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Cresce la disoccupazione e l’Italia non reagisce

di | in: Cronaca e Attualità

Le banche chiudono i rubinetti del credito sulla scia dei ‘difficili’ bilanci 2008 delle Pmi

I nostri politici continuano a ‘cantarci‘ le serenate della ripresa economica, ma in realtà quello che avviene nei distretti produttivi italiani è davvero drammatico. In questi giorni il tasso di disoccupazione ha toccato i massimi da qualche anno (e non solo in Italia) e altri fattori negativi: dall’innalzamento repentino del numero dei protesti, dall’aumento delle cessazioni aziendali, dal diluirsi dei tempi di incasso, dalle fughe imprenditoriali dal Bel Paese…; stanno colpendo sul ‘quotidiano‘ le pmi.
In questi giorni sono arrivati sulle scrivanie del nostro Centro Studi i dati aggiornati dei bilanci 2008 delle top aziende italiane. Scorrendoli salta subito all’occhio quanto la crisi abbia inciso sul futuro delle società nostrane.
Per quasi la metà di esse il Fatturato è in contrazione e anche gli Utili netti. E questi sono i valori del 2008… se ricordiamo bene l’inizio della crisi coincise nel settembre 2008 con il fallimento della Lehman Brothers. Quindi in un quadrimestre si sono messi a repentaglio i bilanci di quasi il 50% delle società. Questo fattore sta incidendo particolarmente in questo periodo.
Il motivo?
Le banche stanno infatti chiedendo ai propri clienti ‘affidati‘ l’invio del bilancio 2008 depositato. E’, come volevasi dimostrare, una strage. I criteri e i parametri di Basilea non lasciano spazio per quelle società che hanno bilanci ‘difficili‘ e quindi la richiesta di ‘rientro’ è una spiacevole conseguenza. E per le società migliori, comunque, si profila un diniego di nuove linee di credito.


Colpa delle banche? Forse si, forse no. Sta di fatto che anche fra le pieghe dei loro bilanci c’è motivo di grande preoccupazione.
In una realtà tutta italiana che vede poi le pmi cronicamente sottocapitalizzate la situazione risulta quindi veramente complessa. Diversa la situazione in Francia e in Germania, che infatti stanno già rimontando la crisi.
Sembrava, quello del Governo, un buon provvedimento quello della moratoria banche-imprese. Di fatto in considerazione del costo dell’operazione e soprattutto della non applicazione ‘in automatico’, il tutto risulterà non fruibile per la maggior parte delle Pmi.
Resistere, resistere, resistere: sembra essere il primo obiettivo di molti piccoli e medi imprenditori fintanto che la ripresa darà segnali confortanti anche sul quotidiano. Per chi non ce la farà e sarà costretto a chiudere i battenti, si spalancano le porte dell’insicurezza.




12 Settembre 2009 alle 16:42 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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