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Giampaolo Colletti e Andrea Notarnicola “aBBabusiness”

di | in: Recensioni


Quante volte cantiamo dei semplici jingle televisivi per la strada spensierati o tentiamo di imitare il nostro cantante preferito senza comprendere pienamente il senso di talune parole o il messaggio che vogliono comunicarci? La lettura di “aBBabusiness” richiede un impegno similare: il libro di Giampaolo Colletti e Andrea Notarnicola va “ascoltato” attentamente e non solo letto, come se si trattasse di un classico e nostalgico LP di successo, fino in fondo, facendo ben attenzione al sorprendente lato B che ci riserverà. Citando il voc-abba-bolario in appendice: “aBBabusiness è l ‘espressione di un nuovo stile, modalità gestionali, operative, emblema di una cultura che – partendo dalla contaminazione delle comunità glbt – permea tutta l’azienda con il germe della tolleranza, della conversazione, del dialogo […] Le migliori aziende europee hanno deciso di valorizzare le persone per quello che sono”. L’aBBabusiness è difatti il surplus, quel valore aggiunto su cui le aziende dovrebbero puntare, in un contesto di puro confronto che prevalica ovviamente la sola questione glbt, interessando tematiche spesso difficili da trattare all’interno di un’azienda: anche le diversità di nazionalità, di religione, generazionali e professionali devono diventare una carta vincente su cui puntare per superare con un pizzico di creatività e coraggio (qualità che non mancano indiscutibilmente nell’omosessuale medio) questo pandemico periodo di crisi. Intonando le famose hit degli Abba, inneggiando a Kylie Minogue e alla sua inarrestabile joie de vivre, emulando Meryl Streep e il suo talento multiforme ma anche attraverso l’istituzione di nuove figure come quella del manager Leonardo, esemplare per la sua versatilità e il carattere innovativo, “aBBabusiness” risulta essere un libro estremamente piacevole, ben scritto, che si fa portavoce di un messaggio semplice e ben presente per tutto il libro e mai smarrito. In un’azienda in cui il cosiddetto spirito aloha, ossia quello dell’adattamento, dello stile e della comunicazione la fanno da padrone, “aBBabusiness” si propone di offrire una visione particolareggiata e auspicabile per poter sfuggire alla crisi imperante (o dilagante?), riuscendo anche ad affermare il superamento definitivo delle obsolete politiche discriminanti sul posto di lavoro, ma altresì facendo delle diversità un prezioso quid pluris da valorizzare, scoprendo il piacevole lato B delle cose e assaporando il gusto dell’essere se stessi. “aBBabusiness” è sicuramente un libro da vedere, da osservare, partendo dalla copertina multicolor che riporta direttamente alle atmosfere anni ‘70/’80 tipiche proprio degli Abba: dobbiamo solo lasciarci condurre dal suo spirito estremamente positivo in una società, forse ancora utopica ma possibile, in cui le diversità non delimitano ma accrescono le relazioni umane:

If you change your mind, I’m the first in line, honey I’m still free, take a chance on me, If you need let me know gonna be around, if you got no place to go when you’re feeling down, gonna do my very best, baby can’t you see, gonna put me to the best take a chance on me…




22 Dicembre 2009 alle 16:17 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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