DA OTTOBRE LA NUOVA STAGIONE DEL TEATRO CONCORDIA CON 17 APPUNTAMENTI
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2024-08-06 – 17 appuntamenti per 10 spettacoli da ottobre ad aprile: è un viaggio all’insegna del divertimento intelligente, della riflessione e delle emozioni quello che propone la stagione 2024-25 del Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto promossa dal Comune con l’AMAT, il contributo della Regione Marche e del MiC.
Il cartellone è un invito a vivere la magia dello spettacolo dal vivo nelle sue diverse declinazioni per un’esperienza a 360 gradi e si compone delle due tradizionali sezioni della Prosa e Domenica in famiglia, rassegna per un pubblico anche di bambini.
CITTÀ DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO
AMAT
con il contributo di
MiC
REGIONE MARCHE
con il sostegno di
BIM TRONTO
SAN BENEDETTO DEL TRONTO
TEATRO CONCORDIA
STAGIONE 24/25
PROSA
DOMENICA IN FAMIGLIA
PROSA
31 OTTOBRE E 1 NOVEMBRE
LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE, ARCANGELO IANNACE
NON SI FA COSÌ
di Audrey Schebat
regia Francesco Zecca
produzione Argot Produzioni, Infinito
19 E 20 NOVEMBRE
LODO GUENZI, SARA PUTIGNANO
MOLTO RUMORE PER NULLA
di William Shakespeare
regia Veronica Cruciani
produzione La Pirandelliana, Teatro Stabile del Veneto
17 E 18 DICEMBRE
SILVIO ORLANDO
CIARLATANI
testo e regia Pablo Remón
produzione Cardellino
Spoleto Festival dei Due Mondi, Teatro di Roma
10 E 11 GENNAIO]
[RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO]
LUNETTA SAVINO
LA MADRE
di Florian Zeller
regia Marcello Cotugno
produzione Compagnia Moliere, Teatro di Napoli
Accademia Perduta Romagna Teatri
1 E 2 FEBBRAIO
LUCA BIZZARRI, FRANCESCO MONTANARI
IL MEDICO DEI MAIALI
testo e regia Davide Sacco
produzione Ente Teatro Cronaca, LVF Teatro Manini di Narni
13 E 14 MARZO
AMBRA ANGIOLINI
OLIVA DENARO
dal romanzo di Viola Ardone
regia Giorgio Gallione
produzione GoldenArt Production, Agidi
1 E 2 APRILE
ELENA BUCCI, MONICA PISEDDU, WOODY NERI
IL GOLEM
di Juan Mayorga
regia Jacopo Gassmann
produzione Fondazione Teatro di Roma
Sardegna Teatro
Teatro Stabile dell’Umbria
DOMENICA IN FAMIGLIA
1 DICEMBRE
FACTORY COMPAGNIA TRANSADRIATICA
FONDAZIONE SIPARIO TOSCANA
PETER PAN
26 GENNAIO
TEATRO VERDE
HISTOIRE D’EUX
IN FONDO AL MARE
23 FEBBRAIO
FONTEMAGGIORE
7-8 CHILI
TUTTATESTA
17 appuntamenti per 10 spettacoli da ottobre ad aprile: è un viaggio all’insegna del divertimento intelligente, della riflessione e delle emozioni quello che propone la stagione 2024-25 del Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto promossa dal Comune con l’AMAT, il contributo della Regione Marche e del MiC e il sostegno di BIM Tronto.
Il cartellone è un invito a vivere la magia dello spettacolo dal vivo nelle sue diverse declinazioni per un’esperienza a 360 gradi e si compone delle due tradizionali sezioni della Prosa e Domenica in famiglia, rassegna per un pubblico anche di bambini.
Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace diretti da Francesco Zecca inaugurano il programma il 31 ottobre e 1 novembre con Non si fa così di Audrey Schebat. Francesca e Giulio, in apparenza, sembrano una coppia stabile e solida fino a quando Francesca, pianista di fama mondiale, tornata inaspettatamente da un viaggio di lavoro scopre che Giulio, affermato psicanalista, si prepara a commettere l’irreparabile.
Veronica Cruciani dirige Lodo Guenzi e Sara Putignano il 19 e 20 novembre in Molto rumore per nulla, uno dei testi più conosciuti di William Shakespeare. Come in molte delle commedie del Bardo, si tratta di una storia giocata su scambi di persona, intrighi, duelli e giochi di parole. E proprio i giochi di parole vengono ad assumere in questa vicenda un significato fondamentale: tutta l’opera si articola infatti su equivoci originati in prima battuta da quello che i protagonisti dicono. Tutti i personaggi vengono ingannati, truffati dalle parole che loro stessi pronunciano o ascoltano.
