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Nella creatività il futuro dei media

di | in: Cronaca e Attualità

Nella creatività il futuro dei media. Questo lo slogan del Settimo Summit sull’Industria della Comunicazione in Italia svoltosi ieri a Roma presso il Tempio di Adriano a cura della Fondazione Rosselli e con il contributo della Camera di Commercio di Roma. Main sponsor della giornata Telecom Italia, Mediaset e Vodafone. 


Come ogni anno il Summit organizzato dalla Fondazione Rosselli è l’occasione per presentare ufficilamente il Rapporto IEM sull’Industria della Comunicazione in Italia giunto ormai alla dodicesima edizione e la cui missione è di aggregare in un unico prodotto editoriale lo stato dell’arte dei diversi mercati della comunicazione e dei media.


Quest’anno in particolare il rapporto è dedicato all’analisi dell’Industria della Comunicazione in Italia nel 2008 e nella prima metà del 2009, con indicatori di raffronto con i principali mercati europei. Presenta inoltre uno studio sul mercato dei videogiochi, con un inedito focus sull’industria italiana delle “software house”, le società di sviluppo e produzione di software game.

 

Dal nuovo rapporto emerge che l’industria della comunicazione in Italia nel 2008 è cresciuta di solo lo 0,2 % raggiungendo i 101,8 miliardi di euro e che a fine 2009 la flessione dovrebbe raggiungere il 5 %.  L’ICT (informatica e telecomunicazioni) vale 64,5 miliardi (+ 0,1%) mentre i mezzi a contenuto editoriale valgono 24,1 miliardi (-0,3%) e vedono la componente di spesa diretta dei consumatori crescere (0,2%), più dei ricavi pubblicitari (-1,2%).


Nella prima metà del 2009 solo videogiochi (+ 7,5%) e pay-tv (+6,5%) continuano a crescere.

Ma a fronte di una spesa dei consumatori in software videoludico di 671 milioni (2008), i ricavi delle 61 micro-imprese italiane di sviluppo e produzione di videogiochi (censite per la prima volta in uno studio dedicato) ammontano a 18 milioni di euro (di cui 9,3 per la produzione di videogiochi ed il restante da altre attività). Un’incidenza dunque piuttosto marginale sul mercato con solo una quindicina di titoli prodotti ogni anno a fronte delle diverse centinaia di nuovi titoli immessi annualmente sul mercato e sviluppati all’estero.


Gli sviluppatori indipendenti producono essenzialmente giochi per console portatili e mobile game con un budget di produzione più basso. In pochi casi è rintracciabile una vera e propria struttura d’impresa e capacità di proiezione internazionale. Molti talenti tecnici ed artistici finiscono così per andare a lavorare in grandi realtà produttive all’estero.




18 Dicembre 2009 alle 23:12 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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