Ingranaggio Perverso, nulla è cambiato nella Sanità picena: o si, in peggio!

Ingranaggio Perverso, nulla è cambiato nella Sanità picena: o si, in peggio!
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San Benedetto del Tronto – Riceviamo dal MoVimento5Stelle e pubblichiamo

<<La sanità si sa è fatta dalle persone per le persone in stato di bisogno e tutti conosciamo il duro lavoro che svolgono gli operatori del settore. Tutti i giorni si sacrificano con turni pesanti, anche in giorni festivi, per portare sollievo ai sofferenti, agli indigenti, insomma al nostro prossimo. Talvolta varrebbe la pena considerare che questo prossimo potrebbe essere ognuno di noi, in considerazione delle mutevoli vicende della vita.

Noi tutti abbiamo sotto gli occhi il grande lavoro che hanno svolto medici e infermieri negli ospedali italiani – compresi quelli della nostra Regione – per salvare la vita degli ammalati durante la pandemia, a volte rimettendoci la propria: le statistiche ci dicono che in Italia sono morte a causa del Covid 500mila persone ed altre 474 mila sono state contagiate in maniera più o meno grave.

Ora la nuova maggioranza politica che governa la Regione Marche dal 2020, proprio durante questo flagello planetario, taglia i fondi per il personale sanitario. Lo fa in particolare nei confronti dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli Piceno, quando invece in campagna elettorale si assumeva un impegno formale attraverso il proprio programma di coalizione, proclamando l’intenzione nello “sviluppo della medicina di prossimità e della medicina territoriale” e nell’“incremento dell’organico dei medici e operatori sanitari”. Impegno che era stato poi ribadito dal nuovo Governatore delle Marche, quando il 21 settembre 2020, dalla sala stampa di Palazzo Leopardi, il Presidente Acquaroli in maniera solenne aveva detto di voler dare corso immediato ad alcune priorità, tra cui “l’impegno a perseguire una riforma sanitaria rispondente, con equilibrio, alle esigenze di tutti i territori”.

Il Movimento 5 Stelle lo aveva detto forte e chiaro durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2020: la prospettiva di avere un governo regionale peggiore di quello precedente era più che concreta: vedendo i risultati di questa giunta, la situazione appare persino peggiore delle nostre peggiori aspettative.

Non hanno mantenuto una promessa che è una.

Alcuni esempi eclatanti: a guardare la ripartizione delle spese per il personale prevista nel Bilancio regionale per il 2023, ci rendiamo conto che l’Ast di Ascoli Piceno è l’Azienda che riceverà circa 2 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente (112.834,764 € nel 2022; contro 110.996,788 € per il 2023) con saldo negativo rispetto a tutte le altre Aziende sanitarie della Regione. Se confrontiamo la situazione con le altre Aziende balza subito all’occhio questa notevole ed ingiustificata disparità di trattamento:

Ast di Pesaro: + 2,3 milioni;

Ast di Ancona: + 5,3 milioni;

Ast di Macerata + 5 milioni;

Ast di Fermo: + 1,4 milioni.

A nulla sono valse le proteste delle varie sigle sindacali per cercare di riequilibrare i fondi da destinare ad una provincia dove la sanità è da tanto tempo allo sfascio.

Appare chiaro che l’attuale coalizione di maggioranza in regione stia operando con gli stessi metodi con cui sta governando il paese la loro leader, mostrando di non avere alcuna capacità gestionale con il risultato di accentuare, invece che porre riparo, alle diseguaglianze territoriali, cosa di cui in questo momento certamente non avremmo bisogno.

Naturalmente nulla è cambiato alla direzione della AST di Ascoli, ora affidata ad un Commissario Straordinario che purtroppo non potrà gestire un bel nulla, sia perché la sua permanenza sarà molto breve, sia perché non avrà le risorse economiche per gestire il personale. All’inizio venivano definiti Direttori di Zona, poi Direttori di Area Vasta, ora Direttori di Azienda, ma è sempre la politica a nominarli e alla politica devono rendere conto del loro operato; essi agiscono in funzione della loro riconferma e quindi restano proni ai desideri e alle scelte della linea di comando.