Il drammaturgo e regista spagnolo Pablo Remón, già celebrato in patria con il Premio Nacional de Literatura Dramàtica e il Premio Lope de Vega per il Teatro, porta in scena il 17 e 18 dicembre la sua esilarante commedia Ciarlatani affidandosi al talento di Silvio Orlando, nel ruolo del protagonista. Tradotta dal drammaturgo Davide Carnevali, questa è una pièce in dieci capitoli per quattro attori, che viaggiano attraverso decine di personaggi, spazi e tempi, per dare vita ad una satira sul mondo del teatro e del cinema, ma anche a una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo.
Nel mese di gennaio il Teatro Concordia accoglie la compagnia capitanata da Lunetta Savino e diretta da Marcello Cotugno per la residenza di riallestimento de La madre, prima del debutto previsto il 10 e 11 gennaio. Florian Zeller nel testo indaga con estrema acutezza il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre. La partenza del figlio, ormai adulto, viene vissuta dalla donna come un vero e proprio tradimento, come abbandono del nido, a cui si aggiunge una decadenza dell’amore coniugale in atto da tempo. Il tono da black comedy iniziale lascia scappare più di un sorriso, per le situazioni descritte e il meccanismo delle ripetizioni che Zeller instaura nel testo.
La morte improvvisa del re d’Inghilterra mostra tutta la debolezza della monarchia, quando la corona finisce nelle mani del principe ereditario, un ragazzo sciocco e sprovveduto. Tra il potere e il nuovo re, un medico veterinario pronto a cogliere un’occasione che forse, poi, non si rivelerà tale. Questo in sintesi il plot narrativo de Il medico dei maiali in scena il 1 e 2 febbraio grazie all’interpretazione di una inedita e curiosa coppia di straordinari artisti come Luca Bizzarri e Francesco Montanari, regia di Davide Sacco autore anche del testo.
Ambra Angiolini, diretta da Giorgio Gallione, grazie alla scrittura limpida, poetica, teatralissima e immaginifica di Viola Ardone, in Oliva Denaro porta in scena il 13 e 14 marzo la storia di tutte le donne che ancora oggi pensano e temono di non aver scelta, costrette da una legge arcaica e indecente ad accettare un aguzzino e un violentatore tra le mura di casa. Una storia di ieri e di oggi, che parla di libertà, civiltà e riscatto.
La stagione in abbonamento del Teatro Concordia volge al termine (1 e 2 aprile) con Elena Bucci, Monica Piseddu e Woody Neri in Il Golem. «L’opera – racconta il regista Jacopo Gassmann – è forse la più importante che Juan Mayorga abbia scritto in questi anni duri, complessi, per molti versi imperscrutabili. È un testo a sua volta straordinariamente denso, enigmatico e stratificato. Mayorga me lo ha spedito e rispedito più volte nel corso del tempo – meticolosamente riscritto, ripensato, riformulato – come se l’autore si fosse risvegliato da un incubo dalle infinite varianti, come se i costanti cortocircuiti e gli sconvolgimenti di questi ultimi anni (dalla pandemia all’emergenza climatica, dalle guerre alla conseguente crisi economico-sociale) lo avessero portato a mettere il testo stesso in uno stato di crisi continua. Partendo dalla grande leggenda ebraica del Golem, la pièce racconta la storia di una donna che, per tentare di salvare suo marito da una malattia incurabile si affida ad un’organizzazione segreta che promette di curare l’uomo, a patto che la donna impari tre nuove parole al giorno».
Domenica in famiglia torna al Teatro Concordia con tre appuntamenti per i più piccoli. Si inizia il 1 dicembre con Peter Pan di Factory Compagnia Transadriatica e Fondazione Sipario Toscana e si prosegue il 26 gennaio con In fondo al mare di Teatro Verde e Histoire D’eux e il 23 febbraio con Tuttatesta di Fontemaggiore e 7-8 chili.
Nuovi abbonamenti (dopo la fase di prelazione dei rinnovi) dal 19 al 27 ottobre presso biglietteria del Teatro Concordia 0735 588246. Info AMAT 071 2072439, www.amatmarche.net.
31
OTTOBRE
1
NOVEMBRE
NON SI FA COSÌ
con Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace
testo Audrey Schebat
regia Francesco Zecca
produzione Argot Produzioni
Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito
Francesca e Giulio, in apparenza, sono una coppia stabile e solida. Così, quando Francesca, famosa pianista, torna inaspettatamente da un viaggio professionale e scopre che Giulio, affermato psicoanalista, si prepara a commettere l’irreparabile, allo shock si somma l’incomprensione. Del resto, suo marito non ha nemmeno pensato di lasciare un biglietto di spiegazione o di addio… Alternando toni tragici e comici, con una forza insolita, Audrey Schebat scuote i suoi personaggi e il pubblico. In discussione la coppia e la sua longevità, l’interrogatorio permanente necessario per sfidare il tempo.
