Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 11:38 di Dom 28 Apr 2024

Marche: incidenti sul lavoro in calo del 5,5%. Superata la media nazionale

di | in: In...form@zione In...sicurezz@

21 ottobre 2009. Nel Rapporto regionale 2008 dell’INAIL denunciati 1.763 infortuni in meno rispetto all’anno precedente e 25 casi mortali a fronte dei passati 32. Il settore delle costruzioni resta quello a più alto tasso di rischio, anche se viene registrata una flessione del 14,8% dei casi

ANCONA – Calano gli infortuni sul lavoro nelle Marche con una percentuale maggiore rispetto alla media nazionale (4,1%). Nel 2008 infatti sono stati 30.415: 1.763 in meno rispetto al 2007 (-5,5%). Nella provincia di Macerata si registra il dato più macroscopico, con 593 casi in meno (-9,5%). Diminuiscono anche gli infortuni mortali: 25 a fronte dei 32 del 2007. Nella graduatoria per indice di frequenza infortunistica, la regione si colloca ora all’ottavo posto (34,58 infortuni per mille addetti): un dato ancora negativo ma che segna un progresso rispetto al secondo posto del 2002 e al quarto del 2005. Questi sono alcuni dati del Rapporto regionale annuale 2008 dell’INAIL presentato ieri presso la sede dell’Istituto di Ancona. La conferenza stampa, per volontà del nuovo direttore regionale Bruno Adinolfi, si è caratterizzata come un focus sulle patologie professionali, con gli interventi di Giuseppe Abbritti, presidente della Società italiana di medicina del lavoro e igiene industriale e di Angela Goggiamani, responsabile settore Malattie professionali della Sovrintendenza medica generale INAIL. Presente anche il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Mario Pacetti. A illustrare il rapporto Giuseppe Mariotti, dirigente vicario della Direzione regionale Inail Marche.

Infortuni sulla strada. Particolare rilevanza, è evidenziato dal Rapporto, è rivestita dagli infortuni causati dalla circolazione stradale: questi sono stati 5.343, pari al 17,56% del totale. Scomponendo ulteriormente questa voce, 1.742 casi risultano avvenuti in attualità di lavoro e 3.601 in itinere, durante i percorsi casa/lavoro (e viceversa). Dei 25 infortuni mortali 14 sono dovuti a incidenti stradali (6 durante lo svolgimento di attività lavorativa e 8 in itinere).

Infortuni per comparto industriale. Come per il passato, il settore delle costruzioni ha registrato il più alto livello di rischiosità, anche se nel 2008 si è registrata una sensibile diminuzione dei casi denunciati (-14,8%), con punte di oltre il 16% nelle province di Ascoli Piceno e Macerata. A seguire l’industria dei metalli e il settore dei trasporti (il cui bilancio infortunistico mostra comunque segnali positivi, con un identico decremento del 10%). Spicca, ancora, il dato della provincia di Ascoli Piceno, dove nell’industria dei metalli il numero degli infortuni è diminuito di oltre il 18%. Nel settore dell’agricoltura il decremento registrato nel 2008 (-2,9%) è inferiore al dato nazionale (-6,9%) e, in generale, meno positivo di quelli relativi ai vari settori dell’industria e dei servizi.

Infortuni agli immigrati. Un capitolo a parte spetta alla “categoria” dei lavoratori immigrati, ormai parte rilevante della forza produttiva marchigiana e “fronte caldo” delle politiche di prevenzione. In questo caso il decremento dei fenomeni infortunistici è stato molto più modesto di quello registrato per la generalità dei lavoratori: si sono verificati 5.797 infortuni, contro i 5.966 del 2007 (-2,8%), il 18% del totale.

