamo immagini e VideoRegistrazioni degli interventi in conferenza stampa
VUOTI D’ARIA
Vetrina di arte performativa contemporanea
Vuoti d’Aria è un progetto di Caleidoscopio APS per favorire l’aggregazione artistica a livello nazionale sul territorio regionale delle Marche. L’iniziativa si svolgerà presso il Cineteatro San Filippo Neri di San Benedetto del Tronto in tre giornate, ognuna delle quali dedicata a una diversa arte performativa: il 21 ottobre, ore 21.15, Teatro contemporaneo, il 22 ottobre, ore 21.15, Danza d’autore e il 23 ottobre, ore 18.30, Teatro-danza.
Artisti provenienti da tutta Italia partecipano alla Vetrina, portando in scena estratti dei loro spettacoli, tra i quali verrà selezionato il vincitore. La performance vincitrice della Vetrina Vuoti d’Aria verrà inserita, nella sua versione integrale, all’interno della Programmazione della successiva Stagione teatrale del Cineteatro San Filippo Neri.
Le esibizioni delle tre giornate verranno valutate da una giuria demoscopia che decreterà il vincitore dell’edizione corrente.
Per candidarsi come giudice di Vuoti d’Aria è necessario compilare il form apposito che è possibile trovare sul sito: https://vuotidariasbt.wixsite.com/vuotidaria.
Oltre alle esibizioni, Vuoti d’Aria offre l’opportunità di partecipare al workshop di teatro movimento “Anatomia del sentimento” con Esenco Dance Movement, il 22 ottobre dalle 10.30 alle 13.00.
Il workshop è aperto a chiunque abbia più di 16 anni e non è necessaria alcuna esperienza pregressa. Inoltre, i partecipanti al workshop hanno diritto a un biglietto gratuito per una delle tre serate.
5° edizione di Vuoti d’Aria, la Vetrina di arte performativa contemporanea.
San Benedetto del Tronto, 14 ottobre 2022
Sono intervenuti:
Chiara Santarelli – Direttrice artistica e organizzatrice di Vuoti d’Aria
Michele Petrocchi – Organizzatore di vuoti d’Aria
Lina Lazzari – Assessore alla Cultura di San Benedetto del Tronto
Irene Procacci – comunicazione e ufficio stampa
Lorenzo Troli – comunicazione e ufficio stampa
L’evento fa parte del progetto VIRIDEE, con capofila APS Vivo e coordinamento di Bottega del Terzo Settore, finanziato dalla Regione Marche e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.
INFO E PRENOTAZIONI
Tel 338 3894018 (Chiara)
340 7059576 (Federico)
Mail caleidoteatro@gmail.com
Fb Vuoti d’Aria
Ig vuotidaria
|| PROGRAMMA ||
21 Ottobre – ore 21.15
TEATRO CONTEMPORANEO
“Settantuno*” di Contestualmente Teatro
Sempre più persone, spesso le più insospettabili, riversano in rete il proprio odio, rancore e frustrazione con post, commenti e considerazioni così crudeli e agghiaccianti, da farci interrogare sulla reale natura del mondo che ci circonda. Lo sviluppo di internet e dei social media è stato il catalizzatore di tutte queste istanze ed è proprio sul web che si è concentrata la nostra ricerca. Il testo stesso dello spettacolo è quasi interamente figlio dei tanti post e commenti che con la loro banalità e i loro luoghi comuni inquinano il nostro presente. In scena Flaviano un maschio bianco di quarant’anni che in qualche modo incarna tutte queste istanze e che conduce una vita all’insegna dell’odio. Non è uomo d’azione, bensì uno dei tanti insospettabili che quotidianamente conduce una vita apparentemente normale e abitudinaria. Flaviano risulta essere poco più di un pallone gonfiato, un uomo di mer*a come si direbbe nella Smorfia napoletana per il numero 71. Lo spettacolo affronta la tematica del fascismo in tutte le sue declinazioni e rispecchia la banalità del male.