19
20
NOVEMBRE
MOLTO RUMORE
PER NULLA
di William Shakesperare
traduzione Margherita Laera
adattamento Veronica Cruciani, Margherita Laera
con Lodo Guenzi e Sara Putignano
e con Paolo Mazzarelli, Francesco Migliaccio, Marco Quaglia
Romina Colbasso, Davide Falbo, Marta Malvestiti, Andrea Monno
Lorenzo Parrotto, Gianluca Pantaleo
regia Veronica Cruciani
luci Gianni Staropoli
scene Anna Varaldo
costumi Erika Carretta
musiche Nicolò Carnesi
le canzoni sono di Lodo Guenzi e Nicolò Carnesi
movement coach Marta Ciappina, Norman Quaglierini
produzione La Pirandelliana, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale
in collaborazione con Comune di Verona – Estate Teatrale Veronese
Come in molte delle commedie del Bardo, si tratta di una storia giocata su scambi di persona, intrighi, duelli e giochi di parole. E proprio i giochi di parole vengono ad assumere in questa vicenda un significato fondamentale: tutta l’opera si articola infatti su equivoci originati in prima battuta da quello che i protagonisti dicono.
Tutti i personaggi vengono ingannati, truffati dalle parole che loro stessi pronunciano o ascoltano. Quello che Shakespeare mette in evidenza, scrivendo quest’opera, è il potere delle parole, il potere dell’interpretazione e il potere del racconto, in una vicenda in cui vero e falso non sono altro che le diverse versioni di una stessa realtà.
Molto rumore per nulla, una delle migliori opere di Shakespeare, scritta tra il 1598 e il 1599, si caratterizza per la presenza di innumerevoli giochi di parole e per una brillante interpretazione dei ruoli di genere. Gran parte di questa tragicommedia ruota attorno alla scrittura di messaggi segreti, allo spiare e origliare conversazioni riservate. Le persone fingono costantemente di essere altro da quello che sono, vengono scambiate per altre o sono costantemente ingannate. All’interno dell’opera, l’azione dipende soprattutto dalla parola e ogni personaggio di Molto rumore per nulla ha il suo modo di giocare, elaborare o abusare del linguaggio. I due protagonisti dell’opera sono Beatrice e Benedetto, hanno tendenze linguistiche che li definiscono. Beatrice è vista -nel pregiudizio dell’epoca- come “bisbetica” a causa della sua “lingua tagliente”. Mentre lo stile di conversazione metaforico di Benedetto è ciò che porta Don Pedro a definirlo “dalla sommità della testa alla pianta del piede tutta allegria”. Questo è senza dubbio anche ciò che sta dietro alla battuta di Beatrice che definisce Benedetto “il giullare del principe”. Molto rumore per nulla è caratterizzato da una comicità ironica e d’effetto, ma nel testo risiedono anche riflessioni ben più complesse: come gli uomini e le donne vengano trattati in modo differente all’interno della società. La disparità di potere che sono costrette a subire le donne è uno dei temi centrali della commedia di Shakespeare che, per il linguaggio violento e la trama ingannevole, in certi momenti oscilla verso il tragico. Veronica Cruciani
17
18
DICEMBRE
CIARLATANI
testo e regia Pablo Remón
traduzione italiana Davide Carnevali da Los Farsantes
con Silvio Orlando
e con (in o.a.) Francesca Botti, Francesco Brandi, Blu Yoshimi
scene Roberto Crea luci Luigi Biondi costumi Ornella e Marina Campanale
aiuto regia Raquel Alarcón
produzione Cardellino
coproduzione Spoleto Festival dei Due Mondi, Teatro di Roma – Teatro Nazionale
si ringrazia per la collaborazione Premio David di Donatello e Piera Detassis
ciarlatani
1. agg. colloq. Chi finge ciò che non è o non sente.
2. n. e f. desus. Attore di teatro, specialmente di commedie.
1.-
Ciarlatani racconta la storia di due personaggi legati al mondo del cinema e del teatro.
Anna Velasco è un’attrice la cui carriera è in fase di stallo. Dopo aver recitato in piccole produzioni di opere classiche, ora lavora come insegnante di pilates e nei fine settimana fa teatro per bambini. Tra soap opera televisive e spettacoli alternativi, Anna è alla ricerca del grande personaggio che la farà finalmente trionfare.
Diego Fontana è un regista di successo di film commerciali che si sta imbarcando in una grande produzione: una serie da girare in tutto il mondo, con star internazionali. Un incidente lo porterà ad affrontare una crisi personale e a ripensare la sua carriera.
