C’era un ragazzo coi capelli bianchi
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che capiva gli artisti
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che scovava gli artisti
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che aiutava gli artisti
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che gli faceva le mostre
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che li faceva crescere
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che li organizzava, li consigliava
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che ci perdeva tempo, coi “suoi” ragazzi-artisti
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che pure s’arrabbiava con gli artisti (mica sempre)
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che coi “suoi” artisti era un tutt’uno, sempre
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che però mai si dimenticava di essere lui stesso un artista
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che quindi sapeva la fatica di essere artista
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che pensava come tanti artisti non pensano
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che pensava in grande, per i “suoi” artisti
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che sbagliava, che ci indovinava, che rischiava
C’era un ragazzo coi capelli bianchi che chiedeva, che vinceva e perdeva, e ricominciava…
C’era un ragazzo coi capelli bianchi, che quando lo incontravo in quel bar di Viale De Gasperi era sempre la stessa ora del pomeriggio. Ma parlavamo di cose sempre nuove.
C’era un ragazzo coi capelli bianchi, che all’ultima mostra all’ex Cinema mi volle regalare questo suo quadretto 20×20, un animaletto snello (quasi rupestre) grigio su grigio contornato di giallo. Non gli ho mai detto a Nazzareno che l’ho sempre tenuto vicino, a 80 cm. dagli occhi. Solo oggi gliel’ho detto.
Pgc, 2023-08-21