Alluvione 2022: a due anni la Regione traccia il bilancio delle attività di ricostruzione
Il Piano delle opere strutturali giunge alla piena fase esecutiva
Dalla programmazione alla fase esecutiva: il Piano delle Opere Strutturali del Commissario diventa pienamente operativo. Questo è quanto emerso durante la conferenza stampa organizzata in occasione del secondo anniversario dell’Alluvione che ha colpito le Marche il 15 settembre 2022. Presenti il presidente della Regione Marche e commissario per l’Alluvione, Francesco Acquaroli, l’assessore alla Protezione Civile, Stefano Aguzzi, il vicecommissario Stefano Babini, e il direttore regionale della Protezione Civile e Sicurezza del Territorio, Stefano Stefoni.
“Continua la fase di ricostruzione“, ha affermato il presidente Acquaroli. “Molte risorse sono state messe a disposizione, dalle somme urgenze ai contributi di autonoma sistemazione (CAS), all’erogazione dei ristori che sta procedendo. Il nostro obiettivo è garantire la messa in sicurezza del territorio, migliorare la mitigazione del rischio e dare risposte concrete alle esigenze della popolazione, restituendo tranquillità per il futuro. Dopo due anni, possiamo contare numerosi cantieri in attività, interventi di messa in sicurezza e manutenzione straordinaria lungo i fiumi Misa e Nevola, nel comprensorio del Catria, inclusi importanti lavori di pulizia degli alvei e di consolidamento delle sponde. È stata concessa una proroga dello stato di emergenza per ulteriori 12 mesi, il che ci permette di avviare opere progettate per ridurre il rischio idrogeologico, come il rifacimento di ponti e infrastrutture chiave come vasche di laminazione e casse di espansione. Pensiamo al progetto del Ponte di Pianello di Ostra che abbiamo presentato la scorsa settimana”.
“Due anni fa siamo stati colpiti da un evento di straordinaria gravità – ha dichiarato l’assessore Aguzzi – ma grazie all’impegno congiunto di molti uffici e al lavoro di squadra, abbiamo raggiunto traguardi significativi. Le risorse stanziate per il fiume Misa, ad esempio, hanno consentito di realizzare interventi mai realizzati negli ultimi 80 anni. Sebbene sia impossibile eliminare completamente il rischio, oggi possiamo dire di aver ottenuto una significativa mitigazione grazie alla pulizia dei fiumi e alla costruzione di nuove infrastrutture per i tanti cittadini che per anni hanno vissuto in una condizione di incertezza.”
Il vicecommissario Stefano Babini ha illustrato nel dettaglio i fondi stanziati e le fasi future del piano, evidenziando l’importanza della proroga dello stato di emergenza, sancita da una legge statale. Ha ricordato come lo Stato si sia già dimostrato vicino alle popolazioni colpite dall’alluvione stanziando 400 milioni di euro per il triennio 2022-2024. A queste risorse si sono aggiunti 6,1 milioni di euro dalla Protezione Civile a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, 28 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Marche per interventi regionali di prevenzione del dissesto idrogeologico, 20,9 milioni di euro dal Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea, e 8,8 milioni di euro dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) erogati tramite la Regione.
Gli ambiti di intervento hanno riguardato la somma urgenza, i ristori per imprese e privati, e il Piano delle opere strutturali del Commissario. Per la somma urgenza, sono stati approvati dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile 1470 interventi per 135,8 milioni di euro, con 53 milioni già liquidati, in attesa della completa rendicontazione da parte dei soggetti attuatori. Il Genio Civile Marche Nord ha avviato 122 interventi di ripristino infrastrutturale e manutenzione straordinaria nei bacini dei fiumi Misa, Nevola, Cesano, Esino, Foglia e Metauro per 26 milioni di euro, destinato 1,6 milioni per la manutenzione dei corsi d’acqua del reticolo minore tramite il Consorzio di Bonifica e destinato 13,7 milioni per le progettazioni delle casse di espansione di Loc. Pancaldo e Ponte Lucerta.
Per le infrastrutture minori, il Consorzio di Bonifica è al lavoro sulla ricostruzione di 12 ponti, con tre opere già completate a Serra Sant’Abbondio (PU), Serra de’ Conti (AN) e Vallone di Senigallia (AN).