Questi due personaggi sono collegati dalla figura del padre di Anna, Eusebio Velasco, regista di culto degli anni ’80, scomparso e isolato dal mondo.
2.-
Ciarlatani sono anche diverse opere in una: ognuno di questi racconti ha uno stile, un tono e una forma particolari.
Il racconto di Anna ha uno stile eminentemente cinematografico, con un narratore che ci guida, e in cui sogno e realtà si confondono. La storia di Diego è un’opera teatrale più classica, rappresentata in spazi più realistici. E infine c’è, a mo’ di pausa o parentesi, un’autofiction in cui l’autore dell’opera a cui stiamo assistendo si difende dalle accuse di plagio.
Queste storie sono raccontate in parallelo, si alimentano a vicenda, sono specchi degli stessi temi.
L’insieme è costruito con capitoli in parte indipendenti, che formano una struttura più vicina al romanzo che al teatro. L’intenzione è che “Ciarlatani” sia una narrazione eminentemente teatrale, ma con un’aspirazione romanzesca e cinematografica.
3.-
Infine, Ciarlatani è una commedia in cui solo quattro attori viaggiano attraverso decine di personaggi, spazi e tempi. Una satira sul mondo del teatro e dell’audiovisivo, ma anche una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo, dentro e fuori la finzione.
Pablo Remón
10
11
GENNAIO
RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO
LA MADRE
di Florian Zeller
con Lunetta Savino
e con Andrea Renzi
Niccolò Ferrero, Chiarastella Sorrentino
regia Marcello Cotugno
scene Luigi Ferrigno
luci Pietro Sperduti
costumi Alessandra Benaduce
produzione Compagnia Moliere
in coproduzione con Teatro di Napoli-Teatro Nazionale
Accademia Perduta Romagna Teatri
Ne La madre Zeller indaga con estrema acutezza il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre. La partenza del figlio, ormai adulto, viene vissuta dalla donna come un vero e proprio tradimento, come abbandono del nido, a cui si aggiunge una decadenza dell’amore coniugale in atto da tempo.
Il tono da black comedy iniziale lascia scappare più di un sorriso, per le situazioni descritte e il meccanismo delle ripetizioni che Zeller instaura nel testo, si trasforma lentamente in un dramma spietato che non sembra essere né un vero sogno, né la banale realtà del presente, ma una vertigine ipnotica e crudele dalla quale risvegliarsi è impossibile.
Il mondo di Anna è un luogo in cui lei non si riconosce più, isolata da un ménage familiare che l’ha espulsa. Ma la responsabilità di questa solitudine non sta forse anche nell’aver rinunciato alla vita? Abdicare ai sogni, alle speranze e ai desideri unicamente per dedicarsi al proprio unico figlio maschio su cui riversare frustrazioni, rimorsi e ideali d’amore non è forse un cammino che inclina pericolosamente verso la disperazione?
Anna, la madre, è ossessionata da una realtà multipla, una sorta di multiverso della mente, in cui le realtà si sdoppiano creando un’illusione di autenticità costante in tutti i piani narrativi. Ma dai ricordi di Anna si può immaginare un risveglio? Nella sua mente di madre si affastellano ora sequenze oniriche ora situazioni iperrealistiche.
Nella società liquida e levigata di Zygmunt Bauman e Byung-Chul Han il senso di colpa non basta più a tenere vicini i figli. Nel dolore del lasciarli andare, per una madre, c’è tutta l’accettazione della vita nel suo divenire, c’è del lasciar andare una parte di sé per rinascere nel distacco. Marcello Cotugno
1
2
FEBBRAIO
IL MEDICO
DEI MAIALI
scritto e diretto da Davide Sacco
con Luca Bizzarri e Francesco Montanari
e altri due attori in via di definizione
produzione Ente Teatro Cronaca
LVF – Teatro Manini di Narni
Testo vincitore del Premio Nuove Sensibilità 2.0 2022
La morte improvvisa del re d’Inghilterra mostra tutta la debolezza della monarchia, quando la corona finisce nelle mani del principe ereditario, un ragazzo sciocco e sprovveduto. Tra il potere e il nuovo re, un medico veterinario pronto a cogliere un’occasione che forse, poi, non si rivelerà tale.
Il re d’Inghilterra muore all’improvviso durante l’inaugurazione di un albergo in Scozia. Fuori, il temporale impedisce al medico di palazzo per arrivare a costatare il decesso. Tale compito viene assegnato all’unico medico presente presso la struttura, ma il caso vuole che sia un veterinario, specializzato in maiali. Il veterinario capisce che il re non è morto d’infarto come i consiglieri vogliono far credere, ma sta al gioco.
