Il 12 giugno si celebra la Giornata Mondiale contro lo Sfruttamento del Lavoro Minorile, una ricorrenza che mette in evidenza una piaga globale: 152 milioni di bambini e adolescenti sono vittime di lavoro minorile. Anche in Italia il fenomeno persiste, rendendo urgenti interventi per garantire la protezione dei minori.
La realtà del lavoro minorile in Italia: Secondo dati INPS del 2023, circa 78.500 ragazzi tra 15 e 17 anni risultano impiegati, pari al 4,5% della popolazione di questa fascia d’età. Dopo la flessione registrata durante la pandemia, il numero di giovani lavoratori è tornato a crescere, favorito dalla ripresa delle attività di stage. Tuttavia, il lavoro minorile espone i giovani a rischi significativi per la salute e sicurezza, specialmente nelle mansioni pericolose. Secondo il 2° Rapporto Unicef Italia, alcune regioni superano la media nazionale di minori impiegati: Trentino-Alto Adige (21,7%); Valle d’Aosta (17,8%); Abruzzo (7,6%); Marche (7,2%). Oltre alla diffusione del fenomeno, emerge una disparità salariale tra i giovani lavoratori: Ragazzi: stipendio medio settimanale di 320€; Ragazze: stipendio medio settimanale di 259€. La differenza retributiva rispecchia il gap esistente nel mercato del lavoro adulto.
Infortuni e settori a rischio: Nel 2023, sono stati registrati 30.350 infortuni tra i lavoratori minorenni (15-19 anni), con un’incidenza dell’8% nella fascia 15-17 anni. I settori più pericolosi includono: Ristorazione (25,9%); Commercio al dettaglio (16,2%); Agricoltura (9,1%); Cantieri edili (7,8%); Cura delle persone (7,3%); Lavoro online (5,7%). Le regioni con il maggior numero di infortuni tra minori sono Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Toscana, che da sole concentrano oltre due terzi degli incidenti. Tra il 2019 e il 2023, si contano 14 decessi tra i lavoratori minorenni (15-17 anni), un dato che rafforza la necessità di misure di tutela più efficaci. In Italia, l’età minima per lavorare è 16 anni, a condizione che il giovane abbia assolto l’obbligo scolastico. Sono previste eccezioni per apprendistato, alternanza scuola-lavoro e attività artistiche.
Le principali regole stabilite dalla normativa includono: Massimo 8 ore giornaliere e 40 settimanali (per i 16enni: 7 ore al giorno e 35 settimanali); Divieto di lavoro notturno; Obbligo di visite mediche preventive; Retribuzione equiparata agli adulti per lo stesso lavoro. Tuttavia, Save the Children e Unicef evidenziano la necessità di rafforzare le misure di protezione e sensibilizzare i datori di lavoro. La presidente di Unicef Italia, Carmela Pace, ha proposto indagini periodiche ISTAT e l’istituzione di un Programma Operativo Integrato per prevenire i rischi. L’ONU, con la Agenda 2030, punta all’eliminazione del lavoro minorile, in particolare nelle forme più pericolose. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale intensificare i controlli, campagne di sensibilizzazione e misure di sicurezza, garantendo ai giovani condizioni di lavoro adeguate e protezione da possibili abusi.
Secondo Guido Bianchini, , “L’alto numero di infortuni tra i giovani lavoratori in Italia è allarmante, soprattutto nei settori ad alto rischio come ristorazione ed edilizia. La sicurezza sul lavoro deve essere rafforzata con controlli più severi e formazione obbligatoria per prevenire incidenti che mettono a rischio la salute e il futuro di questi ragazzi.”
Fonti: UNICEF Italia, Save the Children, INPS, INAIL Data: 9 giugno 2025
DI Guido Bianchini, Past President COCOPRO INAIL Ascoli Piceno