San Benedetto del Tronto, 2023-09-09 – Riceviamo e pubblichiamo
<<Dragaggio del porto di San Benedetto del Tronto: Il Presidente dell’Autorità di Sistema Giampieri e la Giunta Ceriscioli, grazie soprattutto al lavoro della Vice Presidente e assessore ai porti Anna Casini, hanno trovato i fondi, Acquaroli e Spazzafumo tentano di appendersi le medagliette. Del 1.800.000 Euro intercettato dal centrosinistra solo 1.173.000 Euro verrà speso per il dragaggio, che fine faranno i restanti 600.000 Euro?
Chiediamo che vengano spesi per il nostro porto. Come ci segnalano i nostri esperti si potrebbero ad esempio prevedere interventi programmati annuali del costo di 150.000 Euro sufficiente per dragare periodicamente circa 150.000 metri cubi di sabbia al fine di evitare futuri insabbiamenti dell’imboccatura e pericolosi incidenti. In ogni caso per l’infrastruttura sambenedettese va trovata una soluzione definitiva. Il dragaggio ha subito dei ritardi? Sì e una parte di questa colpa è da attribuire anche alle scelte politiche e all’inerzia di Acquaroli.
I fatti: al termine del 2017 grazie al lavoro svolto in sinergia tra l’ex Presidente dell’Autorità di Sistema portuale Rodolfo Giampieri, la Giunta Ceriscioli e i rappresentanti in regione del PD del Piceno viene reperito 1.800.000 Euro proveniente dal fondo di perequazione IVA dell’Autorità di Sistema da destinare al dragaggio del porto di San Benedetto del Tronto che necessita di un intervento a causa dell’insabbiamento dell’imboccatura. L’ultimo era stato effettuato nel 2008 quando era sindaco Giovanni Gaspari. Con la disponibilità dei fondi si mette in moto un iter abbastanza lungo che ha nella caratterizzazione delle sabbie e nell’individuazione dell’area di conferimento delle stesse le fasi più complesse. Nel corso del 2019 viene effettuato un piccolo intervento all’imboccatura del porto per rendere più agevole il passaggio delle imbarcazioni. Nel 2020 con la pandemia l’iter si interrompe, si va alle urne e la destra guidata da Acquaroli vince le elezioni regionali. Qui iniziano i problemi. La nomina del Presidente dell’Autorità di Sistema portuale spetta al Ministro delle Infrastrutture su designazione dei Governatori delle regioni che ricadono sotto la giurisdizione dell’Autorità di Sistema. I Presidenti delle Marche e dell’Abruzzo Acquaroli e Marsilio decidono di non confermare l’ottimo Giampieri e si accordano sul nome dell’Ing. Matteo Africano tra mille polemiche viene bocciato dalla Commissione parlamentare del Senato dove si consuma la spaccatura tra Fratelli d’Italia e la Lega che non lo vota . I rapporti tra i futuri alleati di governo sono tesi e i giornali riportano che il candidato non ha i requisiti per essere nominato. Mai scelta politica fu più infelice e inopportuna. Il Ministro Giovannini è costretto a nominare un Commissario individuato nella persona dell’Ammiraglio Pettorino che però ha limitata autonomia di azione. Le conseguenze del pasticcio politico della nomina del Presidente dell’Autorità di Sistema, che ha come unici responsabili i governatori Acquaroli e Marsilio, si ripercuotono sulla sicurezza del lavoro dei pescatori sambenedettesi poiché le operazioni di dragaggio vengono procrastinate a data da definirsi con il rischio concreto che lo Stato chieda indietro il 1.800.000 Euro del fondo di perequazione IVA. A inizio del 2022 finalmente si insedia al vertice dell’ADSP l’Ing. Vincenzo Garofalo e l’iter riprende con grande lentezza tra i proclami trionfalistici di consiglieri regionali e di assessori comunali della destra che si sbilanciano in previsioni ottimistiche poi smentite dai fatti. C’è chi a fine ottobre 2022 la spara grossa e garantisce l’inizio dei lavori per la fine di novembre e chi, con maggiore prudenza e usando il condizionale, a dicembre indica come data marzo 2023. Tra un rinvio e l’altro si arriva a settembre 2023. La durata del dragaggio è di almeno quattro mesi e mezzo per cui se tutto andrà bene l’imboccatura del porto verrà messa in sicurezza a gennaio 2024. Ricapitolando, con i soldi in tasca grazie al lavoro del PD, Acquaroli alla fine avrà impiegato oltre tre anni per dragare il porto di San Benedetto. Si dirà: che sono tre anni in confronto ai quindici che sono trascorsi dall’intervento risalente ai tempi di Gaspari? A chi con toni trionfalistici parla di “un dragaggio epocale” vogliamo rammentare che l’imboccatura di un porto non si insabbia da un giorno all’altro, ma serve del tempo per cui il problema non è sorto quindici anni fa. Sicuramente il dragaggio andava fatto prima. Al centrosinistra va riconosciuto il merito di aver trovato le risorse, alla destra, quando i lavori saranno terminati, quello di aver completato l’iter. L’altro giorno alla conferenza stampa per la presentazione del dragaggio c’era buona parte del gotha della destra marchigiana e locale: Presidente di regione, sindaco, sottosegretaria, assessore e consigliere regionale. Capiamo che per chi fino a poco tempo fa era abituato ad inaugurare negozi il dragaggio di un porto rappresenti la Champions League o la Coppa del Mondo della politica, ma non è così. È il minimo sindacale, l’ordinaria amministrazione per una giunta regionale soprattutto quando ci sono i soldi da spendere. Non stiamo parlando della realizzazione del ponte sullo Stretto. I toni trionfalistici sono fuori luogo quando si tratta di garantire un diritto sacrosanto dei lavoratori, quello alla sicurezza sul lavoro. È un dovere. Diciamo basta alle morti bianche qualunque sia l’ambito in cui accadono.>>
Elio Costantini
Segretari PD circoli Centro e Nord di
San Benedetto del Tronto