Malattie professionali. In lieve controtendenza – rispetto al dato nazionale, caratterizzato da un aumento dell’11,7% – si presenta l’andamento delle malattie professionali, il cui numero complessivo nel 2008 è diminuito: dalle 1.897  denunciate nel 2007 si è passati alle 1.655 del 2008. Un dato a prima vista positivo ma che, secondo Mariotti,  potrebbe nascondere “un’insidia” dovuta alla particolarità del tessuto produttivo marchigiano. In questa regione, infatti, la presenza di molte attività a conduzione familiare potrebbe far prevalere il rapporto solidaristico sulla denuncia. Le malattie più diffuse nei vari settori produttivi sono: nell’industria-servizi, le tendiniti (328 denunce nel 2008), seguite dalle ipoacusie (239 casi) che erano, da sempre, la malattia professionale più diffusa tra i lavoratori di tale settore. Sempre più frequenti risultano le patologie che investono l’apparato muscolo-scheletrico (affezioni dei dischi intervertebrali, artrosi, sindromi del tunnel carpale ed altre neuropatie). Ancora elevato lo strascico di vittime provocato dall’asbesto utilizzato prima che ne fosse bandito l’uso: 16 casi di neoplasie da asbesto (uno in meno rispetto ai 17 del 2007). Infine, a sottolineare come i comportamenti virtuosi in fatto di prevenzione “paghino”, 1.304 aziende marchigiane hanno usufruito complessivamente di sgravi contributivi pari a 3.943.272 euro a seguito degli interventi effettuati per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro.

Le sfide della prevenzione. Le malattie professionali rimangono comunque un fenomeno estremamente sottostimato, secondo Abbritti, per l’estrema difficoltà di riconoscere un legame chiaro tra patologie e lavoro, per una conoscenza ancora limitata degli effetti di molte sostanze chimiche e della loro interazione sul corpo umano e spesso per una scarsa formazione in materia dei medici di base. Molte sono le sfide che aspettano la prevenzione in questo campo. “Solo a titolo di esempio anche lavori tradizionali come l’edilizia, gli autotrasporti e l’agricoltura sono ancora poco studiati a livello di malattie professionali”, ha detto il presidente della Società italiana di medicina del lavoro. “Una categoria del tutto a parte sono i lavoratori ‘atipici’ particolarmente sfuggenti per la loro estrema mobilità. Poco si sa sul rapporto tra attività riproduttiva ed esposizione a sostanze”. Il quadro delle malattie professionali cambia continuamente con il variare delle attività umane. In futuro le patologie “emergenti”  saranno probabilmente quelle legate al settore dei servizi. “Malattie legate alla qualità dell’aria negli ambienti indoor: uffici, ospedali, mezzi di trasporto”, ha aggiunto Abbritti. “Oppure alla nuova organizzazione del lavoro. Mi riferisco soprattutto allo stress, che sembra all’origine di numerose malattie correlate”. Angela Goggiamani ha poi illustrato le novità normative in materia di tutela delle malattie professionali: il Decreto ministeriale 14/01/08, il Decreto ministeriale 09/04/08 e il Dlgs 81/08 Mod. 106/09.

Il ricordo di Daniele e Andrea. Il Rapporto 2008 per la prima volta si chiude con una “testimonianza” su due giovani deceduti nel 2006, Daniele Maiolatesi e Andrea Gagliardoni. Una “lettera aperta” scritta al di fuori di ogni retorica dal direttore regionale Adinolfi. “Danele e Andrea, come i caduti sul lavoro prima e dopo di loro, sono divenuti drammatici e involontari esempi di uno smarrito dolore, l’espressione di un ingiusto sacrificio, il segno cruento di una sconfitta della società”, è scritto. “I loro genitori sono, a loro volta, il simbolo di un’umanità che, con sopita rabbia e dolente dignità, vuole sconfiggere definitivamente il male del ‘lavoro che uccide’, in memoria dei loro figli e di tutti gli altri ‘colleghi’ spenti definitivamente dal lavoro”.

(RedSoc/Marche)

Approfondimenti:
Scheda Rapporto regionale 2008 Marche




22 Ottobre 2009 alle 16:51 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata