Orfeo sul dancefloor. Il quarto album del musicista inglese è una visionaria rilettura del mito di Orfeo, ricca di suoni e di registri diversi che, oltre allo space-folk degli esordi, comprendono glam, pop, dance’n’roll. Tuplin si lascia sorprendere in molte occasioni a fare il verso a Bowie, indiscutibilmente il suo supereroe, riuscendo a cantare con autorevolezza un lungo inno alla decadenza sotto forma di concept ambientato nel mondo dei club. Che poi dei quattordici episodi solo alcuni abbiano la forza di funzionare anche estrapolati dal contesto (la disinvolta Love Town o la marziale e definitiva A Dancer Must Die, per dirne due) è solo un dettaglio o, se vogliamo, un segno del fiero anacronismo dell’artista, che con Orville’s Discoteque riesce a mettere in mostra i suoi tanti talenti.