Musicultura duplica il successo al Persiani

Musicultura duplica il successo al Persiani
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Recanati, 6 maggio 2023 Musicultura duplica il successo al Persiani: emozioni d’autore con Dente, la Minnozzi e i giovani finalisti

Con l’esibizione della seconda parte dei 16 finalisti le canzoni passano a Rai Radio 1 e al prestigioso Comitato di Garanzia del Festival

 

“Fate sempre cose belle per voi stessi senza cercare di piacere agli altri e continuate sulla vostra strada, se  sbattete la testa contro il muro troppe volte.. allora forse è il momento di guardarvi dentro e di farvi  delle domande, spesso si cerca  il colpevole da un’altra parte.” Così Dente, ai microfoni di John Vignola conduttore delle serate con Duccio Pasqua e Marcella Sullo in diretta su Rai Radio 1, si è rivolto ai ragazzi finalisti di Musicultura nel secondo concerto live al Teatro Persiani di Recanati.

Il cantautore fidentino ha offerto al pubblico un assaggio del suo nuovo disco Hotel Souvenir un’immersione tra istantanee originali, dolci e amare, dove intreccia, in vertiginosi giochi di parole, ricordi di vita, storie d’amore, frammenti autobiografici e si racconta con la consapevolezza di chi è oggi.

Dente, al secolo Giuseppe Peveri, ha aperto la sua performance al piano con La vita fino a qui un’estrema sintesi degli ultimi 20 anni della sua vita tra cambiamenti radicali e cose che non cambieranno mai. Elegante, raffinato e ironico con la chitarra ha proseguito con la malinconica spensieratezza di Allegria del tempo che passa e ha chiuso l’esibizione tra gli applausi del pubblico con Invece tu contenuto nell’album Almanacco del giorno prima  del 2014.

Sul bollente palcoscenico del Teatro Persiani di Recanati si sono susseguite le esibizioni della seconda tranche degli  otto artisti finalisti 2023, vediamo chi sono con un commento delle loro canzoni.

 

Santamarea, band di giovanissimi palermitani, hanno eseguito Santamarea dove convogliano la loro fervida immaginazione in una canzone espressivamente matura, nella quale testi recitati, cori, elettronica, figure ritmiche e accenti popolari concorrono all’armonia del risultato finale. Immagini e sensazioni evocate da statue e dipinti di una chiesa innescano un racconto tanto visionario quanto originale, in bilico tra sacro e profano, che incuriosisce, coinvolge e, nel farsi invocazione, commuove.

 

Cristiana Verardo di Lecce si è esibita con Ho finito le canzoni uno sguardo interiore profondo con l’aiuto della musica, sino a fare il punto di una fase importante della propria vita attraverso una canzone. Melodia, armonia, pulsazione ritmica, canto si fondono in una piacevolissima sensazione di circolare fluidità che avvolge e accompagna il brano dall’inizio alla fine.

 

Simone Matteuzzi di Milano ha proposto il brano Ipersensibile dove gioca in maniera intrigante con stili musicali disparati, anche apparentemente ossimorici tra loro, e con il processing e la sintesi digitale per creare magicamente un “sound che parla”, capace di tessere un dialogo nuovo e imprevedibile col testo. Ne scaturisce il racconto curiosissimo di cosa passa per la testa di un ventenne in una fredda notte di sconforto provinciale, quando si addensano le nubi del disagio emotivo del doversi relazionare con persone e ambienti sempre più devoti all’efficienza performativa.

Lamante di Schio (Vicenza) ha cantato L’ultimo piano nella quale echi di danza tribale, sensualità, urlo liberatorio di affrancamento da un mondo di comunicazione senza più comunità sono altrettanti ingredienti di una canzone che colpisce allo stomaco e arriva al cuore senza lasciare il tempo di razionalizzare e disperdere  il fascino evocativo della pura emozione. Nel risultato finale gioca un ruolo chiave l’arrangiamento, creativo nelle idee, ed efficace nella realizzazione.

Caponetti, ascolano di origine e osimano di adozione, ha presentato Maionese una canzone che prende spunto da un frigo semivuoto per parlare di depressione e di solitudine, senza abbandonarsi però al pessimismo. La linea melodica suona felicemente spigliata, il testo usa parole e frasi semplici, che vengono concatenate abilmente, generando una tensione narrativa che la voce colora di espressività e di vita vissuta.

AMarti di Ferrara si è esibita con Pietra, emozione, purezza, onestà si concentrano in una canzone sognante che racconta il percorso che trasforma la consapevolezza della propria condizione di fragilità in una nuova forma di forza.  Il canto scorre con la naturalezza dell’acqua limpida di sorgente, insinuandosi suggestivamente tra le pieghe di un arrangiamento intelligente, curato nelle modulazioni, attento alle dinamiche e alle timbriche.

Nervi di Firenze con Sapessi che cos’ho, nel fare la lista di quel che non gli interessa, da un lato incuriosisce, dall’altro avvia una riflessione sottilmente malinconica, che rende palpabile il suo sincero bisogno di non mentire in primis a sé stesso, ma che coinvolge e pone interrogativi anche a chi ascolta. Lo stile compositivo personale, la nitidezza del suono, l’asciutta espressività dell’interpretazione concorrono a dare profondità al quadro d’insieme.

 

Mira di Casapulla (Caserta) ha cantato il brano Morire con te, un invito sbarazzino a rispecchiarsi in una condizione di piena libertà femminile. Un elettro-pop fluido e spigliato, venato da richiami dance e funky è l’orizzonte musicale di una canzone che nel testo vede protagonista una donna completamente padrona del proprio corpo e delle proprie azioni, capace di prendersi impavidamente gioco di chi si permette di molestarla e più in generale della sfilza di stereotipi di genere ancora in circolazione.

Un’emozionate panoramica sullo stato della musica d’autore in Italia che si è conclusa con l’esibizione di Mafalda Minnozzi, accompagnata dal chitarrista newyorkese Paul Ricci. La raffinata e magnetica artista ha offerto al pubblico brani riarrangiati in chiave latin jazz, genere musicale per cui la Minnozzi è riconosciuta fra i massimi esponenti in ambito internazionale, le sue canzoni sono stabilmente nella programmazione delle principali radio americane dedicate al jazz come WBGO, KUVO e WUCF. La Minnozzi, applauditissima al Persiani, ha cantato Oh Che Sarà riletto in versione jazz samba, con i testi tradotti da Ivano Fossati insieme a quelli originali di Chico Buarque de Hollanda e ha proposto un’intensa rivisitazione di Arrivederci, un amorevole tributo a Umberto Bindi.

A testimoniare la grande forza di Musicultura come eccellenza del panorama musicale italiano e catalizzatore di forti sinergie nel territorio, ai microfoni di John Vignola sono intervenuti il Sindaco di Recanati Antonio Bravi, il Sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, la Consigliera regionale Anna Menghi e il Rettore dell’Università di Macerata John McCourt.

Le canzoni dei 16 finalisti di Musicultura passeranno ora in mano alla programmazione radiofonica di Rai Radio1 e all’esame del prestigioso Comitato di Garanzia del Festival.

Otto saranno alla fine i vincitori che si esibiranno con i prestigiosi ospiti italiani ed internazionali nelle serate di spettacolo finali del Festival il 23 e il 24 giugno allo Sferisterio di Macerata.

 

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