“BORN GHOST” di Coppelia Theatre
Uno spettacolo nero, a tratti spaventoso, ma anche commovente e delicato. Una riflessione poetica sulla diversità e sull’isolamento che, attraverso il teatro di figura e la video arte, mette in scena la Leggenda del fantasma di Azzurrina, la figlia di Costanza Malatesta e del feudatario Uguccione, scomparsa, nel 1375, in circostanze misteriose a Montebello, in provincia di Rimini. Fantasma la bambina lo era, in ogni caso, già in vita: discriminata in quanto albina e rinchiusa a chiave nel castello dalla sua stessa famiglia. Una storia tragica ed onirica sull’alterità che allora come oggi fa sempre paura, ma anche un inno alla libertà che è in sé lotta contro l’ignoranza e il pregiudizio.
“Disperato Eretico Show” di Collettivo Est
Il soliloquio di un giovane attore, costretto dalla pandemia a reinventarsi rider che, nel viaggio in bici tra una pizzeria e un condominio, rimane solo con se stesso a riflettere sul presente e sul futuro, sul lavoro, sulla politica e sulla famiglia, cercando il coraggio di non mollare e continuare a resistere. La storia vera di un artista – di una generazione di artisti – oggi. Disperato Eretico Show nasce dall’elaborazione di un’esperienza realmente accaduta e che accade tutt’ora: quella di dover scegliere tra un lavoro che ti permette di pagare l’affitto ma che non vuoi fare e il tuo lavoro, che ti fa stare tanto bene ma che non ti dà da mangiare. La drammaturgia, il cui titolo prende spunto dalla celebre canzone di Dalla scava profondamente nella frustrazione di una giovinezza che vuole diventare adulta, ma che ha visto volare un anno e mezzo della sua vita, magari proprio quello decisivo per rendersi indipendente. E così l’esperienza del protagonista si fa lucida analisi davanti a quello che sarebbe potuto essere il suo futuro.
22 Ottobre – ore 21.15
DANZA D’AUTORE
“Movable Type” di Bagart Ballet Company
I corpi inermi, intrappolati in involucri di carta, cercano di liberarsi da una civiltà recalcitrante che ha saputo appropriarsi degli strumenti del potere e della costrizione, costringendoli a guardare il mondo da un’altra prospettiva. La carta inventata da Cai Lun nel 105 d.C, ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo nel corso dei secoli: dalla trasmissione di nuove conoscenze scientifiche e filosofiche alla diffusione dell’istruzione, fino alla conquista di una coscienza politica e storica, che ha dato vita alla nascita degli stati moderni, diventando il più grande mezzo di comunicazione di massa. Così come la carta, anche “Movable Type” nasce con il chiaro intento di trasmettere allo spettatore la trascrizione del proprio vissuto all’interno di una società egoista, che impone una meccanismo frenetico, complesso, e l’obbligo sociale di essere all’avanguardia e competitivi. L’innovativa musica che accompagna i danzatori è stata scritta da Meredith Monk, una compositrice, cantante, coreografa e ballerina conosciuta per il suo rivoluzionario uso del canto.
“Delivery of commitment” di Trio’s project
Il progetto nasce a seguito delle manifestazioni che ci sono state nelle diverse città d’Italia: Milano, Torino, Bologna, Roma in occasione del nuovo contratto collettivo dopo la contrattazione tra le società di consegna: JustEat, Deliveroo, Glovo, Ubereats e i sindacati, entrato in vigore il 3 novembre 2020. Tale contratto inasprisce le condizioni di lavoro e rende questi lavoratori inseribili all’interno degli schiavi del nuovo millennio; lavoratori che hanno assunto un ruolo fondamentale per la popolazione di tutte le città d’Italia durante il periodo di lockdown e di cui molto spesso non si conoscono storia e condizioni.
La creazione, attraverso le arti performative della danza e del teatro, ha il fine di descrivere un tema attuale e di introdurre il pubblico nei diversi aspetti che costituiscono la vita dei rider, guardandoli da diversi punti di vista e aprendo strade immaginifiche e allo stesso tempo interrogativi intorno a questo tema e alla realtà in cui viviamo.