Nel 2023, a pochi mesi dall’alluvione, sono stati erogati i primi ristori per un totale di 24 milioni di euro, così distribuiti: 13,5 milioni di euro per interventi a favore dei privati (5.000 euro per il sostegno immediato alle famiglie), che hanno permesso di liquidare 3.095 pratiche; e 10,4 milioni di euro destinati a 643 interventi a favore delle imprese, con contributi di 20.000 euro.
Per quanto riguarda i ristori “pesanti”, è in corso la fase di erogazione con le anticipazioni del 20% dei ristori, che ammontano a 4,6 milioni di euro, su un totale ad oggi di richieste pervenute di 30,57 milioni destinati a privati, titolari di attività economiche, produttive e imprese agricole. Le Marche sono state la prima regione in Italia di fronte ad una calamità naturale a stanziare fondi regionali per destinare un contributo per il risarcimento di veicoli danneggiati (668 automobili e 85 furgoni), pari a 2,2 milioni di euro.
Il Piano delle Opere Strutturali del Commissario, che attualmente ammonta a 130 milioni di euro e destinato ad aumentare, riguarda opere complesse per la prevenzione del rischio idrogeologico, al di là degli interventi di somma urgenza realizzati dalla Protezione Civile. Prevede, tra le altre cose, la demolizione e ricostruzione di ponti, la creazione di vasche di laminazione e la riqualificazione di borghi, con l’obiettivo principale di mettere in sicurezza la popolazione e proteggere i territori colpiti dall’alluvione, come il bacino del Misa-Nevola e il comprensorio del Catria nell’alto pesarese.
La Protezione Civile, come sottolineato da Stefano Stefoni, ha rafforzato le misure di prevenzione e sicurezza puntando su corsi di formazione per gli amministratori locali, aumentando il numero di esercitazioni e intervenendo in maniera preventiva su tutti quei bacini che negli anni sono stati oggetto di eventi alluvionali.
L’Assessore Antonini ha partecipato a Milano agli Stati generali sulla “Space Economy”
Pnc sisma, strade e rigenerazione urbana: i Comuni potranno utilizzare i risparmi per altri progetti
La Cabina di Coordinamento Integrata ha approvato un’Ordinanza che introduce una novità importante
per l’utilizzo delle economie derivanti dalle sub misure A3 e A4 del Piano Nazionale Complementare Sisma
(PNC), che riguardano rispettivamente la rigenerazione urbana e le infrastrutture e mobilità. Grazie a
questa Ordinanza, i Comuni, potranno finalmente impiegare le economie, cioè i risparmi ottenuti rispetto
alle somme originariamente stanziate per i progetti, in nuove progettazioni di cui sono già responsabili
all’interno della stessa Macro misura A.
Il Commissario alla Ricostruzione e Riparazione Sisma 2016 Guido Castelli, che ha firmato l’Ordinanza, ha
sottolineato la volontà di “valorizzare il lavoro dei sindaci e la grande capacità attuativa che i Comuni
stanno dimostrando, sbloccando ulteriori risorse che sicuramente risulteranno preziose per il territorio.
Le risorse pubbliche impiegate nel Piano nazionale complementare sono ingenti e vanno ottimizzate il più
possibile. Se ci sono economie è giusto poterle reimpiegare, stiamo parlando di opere che
determineranno il futuro dell’Appennino centrale”.
La Macromisura A nel suo complesso stanzia 1 miliardo di euro. La sub misura A3 “Rigenerazione urbana
e valorizzazione del territorio”, vale 381,58 milioni di euro, mentre la sub misura A4 “Infrastrutture e
mobilità”, ammonta a 282,98 milioni di euro.
Marche terra del benessere, istituita la Rete regionale
Nasce la Rete regionale per la valorizzazione delle Marche come terra del benessere e della qualità della vita. La Giunta regionale ha approvato la delibera che dà il via libera alla sua istituzione, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico, Andrea Maria Antonini. “È quanto prevede la legge regionale sul benessere – dichiara Antonini – e per raggiungere le finalità in essa contenute si seguirà un approccio integrato e interdisciplinare, che coinvolge ambiti trasversali tra i quali alimentazione, filiere agroalimentari, qualità e sicurezza dei prodotti agricoli, salute e welfare, industria e artigianato, ambiente e territorio, turismo, cultura, sport e tempo libero, istruzione e formazione”.
