Percorsi d’Autore. Due piccole cose sulle grandi ‘ cose’ di Marcello

Percorsi d’Autore. Due piccole cose sulle grandi ‘ cose’ di Marcello
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Marcello Sgattoni può essere preso ad esempio di una sempre più frequente condizione esistenziale e culturale dell’artista contemporaneo che opera in assoluta libertà e pienezza d’espressione creativa stando al di fuori di ogni sorta di gruppo, Scuola o tendenza.”
Così inizia il ritratto che ne fa Giorgio Voltattorni M. di Sgattoni nel suo recente libro “Le Marche, l’arte plurale”, pubblicato nel 2022, in cui vengono tratteggiati e ricordati 45 artisti e 2 poeti marchigiani, molti dei quali conosciuti e frequentati direttamente dall’autore.

 

Credo che questo incipit di Voltattorni sia corrispondente a quanto noi tutti un po’ conosciamo di Marcello. E questo suo ‘stare al di fuori’ è certamente un suo tratto caratteristico. Ma non fuori dal mondo ‘tout court’, il che significherebbe appiattirlo in una sorta di figura eremitica, ma fuori dalle logiche di accondiscendenza al ‘mercato’ più semplicemente. Cioè produrre arte una volta che venga riconosciuta dal pubblico come stile ‘coerente’ e commercialmente valido. In questo senso Sgattoni è completamente ‘out’. Poi, per almeno tre generazioni di sambenedettesi, lui rappresenta e incarna, per chi si appassiona alle arti, lo spirito indipendente e generoso dell’artista, sempre pronto a trasmettere, accogliere e far amare l’operazione artistica. Un atto che libera e che fa volare ‘altrove’ pur restando sulla terra. Personalità concreta (lui si definisce coltivatore diretto o più popolarmente contadino) per la massima conoscenza delle asperità della materia scultorea, ma concepita ben prima come ‘soffio’ da trasferire alla materia stessa. Un imprinting tutto intellettuale, spirituale ed emotivo che solo poi passa attraverso l’uso delle mani, sporcandosele senza badare che sia legno marcio o potatura di vite, pezzi di lamiera incidentata o tronco di pino buttato per far legna, sasso di fiume o calcestruzzo. Per lui ogni ‘scarto’ potrebbe e dovrebbe riavere una seconda e terza vita, animato dalla visionarietà del concepire arte, come atto ri-creativo e ri-generativo di materia e forma.

Per tornare all’oggetto di questa intuizione documentaristica “Percorsi d’Autore”, Marcello Sgattoni ci e si presenta con le sue opere monumentali (per lui “cose”) sparse in sei luoghi, piazze e vie della città di San Benedetto. Questi video ci sottolineano ciò che siamo abituati a vedere distrattamente da anni, ma forse non più a guardare con attenzione.

Per me è stato un privilegio rivederle e ascoltando da lui certi aspetti che non immaginavo o non conoscevo. Versioni, retroscena e quinte non sempre ‘ideali’. La sua vita non è stata di certo semplice. Ha conosciuto la guerra come il suo dopo; ne ricorda nomi, cognomi e ‘si dicì’, come ogni altra persona, personalità e situazioni che lo hanno visto protagonista o spettatore. È un libro parlante della città, della storia passata e contemporanea… Si dichiara “già morto, o forse mai nato”, ma lo verremmo in molti questo suo ‘status’.

Ora non abbiamo più scuse: ascoltiamo, rivediamo Marcello Sgattoni e le sue ‘cose’ con nuovi occhi, e con un pensiero di gratitudine verso questo ‘giovane-vecchio’ Maestro, artista generoso e un po’ birichino, classe 1935.

Ricordiamo che è ancora in corso la sua personale “I fiori del III millennio” presso l’ex Cinema delle Palme, fino al 30 settembre 2023, mentre la Pietraia dei Poeti, sua galleria en plein air, è aperta tutto l’anno. https://www.pietraiadeipoeti.it/

Francesco Del Zompo, 20 settembre 2023

1)  ‘A guardia del porto’: l’opera rappresenta una mamma con un bambino che, in attesa del ritorno del padre dalla pesca, si pongono a guardia del porto, fonte di vita per i pescatori – 1996;
2)  ‘Fonte della Vita’: fontana realizzata in cemento e sassi dallo scultore Marcello Sgattoni; rappresenta una donna dai cui seni sgorga l’acqua – 2009;
3)  ‘Fonte Amara’: … 2002
3a)
4)
5)
6) ‘Casa del vento’

 

Percorsi d’Autore. Marcello Sgattoni ci parla delle sue ‘cose’: ‘Fonte Amara’

 

 

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