Imparare la filosofia o imparare a filosofare?

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IL PENSIERO DI KANT PROTAGONISTA AL LICEO ROSETTI

Il Liceo Scientifico Rosetti di San Benedetto del Tronto celebra il 300entenario dalla nascita del grande pensatore tedesco con una lezione della prof.ssa Sandra Palermo dell’Università di Pavia. Un appuntamento di alto profilo culturale, offerto alle classi quinte dell’istituto, elaborato dal Dipartimento di Filosofia e Storia e integrato nella programmazione delle attività di Orientamento in uscita. L’evento ha raccolto il plauso della Dirigente Scolastica Elisa Vita: sottolineando la forte spinta intellettuale del Rosetti, ha ricordato il valore della riflessione filosofica, che caratterizza il curriculum di studi liceale e raffina le competenze personali degli studenti. Sull’appuntamento la sintesi della professoressa Gisella Speranza.

A volte l’Università entra a scuola, mostrando che la complessità può essere cosa gradita anche ai ragazzi di liceo. Lo hanno dimostrato gli studenti delle classi quinte del “Rosetti”, che si sono rivelati un uditorio attento e capace di ottime considerazioni nell’incontro su Kant – che si è svolto lo scorso 25 ottobre, promosso dalla Società italiana degli Studi Kantiani e voluto dal Dipartimento di filosofia della scuola – in cui Sandra Viviana Palermo, docente di storia della filosofia contemporanea a Pavia, si è concentrata sul significato della filosofia secondo Kant, sul suo ruolo e la sua specificità, senza cedere a tentazioni divulgative e tenendo alto il livello dell’analisi testuale e della riflessione.

“Imparare la filosofia o imparare a filosofare?”: questa la domanda a cui il filosofo prussiano vuole rispondere in una riflessione ripercorsa dalla docente di Pavia attraverso i passaggi testuali più decisivi contenuti nella Dottrina del metodo della Critica della Ragion pura. “Filosofare non vuol dire imitare pensieri altrui, significa soprattutto pensare con la propria testa”, scrive Kant, sottolineando come un approccio meramente storico al pensiero sia inadeguato alla filosofia e come, anzi, rischi di rendere l’uomo “una copia in gesso di uomo vivente”, incapace di costruire una riflessione autonoma che attinga i suoi principi dalla propria ragione.
Fa da controcanto a questa visione negativa della filosofia appresa o insegnata storicamente la voce di un altro gigante del pensiero occidentale, Hegel, per il quale si può filosofare e quindi conoscere la verità assoluta solo se si conoscere tutta lo sviluppo dialettico dello spirito e quindi la storia della filosofia. Due interpretazioni opposte e speculari che costruiscono un confronto fertile, ottimo punto di partenza per riflettere sul metodo di insegnamento e di apprendimento di questa disciplina, che oggi può essere solo arricchita da un ripensamento delle strategie metodologiche da adottare anche a scuola. I docenti del Dipartimento di storia e filosofia del Liceo si dicono soddisfatti della partecipazione dei ragazzi, che per un giorno hanno potuto fare esperienza di quello che può essere un approccio più diretto alla riflessione filosofica, a dimostrazione che accorciare le distanze tra università e scuola superiore crea un dialogo proficuo tra le due realtà, con importanti ricadute positive sull’orientamento degli studenti medi e una maggiore consapevolezza da parte del mondo universitario delle inclinazioni e delle necessità dei futuri studenti universitari.
Professoressa Gisella Speranza

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