Nel frattempo, arriva in albergo il principe ereditario, un giovane scialbo e, a suo stesso dire, stupido, vestito da nazista perché stava partecipando a una festa a tema durante il gay pride. Il principe chiede di rimanere solo con il medico. Deve preparare il suo primo discorso alla nazione e non sa dove mettere le mani.
Il veterinario, attraverso una raffinata strategia, convince il principe che l’unico modo per passare alla storia è incolparsi pubblicamente dell’assassinio del re e, contestualmente, sciogliere la monarchia. Il principe, inizialmente contrariato, sembra però esaltarsi a quest’idea. Subito dopo, il medico riesce a convincere anche uno dei due consiglieri che l’unico modo per salvare l’Inghilterra non è uccidere il re, ma uccidere il concetto stesso di monarchia. Sembra che tutto proceda secondo i piani del veterinario, quando il principe ereditario rientra, pronto per il suo primo discorso da monarca. Ma il ragazzo sciocco e sprovveduto che era uscito dalla porta è cambiato, il potere ha iniziato a impossessarsi di lui. Il principe inizia a umiliare il medico, ribadendo la differenza tra chi regna e chi serve. Coinvolge in questo gioco al massacro anche i consiglieri e le guardie, fino a uccidere per sbaglio il povero veterinario.
Cosa succede quando muore un re? E non un re qualsiasi, ma il re d’Inghilterra. Cosa succede in quei pochi momenti in cui la monarchia si mostra fragile, il popolo aspetta e il tempo corre, come in pericolo?
Cosa succede se il re non è veramente morto d’infarto, ma è stato assassinato? E cosa succede se il Principe ereditario è solo un ragazzotto arrogante e presuntuoso, del tutto impreparato alle responsabilità che lo attendono? In questa crisi, l’unico che sembra avere certezze è un veterinario, il medico dei maiali, che si ritrova per caso in questa vicenda e tenta di cogliere un’opportunità. Ma il caso non esiste e la vita si mostra sempre più beffarda, violenta e crudele di quanto si potrebbe immaginare. E il tavolo da gioco si allarga a dismisura, inghiottendo uomini e donne, passato e futuro. Chi ha il potere resta al potere, ma i servi non vogliono più essere servi. Quando le certezze cadono, quando muoiono i padri e crollano le torri, l’essere umano si mostra sempre per quello che è: una bestia, una bestia pronta a essere un uomo. Davide Sacco
13
14
MARZO
OLIVA DENARO
dal romanzo di Viola Ardone
interprete e collaborazione alla drammaturgia Ambra Angiolini
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
scene e costumi Guido Fiorato
disegno luci Marco Filibeck
musiche Paolo Silvestri
produzione Goldenart Production, Agidi
C’è una storia vera, e c’è un romanzo. La storia vera è quella di Franca Viola, la ragazza siciliana che a metà degli anni 60 fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”. Il romanzo prende spunto da quella vicenda, la evoca e la ricostruisce, reinventando il reale nell’ordine magico del racconto. All’inizio Oliva è una quindicenne che nell’Italia di quegli anni, dove la legge stabiliva che se l’autore del reato di violenza carnale avesse poi sposato la “parte offesa”, avrebbe automaticamente estinto la condanna (anche se ai danni di una minorenne), cerca il suo posto nel mondo. E, in un universo che sostiene che “la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”, Oliva ci narra, ormai adulta, la sua storia a ritroso, da quando ragazzina si affaccia alla vita fino al momento in cui, con una decisione che suscita scandalo e stupore soprattutto perché inedita e rivoluzionaria, rifiuta la classica “paciata” e dice no alla violenza e al sopruso. Una storia di crescita e di emancipazione che scandaglia le contraddizioni dell’amore (tra padri e figlie, tra madri e figlie) e si insinua tra le ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa. Ma Oliva, proprio come Franca Viola, decide di essere protagonista delle proprie scelte, circondata da una famiglia che impara con lei e grazie a lei a superare ricatti, stereotipi e convenzioni. Un padre che frequenta il silenzio e il dubbio, ma che riuscirà a dire alla figlia “se tu inciampi io ti sorreggo”, e una madre che, dapprima più propensa a piegarsi alla prepotenza e al fatalismo, riuscirà infine a spezzare le catene della sottomissione e della vergogna. Grazie alla scrittura limpida, poetica, teatralissima e immaginifica di Viola Ardone, Oliva Denaro diventa così la storia di tutte le donne che ancora oggi pensano e temono di non aver scelta, costrette da una legge arcaica e indecente (lo stupro fino al 1981 era considerato solo oltraggio alla morale e non reato contro la persona) ad accettare un aguzzino e un violentatore tra le mura di casa. Una storia di ieri e di oggi, che parla di libertà, civiltà e riscatto.