In questo “ingranaggio perverso” gli interessi dei cittadini sono messi sempre in secondo piano. Crediamo che questo sia attualmente il grande male della nostra sanità, del Piceno e in particolare del Madonna del Soccorso che ormai è ridotto ad una specie di lazzaretto.

Il Piceno ha visto crescere a dismisura la Sanità privata convenzionata a scapito della pubblica che, dovendo riferirsi allo stesso mercato, subisce ogni giorno un continuo ridimensionamento. Per capirlo basta andare a prenotare una visita specialistica al “Madonna del Soccorso”. Se le prenotazioni non sono chiuse – sembra capiti sempre più di frequente – ti danno un appuntamento a 6/8 mesi, oppure quando va bene ti fanno fare centinaia di km in giro per le Marche. Presso una qualunque clinica privata l’appuntamento si ottiene quasi sempre entro il mese. L’utente è costretto di conseguenza a rivolgersi al privato a pagamento, non certo in convenzione, ed è quello che vuole la politica.

La colpa della situazione della sanità pubblica nel Piceno non è certamente solo dei politici di destra, essi governano solo da qualche anno; decenni di personaggi di sinistra hanno fatto migrare la sanità pubblica del Piceno verso quella privata con un’incidenza nel bilancio del 35% circa contro una media regionale del 7%.

In conclusione crediamo di poter dire constatare amaramente ancora una volta che “nulla è cambiato nella sanità picena”. Quando si è in campagna elettorale essi promettono, promettono, promettono, ma poi, ottenuta l’elezione, quando si tratta di mantenere ciò con cui si è imbonito la folla, un voltafaccia e via. È la loro natura e il compito per il quale sono stati designati dal partito.

Detto questo ci chiediamo cosa stiano facendo in regione i consiglieri eletti dai cittadini del Piceno, in particolare quelli della maggioranza che hanno ricevuto ben 7824 preferenze dai cittadini sambenedettesi. La denunciata grossa sforbiciata di fondi per il personale sanitario del Piceno ha naturalmente come rovescio della medaglia che la maggior parte dei contratti di assunzione a tempo determinato non saranno rinnovati e 27 coordinatori sanitari che svolgono le relative funzioni non potranno essere retribuiti con la relativa indennità.

E che dire dei tanti operatori che durante il Covid si sono sacrificati?!

Forse in Regione pensano basti una stretta di mano…

Se così stanno le cose comprendiamo come mai tanti operatori fuggano dalla sanità pubblica: chi può va in pensione, altri migrano nel privato dove non si è costretti a vivere in trincea, basti considerare cosa siano diventati i Pronto Soccorso un po’ dappertutto.

Sì, perché purtroppo crediamo che sia necessario vivere la sanità per dire di conoscerla veramente e oggi più che mai, la politica prende le proprie decisioni a tavolino, nelle segrete stanze, senza avere contezza di come stiano realmente le cose.

È sotto gli occhi di tutti che il disastro è ormai compiuto; la tutela del “diritto alla salute” di tutti i cittadini – diritto per definizione “incomprimibile”, sancito dalla nostra Costituzione – è diventato ormai solo un accessorio nel perverso meccanismo politico, visto che nemmeno più i sindaci si interessano della questione, come se non li riguardasse: non sono riusciti a partecipare compatti nemmeno alla Conferenza dei Sindaci, fondamentale per le sorti del territorio. L’assenza alla stessa conferenza persino dell’assessore regionale e dell’attuale Commissario straordinario dimostra, qualora ve ne fosse ancora bisogno, quale e quanto sia l’interesse del governo regionale per la sanità pubblica del Piceno. I nostri rappresentanti in Regione? Non pervenuti.

Il Movimento 5 Stelle – San Benedetto del Tronto si augura, ancora una volta, che i cittadini capiscano di essere in balia di spudorati mentitori e che sia ora di alzare la testa e far sentire la propria voce.>>

MoVimento5Stelle San Benedetto del Tronto

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