“Altro importante obiettivo – continua Antonini – è quello di orientare l’offerta turistico-ricettiva in chiave di turismo sostenibile cogliendo le specificità, le bellezze naturali e l’impegno alla conservazione della natura delle Marche”.
“La Rete regionale – chiarisce Antonini – si pone come interlocutore significativo per tutte le politiche che impattano sulla salute e sul benessere dell’intera comunità marchigiana per una sana alimentazione, uno stile di vita attivo”.
Alla Rete possono partecipare enti pubblici, agenzie regionali, università ed enti di ricerca, istituti scolastici, associazioni di rappresentanza di tutte le categorie produttive, organizzazioni sindacali, enti di formazione, ordini professionali e associazioni, nonché la Rete regionale per la tutela e valorizzazione della dieta mediterranea.
I soggetti che aderiscono alla Rete regionale promuovono e stipulano accordi, allo scopo di definire obiettivi e iniziative comuni tra i soggetti partecipanti, nonché le modalità per la condivisione di competenze e professionalità. Per contraddistinguere le attività di comunicazione, divulgazione e pubblicità sui temi del benessere e della qualità della vita, dovrà essere sempre utilizzato il logo identificativo appositamente individuato.
Possono presentare domanda di iscrizione alla Rete regionale, i soggetti e le strutture, che attuino quanto richiesto all’art. 1 della legge ovvero attività volte ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano, coerente con la dieta mediterranea e rispettoso dell’ambiente e della biodiversità; ad individuare modelli produttivi innovativi e sostenibili a partire dal settore primario, valorizzando in tal modo il ruolo delle imprese agricole e delle imprese commerciali del settore alimentare; a facilitare un cambiamento consapevole degli stili di vita; a rafforzare le interazioni positive tra persone e territorio, valorizzando in particolare le potenzialità dell’ambiente montano, forestale, rurale e costiero; a preservare le aree agricole di pregio contraddistinte dalla presenza di paesaggi agrari identitari vocati alle produzioni tipiche; a valorizzare le iniziative aziendali finalizzate al benessere dei lavoratori e dei loro familiari, nonché ad assicurare la loro sicurezza sul lavoro ed il rispetto delle norme antinfortunistiche; a promuovere opportunità formative di apprendimento continuo per tutti per un miglioramento del benessere individuale; oltre a promuovere e valorizzare le Marche come regione del benessere e della qualità della vita. I partecipanti dovranno avere una sede legale e/o operativa nel territorio della regione Marche.
La domanda di adesione alla Rete potrà essere presentata in qualsiasi momento tramite la piattaforma SIAR.
Crisi idrica nel Pesarese, ridotta la portata del Burano
Il prelievo di acqua dal Pozzo del Burano sarà ridotto passando da una portata di 240 litri al secondo a 150 l/s. È quanto è stato deciso oggi dal Comitato provinciale di Protezione Civile di Pesaro e Urbino che nel corso di questa estate si è riunito periodicamente, convocato dalla Regione Marche e dalla Prefettura di Pesaro e Urbino, per fronteggiare la situazione determinata dalla crisi idrica che ha colpito il territorio.
“È stato ravvisato un cambiamento meteorologico nei termini di un aumento di precipitazioni – ha annunciato l’assessore regionale alla Protezione civile, Stefano Aguzzi – che fanno presagire a un miglioramento dell’approvvigionamento idrico, per questo si è deciso di ridurre la portata del prelievo dal pozzo del Burano, di cui era stata decisa l’apertura a inizio agosto”.
Questo provvedimento resterà in vigore fino al 20 settembre, quando si riunirà di nuovo il Comitato provinciale di Protezione civile per valutare quanto si determinerà. La situazione sarà in ogni caso monitorata giornalmente. “Se le piogge previste nelle prossime ore saranno confermate – ha dichiarato Aguzzi – non è escluso che la chiusura del pozzo possa essere anticipata”.