Ho incontrato per la prima volta Oliva Denaro parecchio tempo fa, grazie al libro di Viola Ardone, che stava per essere pubblicato, conservo la copia unica che ho fatto solo recentemente firmare a Viola. Resto sempre quella che “non ci può credere” e non per falsa umiltà, ma per consapevolezza della precarietà: finché c’è, voglio godermi tutti e poter chiedere anche gli autografi (rido seriamente).
La voglia di far conoscere questa storia è nata subito: leggi una pagina e dentro ci trovi tanto di quel posto che si chiama “coraggio”, che non vedi l’ora di prenderci la residenza. Quella volta però non è andata a buon fine la collaborazione, purtroppo stavo lottando per zittire delle chiacchiere sul mio privato… stavo comunque “lavorando” sul personaggio mio malgrado e nemmeno lo sapevo.
Il regista Giorgio Gallione ne acquista i diritti, qualche anno dopo, proprio lui con cui lavoro e torno sempre a casa, il primo folle che mi ha detto: “Ce la farai tu, con le tue risorse” a partire dal mio battesimo teatrale con il monologo La misteriosa scomparsa di W di Stefano Benni. Così è nato questo progetto. Destino… nessuna magia, quella l’abbiamo messa tutta sul palco.
Oliva Denaro, ispirata alla vera storia di Franca Viola, racconta la storia di tante donne attraverso questa ragazza, che diventa una eroina grazie al valore del primo vero “no”. È ribelle e contraria ma con rispetto e gentilezza. La sua ribellione passa per il desiderio di conoscenza, per la sua curiosità. Oliva è un’eroina che come super potere ha anche quello di saper ascoltare gli altri. Quando non sa ascolta, quando non comprende chiede. E quando non le viene risposto… “io non sono favorevole”. È talmente bella da portare in scena questa piccola grande vita, che uno si sente meglio già solo a raccontarla, questa storia.
Ho lavorato insieme a Giorgio alla drammaturgia e gli sono grata per questo lavoro insieme perché non tutti i registi hanno voglia di aprirsi ad un confronto così bello e formativo. Amo molto il mio lavoro e amo scoprirlo come una matrioska in ogni suo aspetto. Abbiamo lavorato dal romanzo al testo teatrale cercando di preservarne la ricchezza e rispettandolo con attenzione e cura. Solo nel finale ho chiesto di poter inserire delle parole di Franca Viola tratte dalle sue interviste, sentivo il bisogno di una parte di “verità legale”.
In questo momento le storie delle persone che con le loro scelte e il loro coraggio hanno cambiato il corso degli eventi anche per me, quelle che hanno tolto il prefisso negativo “in” dalla parola GIUSTIZIA… Mi piace farle vivere vicine. Ambra Angiolini
Un romanzo di formazione che trasuda teatro. Una storia di coraggio, emancipazione e coscienza di sé. Una scrittura evocativa e profonda dove la voce della protagonista, delicata e rabbiosa, riesce ad essere contemporaneamente racconto personale e collettivo. Una storia ‘al femminile singolare’ che si trasforma progressivamente e quasi eroicamente in un canto di libertà. Giorgio Gallione
1
2
APRILE
IL GOLEM
di Juan Mayorga
traduzione Pino Tierno
con Elena Bucci, Monica Piseddu e Woody Neri
regia Jacopo Gassmann
co-produzione Fondazione Teatro di Roma, Sardegna Teatro e Teatro Stabile dell’Umbria
A mio avviso, Il Golem è forse l’opera più importante che Juan Mayorga abbia scritto in questi anni duri, complessi, per molti versi imperscrutabili. È un testo a sua volta straordinariamente denso, enigmatico e stratificato. Mayorga me lo ha spedito e rispedito più volte nel corso del tempo – meticolosamente riscritto, ripensato, riformulato – come se l’autore si fosse risvegliato da un incubo dalle infinite varianti, come se i costanti cortocircuiti e gli sconvolgimenti di questi ultimi anni (dalla pandemia all’emergenza climatica, dalle guerre alla conseguente crisi economico-sociale) lo avessero portato a mettere il testo stesso in uno stato di crisi continua.
