Francesco Tranquilli dedica una poesia alla biblioteca comunale

Francesco Tranquilli dedica una poesia alla biblioteca comunale
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San Benedetto del Tronto – Francesco Tranquilli dedica una poesia alla biblioteca comunale, composta a fine settembre proprio negli ambienti della struttura.

 

 

In segno di gratitudine per l’omaggio del vulcanico professore, che è anche scrittore, regista, autore teatrale e presidente dell’associazione multiculturale “VisionAria”, la sua poesia intitolata appunto “Biblioteca” e composta in versione bilingue in italiano e spagnolo, è stata incorniciata e appesa al piano terra della biblioteca comunale “Giuseppe Lesca” accanto al bancone del reference, nel punto di maggior contatto e visibilità da parte degli utenti. La cerimonia di “scoprimento” si è svolta nella mattinata di giovedì 17 aprile alla presenza dell’assessore alla Cultura Lia Sebastiani ed è stata l’occasione per declamare la poesia, in italiano a cura di Alessandro Tranquilli, figlio dell’autore, e in spagnolo da parte di Valentina Pacetti, insegnante e associata di “VisionAria”. Presente anche Domenica “Mimma” Tranquilli, sorella di Francesco e membro dell’associazione “I luoghi della scrittura”. La poesia di Tranquilli fa parte della raccolta “Escucha/Ascolto (Diàlogo)” ed è una metafora dell’esistenza di qualsiasi lettore: ogni scaffale ne simboleggia una parte di vita dove i libri non letti sono le esperienze ancora inespresse e quelli letti sono i momenti che più lo hanno segnato. “Non siamo noi a leggere i libri – commenta Tranquilli – ma sono i libri a leggere noi”. Quella della composizione bilingue è del resto una scelta stilistica grazie alla quale l’italiano e lo spagnolo si incontrano in un equilibrio che valorizza le sfumature sonore e semantiche di entrambe le lingue.

BIBLIOTECA
Tengo estantes en mi vida
para todos los libros que viví
y los que me han leído
hablándome de mí.
En el estante más bajo,
cerca del suelo,
están sueños de niño
para comparar con las veladas de adulto.
Cada vez que me parece
que ya los olvidé
me doy cuenta de que toda mi vida
intenté realizarlos.
En el segundo estante,
cerca de mi vientre,
arden las curiosidades
insatisfechas y las apuestas fallidas.
Montones de intentos al azar,
solo para disimular
mis miedos y mi intratable
mediocridad.
En el tercero, que se encuentra
a la altura de mi corazón
hay llenos y vacíos
remordimientos y penas y olvido.
Son los cuentos de hadas y monstruos
que nunca se dejaron ir
pero siguen contando mentiras
creando verdad.
Luego el último, cerca del techo,
te hace levantar la cabeza
para ver lo que contiene,
o sea, libros que no se han escrito.
Historias de música y llanto,
canciones que esperan silencio,
y miles de hojas en blanco
buscando colores.
Todos los libros que leí
dejaron rastros escondidos
y los que me han vivido
se quedarán aquí cuando me vaya.
Ho scaffali nella mia vita
Per ogni libro che ho vissuto
E quelli che mi hanno letto
Parlandomi di me
Nello scaffale più in basso,
Vicino al pavimento,
Stanno i sogni di bambino
Da confrontare con le veglie da adulto.
Ogni volta che mi pare
Di averli già scordati
Mi accorgo che in tutta la vita
Ho cercato di realizzarli.
Sul secondo scaffale
Vicino al mio ventre,
Bruciano le curiosità
Insoddisfatte e le scommesse fallite.
Cumuli di tentativi a caso,
Solo per dissimulare
Le paure e la mia incurabile
Mediocrità
Nel terzo, che si trova
All’altezza del mio cuore,
Ci sono pieni e vuoti,
Rimorsi e sofferenze e oblio.
Sono i racconti di fate e di mostri
Che non si lasciarono andare,
Ma raccontano ancora bugie
Creando verità.
Poi l’ultimo, vicino al soffitto
Ti fa alzare la testa
Per vedere quello che contiene
Cioè libri che non sono scritti.
Storie di musica e pianto,
Canzoni che aspettano il silenzio
E migliaia di fogli in bianco
In cerca di colori.
Tutti i libri che ho letto
Hanno lasciato tracce nascoste
E quelli che mi hanno vissuto
Rimarranno qui quando me ne andró.

 

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