Alefes Silva, ‘LO SPECCHIO DEGLI OCCHI’ in mostra al Museo MAGMA

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MOSTRA INTERNAZIONALE

Civitanova Marche
PIANO ALBE STEINER

Museo MAGMA

inaugurazione
sabato 9 novembre ore 18.00

Alefes Silva, colombiano, classe 1981, vive a Bogotà, è un illustratore di quelli che disegnano dappertutto, matita sempre in mano, tutti i giorni.
La mostra delle sue illustrazioni LO SPECCHIO DEGLI OCCHI si inserisce tra gli eventi della nona edizione della rassegna sui linguaggi artistici “MountEcho’”.

Fiaba, sogno, quiete, esclusione. Con la sua matita e le sfumature di colore, Alefes Silva ci sa raccontare i due aspetti dell’emozione più fragile dell’animale uomo: il piacere e il dolore della solitudine.
Animali asociali che hanno ricucito il contatto con la natura, con le piante e gli altri viventi. I protagonisti dei disegni di Alefes regrediscono a embrioni per cercare protezione da noi osservatori, si nascondono nelle loro stanze, tra i rami o tra le braccia di Morfeo per non mostrare il loro senso di inadeguatezza a noi osservatori e anche le cose sembra che stiano per dire qualcosa a noi osservatori che non possiamo capire perché questi personaggi volano, sognano, si trasformano in oggetti o paesaggi, riposano da soli, anche se circondati da tanti attori.
Noi osservatori, noi, sempre distratti da voci ripetitive che non trasmettono informazioni, da programmi da fare e rispettare, da tecnologie e immagini da vedere e dimenticare, noi che ci definiamo animali sociali evoluti, siamo proprio noi che dovremmo osservare con cortese empatia i messaggi che le figure di Alefes Silva trasmettono con cura e leggera semplicità.
Ecco, questa mostra nelle sale del MAGMA, nel Museo della comunicazione visiva su carta, è il punto con cui si conclude il Cartacanta Festival 2024, iniziato negli stessi spazi parlando dello stesso continente dall’altro lato del mondo.
Con le storie suggerite in questa esposizione invitiamo tutti a una riflessione sulla nostra società globalizzata, sulla solitudine intellettuale che incontriamo nello sguardo di chi ci osserva e raccomandiamo, come fa l’autore, di non dimenticare quanto, nonostante tutto, in noi ci sia tanta resistenza e tolleranza.