“Lay bare” di Ass. Cult. ResExstensa dance company
“Giunge al luogo dell’anima chi distoglie il proprio desiderio dalle cose esteriori”. Ci sono impedimenti e circostanze che portano a riflettere su ciò che dall’esterno influenza la propria interiorità. Lay Bare è un viaggio che permette di scavare in profondità, spogliandosi di quel sovraccarico emotivo e materiale che riveste il corpo e nasconde l’essenza più intima. Una ricerca interiore, un modo per comprendere quali siano le ferite più dolorose e immaginare un percorso di rinascita, insieme. La musica abbraccia la danza che permette di muoversi in un atto di sublimazione della realtà e di liberazione con il movimento del corpo, che è espressione ma certe volte anche prigione. Lo scioglimento dei nodi delle incomprensioni avviene attraverso un atto di riconoscimento di sé tramite l’altro, che è corpo, natura, contatto, e anima.
23 Ottobre – ore 18.30
TEATRO – DANZA
“Leonia” di Veronica Vagnoni
“La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche che dall’ultimo modello d’apparecchio.” Leonia, come le altre città “invisibili” di Calvino, è una città-simbolo di qualcos’altro: un mondo squilibrato preda di una schizofrenia consumistica che consuma e spreca molto più di ciò di cui ha davvero bisogno. Tratta ispirazione dal testo di Italo Calvino è iniziata la ricerca esplorando questi tre stati: Competizione, Compulsione e Produttività i quali hanno provocato il capitalismo e la globalizzazione, nel mondo di oggi. Siamo sempre più veloci, concentrati sul produrre e consumare in modo eccessivo, sfruttando anche il genere umano. Quest’ultimo arriva addirittura a diventare una macchina per la sovrapproduzione.
“Zatò e Ychì” di Compagnia ASMED-Balletto di Sardegna
Zatoychi, Zato’ per gli amici, è un invincibile spadaccino cieco della tradizione giapponese. A lui in Giappone hanno dedicato numerose serie tv e di recente un bel film con contenuti ematici molto importanti, come pure quelli ironici. Per noi Zatoychi divide in due la sua anima, scindendosi in forma maschile e femminile, e diventa Zato’ & Ychi’, due samurai che si scontrano in tre cruentissimi combattimenti, sostenuti e incalzati nel loro serrato confronto da clangori metallici e dal ritmo profondo delle percussioni. I costumi indossati sono sculture sonore in movimento che ricordano alcuni felici esperimenti teatrali della Bauhaus. Sono infatti i costumi stessi a creare una colonna sonora e a dettare in parte, col loro peso e volume, il movimento dei danzatori. Inizialmente i duellanti devono affrontare non solo la violenza dello scontro, bensì anche il peso delle proprie armature sonore. Chi siano costoro, e cosa rappresentino, non è dato sapere. Con certezza, sappiamo soltanto del loro vivere un’incessante metamorfosi e un continuo liberarsi da strutture troppo rigide. Fino alla fine.
“Vedere te (1322)” di Noemi Piva
Vedere te (1322) è la storia di due anime che condividono un certo spazio per un certo periodo di tempo. Quando si incontrano, si trovano ai lati opposti dell’esistenza, una colma di fardelli, l’altra vuota, protesa verso qualcosa di nuovo. Gradualmente il loro completarsi iniziale prende a sbiadire e insieme la capacità di comunicare diventa un codice da craccare. Quello presentato è un ciclo di distruzione e costruzione, nella confusione le due figure non mancano mai all’appuntamento per cambiare le lenzuola insieme. Le interpreti si servono dell’alfabeto farfallino per parlarsi, modificando la forma finale di una poesia che viene recitata in maniera sempre più affannata. Diversi oggetti di scena segnano i percorsi disegnati per i corpi che li occupano e trasformano con l’evoluzione il loro rapporto. Nonostante l’atmosfera surreale, la proposta di oggetti e immagini riconoscibili lascia allo spettatore la libertà di poter leggere la propria versione della storia.