San Benedetto del Tronto, 2024-11-13 – Pochi cittadini se ne sono accorti, ma il PD di San Benedetto del Tronto è in piena fase congressuale. L’appuntamento inizialmente previsto per il 24 novembre p.v. a questo punto verrà con ogni probabilità rinviato. I motivi sono due: a tutt’oggi non vi è un accordo sulle regole che dovrebbero presiedere allo svolgimento del Congresso, poiché i due incontri tenutisi tra i vertici del partito locale non sono andati a buon fine e soprattutto non si è avviato alcun dibattito o confronto sui temi della politica cittadina e sulle prospettive future dello stesso partito.
A meno di qualche sostanziale ripensamento da noi auspicato, i due gruppi artefici delle divisioni interne che hanno portato alla sconfitta del PD nelle passate elezioni amministrative sembrano riproporsi ignorando gli appelli all’unità e alla trasparenza e promuovendo e assecondando la vecchia pratica secondo la quale lo svolgimento di un congresso significa eleggere, sic et simpliciter, un nuovo segretario o una nuova segretaria, affidando l’intero partito ai destini dei gruppi di potere, ai signori delle tessere, e non alla partecipazione e al coinvolgimento degli iscritti e non solo.
Non c’è alcun dibattito congressuale ma cominciano a “piovere” candidature promosse fuori dalle sedi di partito (“i cosiddetti caminetti?”).Né gli iscritti, né la comunità cittadina risultano minimamente inclusi o coinvolti. La pratica rischia di confermarsi privata.
Il metodo di calare dall’alto e affidare le candidature a un’avvilente conta, senza farle precedere da una discussione e da un confronto che riguardino i criteri, i progetti, le proposte dei candidati, significa preparare l’ennesimo scontro interno divisivo, completamente estraneo alle questioni del territorio, pronosticando l’ennesima sconfitta elettorale regionale e comunale. Nelle mani di chi si dovranno mettere gli iscritti e gli elettori del Partito Democratico di San Benedetto per uscire da questo pantano? I presupposti che si riemerga dall’ennesima resa dei conti più spaccati e più ininfluenti di prima sul piano politico locale ci sono tutti. Un partito che non elabora un suo progetto politico identitario finisce per essere subalterno all’agenda politica della destra.
Vogliamo scongiurare quello che ad oggi agli occhi di molti iscritti appare come il peggiore degli scenari possibili ossia che il gruppo che prevarrà nel duello rusticano si comporti con i vinti in maniera padronale e antidemocratica e che la parte uscita sconfitta inizi il giorno dopo il Congresso cittadino una campagna di delegittimazione a mezzo stampa della nuova segretaria o del nuovo segretario . E’ fun film già visto nelle ultime elezioni per la segreteria regionale e che a San Benedetto costituisce una prassi ormai consolidata.
Il nostro appello a costruire un percorso unitario e partecipativo, preceduto anche dalla lettera di Perazzoli e compagni e avvalorato dall’assemblea molto partecipata dello scorso 5 ottobre non ha avuto alcun seguito da parte dei gruppi che si contendono la segreteria: ci troviamo infatti con due candidature in pectore non misurate per competenza e capacità di direzione politica in un’assemblea degli iscritti e con nessuna riflessione svolta sulle politiche cittadine, sui problemi e sulle prospettive della città.
Noi ci opponiamo, è bene ribadirlo, all’idea di ridurre il Congresso a un mero scontro tra persone e schieramenti per impadronirsi del PD di San Benedetto. Un Congresso svuotato di qualsiasi proposta programmatica, senza idee per il rilancio della città e di proposte per affrontare le questioni sociali ed economiche.
Ci rivolgiamo al senso di responsabilità di tutti i dirigenti del PD locale provinciale e regionale, affinché non si sprechi definitivamente l’occasione di dare una svolta positiva ai destini del partito e della città, e si esca dal ristretto consesso privato, aprendo porte e finestre alla partecipazione degli iscritti e dei simpatizzanti.
Chiediamo l’avvio di un percorso unitario vero, senza colpi di mano! Un primo passo sarebbe ridare al Congresso il senso e la funzione che dovrebbe avere: una riflessione profonda e partecipata sulla propria organizzazione e sul programma politico da attuare nel contesto sociale in cui il partito è chiamato a svolgere la propria azione. La nostra raccolta di firme continua e offriremo il nostro contributo affinché il partito ritrovi armonia e unità d’intenti e venga riconsegnato agli iscritti che vanno interpellati sempre e non solo quando si chiede loro di aderire alle varie candidature in campo.
I sottoscrittori del primo Appello all’Unità e al Rinnovamento del PD in vista del Congresso