Partendo dalla grande leggenda ebraica del Golem, il testo racconta la storia di una donna che, per tentare di salvare suo marito da una malattia incurabile si affida ad un’organizzazione segreta che promette di curare l’uomo, a patto che la donna impari tre nuove parole al giorno. Lentamente, come in una perturbante variazione sul tema della metamorfosi kafkiana, capiremo che la donna sta accogliendo (o forse ha da sempre soppresso) dentro di sé l’identità e la parola di un leader rivoluzionario del passato. La parola, appunto, intorno a cui tutto ruota, a partire dal mistero profondo di questo testo. La parola che al contempo può rigenerarci o segnare traumaticamente i nostri destini. La parola che può certamente liberarci ma anche trasformarci fino a non riconoscere più chi siamo. La parola che crea e distrugge. La sensazione è che nel Golem Juan Mayorga abbia condensato tutto il sentimento (e lo smarrimento) del nostro tempo, chiamando a raccolta molti dei suoi autori di riferimento: da Borges a Kafka, passando attraverso Primo Levi e Gershom Scholem fino ad arrivare alla filosofia del linguaggio di Walter Benjamin e alla sua teoria della traduzione, l’autore getta il suo scandaglio negli abissi di questa epoca oscura, raccontandoci di un mondo che sta lentamente collassando o sfarinando – verrebbe da dire – mentre, come diceva Flaiano, “qualcosa si va lacerando nel tessuto divino dell’umano. Jacopo Gassmann
Avevo scritto El Golem alcuni anni fa, ma qualcosa è accaduto durante il lockdown ? in mezzo allo sconvolgimento generale, all’angoscia di tanti, alla paura di altri che l’ordine in cui avevamo vissuto potesse crollare ? che mi ha spinto a riscriverlo. Il tema centrale, credo, è il potere delle parole che ci avvolgono e ci attraversano e con le quali costruiamo i nostri incubi e i nostri sogni. Juan Mayorga
Juan Mayorga è uno dei drammaturghi contemporanei più rappresentativi e importanti della scena teatrale spagnola. Ha scritto più di trenta testi ed è uno degli autori più rappresentati in Spagna e nel mondo. Le sue opere sono state messe in scena in più di trenta paesi e sono state tradotte in più di venti lingue. È attualmente direttore della cattedra di Arti Sceniche dell’Università Carlos III di Madrid. Tra i riconoscimenti più importanti della carriera: premio Nacional de Teatro, Valle-Inclàn, Ceres, Premio Nacional de Literatura dramatica, Premio Max. Di recente è stato eletto membro della Real Academia Espanola.
DOMENICA IN FAMIGLIA
1 DICEMBRE
PETER PAN
di Tonio De Nitto
collaborazione drammaturgica Riccardo Spagnulo
con Francesca De Pasquale, Antonio Guadalupi, Luca Pastore, Benedetta Pati
regia Tonio De Nitto
coreografie Barbara Toma
musiche Paolo Coletta
produzione Factory compagnia transadriatica, Fondazione Sipario Toscana
si ringraziano Ilaria Carlucci, Teatro Comunale di Novoli
La città del Teatro, Manifatture Knos
spettacolo consigliato da 4 anni
Uno spettacolo che pone molte domande e invita a riflettere che pur diventando grandi non bisogna dimenticare di essere stati bambini. La compagnia pugliese Factory si cimenta in questa nuova creazione attraversando temi fondamentali per la crescita. Peter Pan è la storia di un’assenza, di un vuoto che spesso rimane incolmabile, quello di un bambino che non c’è più. È l’inseguimento di un tempo che sfugge al nostro richiamo e che a volte si ferma, la ricerca delle esperienze che ci fanno diventare grandi senza volerlo e troppo presto. È l’isola del mai più, Neverland, è forse dentro la testa di ogni bambino, un posto dove vanno a finire le cose dimenticate dai grandi, per cui non c’è spazio nella vita reale. È qui che Wendy riesce a trovare la giusta distanza con il suo essere bambina, qui che sente il desiderio di crescere, di abbandonare l’isola senza recidere quel legame con la propria infanzia che fatica a rimanere con noi tutta la vita: una finestra che chiudiamo diventando grandi e che, invece, dovremmo tenere aperta, in contatto con la nostra realtà e il nostro essere adulti.
