2024-09-15 – Dell’immensa opera del poeta e mistico persiano Jalal al-Din Mu?ammad Rumi non conosco nulla se non alcuni celebri motti. Ne utilizzo due. Il primo: “Ieri ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Oggi sono saggio e cambio me stesso”. Il secondo: “Oltre le idee di giusto e sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù”. La prima frase mi affranca e mi dà coraggio, non mi considero saggio e con il minimo di intelligenza in dotazione mi posso permettere di desiderare ancora di cambiare il mondo, che comunque continuerà a girare sempre dalla stessa parte. La seconda fase mi indica dove praticare il coraggio, il dove è sempre un “oltre”, perché qui e qua sono tutti capaci di arrivarci anche senza coraggio. Intendo la parola “coraggio” nell’ etimo indicatomi dall’amico poeta Giovanni Prosperi: raggio del cuore. I suoi etimi erano capaci di aprire orizzonti nuovi per il pensiero. Ora, oggi l’oltre è il medio oriente in cui ragione e torto sono impastati in un coacervo di macerie, sangue, pezzi di cervelli e membra in cui l’ostinazione di molti a difendere questo o quello non fa altro che esasperare le rispettive rivalse, che si mantengono sempre e solo omicide. Non per giorni, per secoli. E che c’entra poi con questo l’innocenza dei bambini nessuno è in grado di spiegarlo.
Combinando il minimo d’intelligenza, il superamento dei concetti di giusto e sbagliato, l’oltre e il coraggio il risultato è uno: andare a Gaza e aspettare che qualcuno venga a farci compagnia per aiutare a deporre armi e concetti. Scrivo al plurale (farci) perché tengo coraggio però in compagnia il coraggio si moltiplica. Mi scelgo come compagno di viaggio il Papa, se fosse disposto di venire a Gaza sarò onorato di spingere la sua sedia a rotelle. Quanta strada si può fare con chi non ha più l’uso delle gambe, sono certo che i primi che arriverebbero a farci compagnia sarebbero proprio i mutilati nelle gambe. E verrebbero a che fare? A portare il proprio corpo, ciò che resta del proprio corpo, in prestito, come esempio dell’umanità che resta circolante nel sangue e nel cuore.
Ho paura a rileggere ciò che ho scritto, quindi non rileggo.
Ho paura a rileggere ciò che ho scritto, quindi non rileggo.