26 GENNAIO
IN FONDO AL MARE
scritto e diretto da Yannick Toussaint
con Andrea Calabretta, Agnese Desideri, Valerio Bucci
scenografie, costumi e burattini Yannick Toussaint, Fanny Beaudoing
Amedeo D’Amicis, Diego Di Vella, Veronica Olmi
audio/luci Enrico Biciocchi
produzione Teatro Verde, Histoire d’Eux
spettacolo consigliato da 4 anni
La storia si svolge in uno splendido paesaggio sottomarino, dove i pesci vivono felici e vanno in vacanza presso delle fonti di acqua calda. Tutto molto bello. Peccato che i pesci cominciano misteriosamente a sparire uno alla volta. Del caso se ne occupa John MacLobster, una saggia aragosta, che, aiutato dal giovane e inesperto Marvin, guida le indagini, fino ad arrivare a una verità sorprendente, che in realtà tutti sotto sotto conoscono, ma che ognuno finge di ignorare. In fondo al mare è un divertentissimo thriller subacqueo, che fa ridere e pensare, che ci parla con delicatezza ma senza sconti dell’emergenza climatica in cui viviamo. Facendo il verso ai classici film americani di detectives story, tra misteri e risate, tra buffi inseguimenti e storie d’amore, tra poliziotti incorruttibili e tipi senza scrupoli, insomma tra pesci piccoli e pesci grossi, il mondo sottomarino diventa una divertente e raffinata metafora del mondo umano. Il tutto immerso (è proprio il caso di dirlo) in una scena incredibile, con colori cangianti, forme improbabili e modi sorprendenti di muoversi. I tre attori-burattinai ci faranno tuffare sul fondo di una laguna tropicale, in un piccolo angolo di sogno su cui gravano oscure minacce. L’universo sottomarino viene ricreato in una scatola nera dalla magia di luci e trucchi sorprendenti.
23 FEBBRAIO
TUTTATESTA
videoteatro per bambini e non solo
testo, interpretazione e regia Davide Calvaresi
produzione Fontemaggiore – Centro di Produzione Teatrale, 7-8 chili
spettacolo consigliato da 5 anni
La città dei Tuttatesta è composta e ordinata, i giorni scorrono tutti uguali e gli abitanti sono felici di passare il loro tempo nel confort delle loro case. Un giorno in città arriva un ospite inatteso che turba la tranquillità di tutti. Con il tempo questo imprevisto innesca una crisi nella città dei Tuttatesta a tal punto che tutti sono costretti a ricorrere alla violenza verbale nei confronti del diverso. Tutti si coalizzano per distruggere moralmente e cacciare l’ospite inatteso ma col tempo ognuno è costretto a rivedere le proprie certezze. L’odio, la diffidenza e l’ostilità cedono il passo a un cambiamento che migliora la vita di tutti.
Tuttatesta è uno spettacolo ricco di giochi di parole, metafore, numeri e ritmo che apre una riflessione ironica sul razzismo, sulla discriminazione e più in generale sulle paure che assillano il tempo presente.
Davide Calvaresi crea dispositivi visivi che attraversano diverse discipline, dalla videoart alla coreografia digitale. È scultore e regista cinematografico. Nel 2019 con il film Olmo vince il Globo d’oro come miglior cortometraggio. Con il suo corto Save nel 2018 riceve il primo premio per il concorso tempo limite a cura della Fondazione Cineteca Italiana di Milano e per il concorso artigiani digitali a cura di Toscana Filmmakers festival. Dal 2005 dirige la compagnia 7-8 chili con i quali cura la regia di Buio, Ossi di seppia e Replay quest’ultimo finalista al Premio Equilibrio Roma 2013 e presente alla Biennale di Venezia Danza.
ABBONAMENTI
10 – 15 OTTOBRE RINNOVI
prelazione abbonati 23.24 con conferma turno e posto
19 – 27 OTTOBRE NUOVI
BIGLIETTERIA TEATRO CONCORDIA
0735 588246
in campagna abbonamenti nei giorni indicati; dalle 10 alle 12 e dalle 17.30 alle 19.30
TURNO A e TURNO B
[7 spettacoli]
platea 120 euro
galleria 90 euro
speciale giovani* 50 euro
BIGLIETTI
DAL 29 OTTOBRE vendita per tutti gli spettacoli
presso
> BIGLIETTERIA TEATRO CONCORDIA 0735 588246
due giorni precedenti lo spettacolo dalle 17.30 alle 19.30
il giorno di spettacolo dalle 17.30 ad inizio rappresentazione
> AMAT e biglietterie del circuito 071 2072439
dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16
> VENDITA ONLINE www.vivaticket.com
platea 20 euro
galleria 15 euro
speciale giovani* 10 euro
* riservato ai giovani fino a 25 anni e ai soci Touring Club, valido in platea [dalla fila O alla fila Q] e in galleria
INFORMAZIONI
Teatro Concordia
0735 588246 [solo negli orari di apertura biglietteria]
Comune di San Benedetto del Tronto, Ufficio Cultura
0735 794438 – 794587 | www.comunesbt.it
AMAT 071 2072439 | www.amatmarche.net
INIZIO SPETTACOLI
ore 20.45
DOMENICA IN FAMIGLIA
BIGLIETTI
posto unico numerato 8 euro | ridotto (fino a 14 anni) 4 euro
BIGLIETTERIA TEATRO CONCORDIA
0735 588246
la domenica di spettacolo dalle 15.30 ad inizio rappresentazione
INIZIO SPETTACOLI
ore 16.30