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Mercoledì 3 febbraio è la “Festa dei funai”

di | in: Cronaca e Attualità, dalla Città

La ricorrenza viene celebrata per il quarto anno in Comune, a partire dalle ore 10 – 28 gennaio 2010
 
 
Mercoledì 3 febbraio, giorno di San Biagio, è la “Festa dei funai”, una ricorrenza che l’Amministrazione comunale di San Benedetto ha ripreso a celebrare pubblicamente da quattro anni. Quel giorno, pertanto, alle ore 10 all’auditorium comunale “Tebaldini” di viale De Gasperi 120, si svolgerà una interessante manifestazione organizzata dal Comune in collaborazione con il Circolo dei Sambenedettesi. Dopo i saluti del sindaco Gaspari prenderà infatti la parola lo storico Gabriele Cavezzi, che parlerà del mondo dei funai, epopea che ha caratterizzato la vita dei sambenedettesi per decenni, caratterizzando l’aspetto stesso del borgo marinaro.


Cavezzi terrà il suo intervento proiettando immagini d’epoca. A seguire la consegna di medaglie e attestati ai funai e alle retare che si sono segnalati in Comune, dopo le circa cento persone già “premiate” durante le precedenti tre edizioni della festa di San Biagio. Alle 11,30, infine, verrà ricostruito il sentiero del funaio all’esterno del Comune, a cura di Domenico Nico e Giuliano Zazzetta, per tutti i presenti, e in particolare gli studenti delle scuole medie cittadine, invitati alla manifestazione insieme alle autorità civili militari e religiose e alle associazioni cittadine.


«L’impegno dell’Amministrazione comunale per riscoprire e valorizzare le radici culturali della città è stato forte e costante sin dal 2006», afferma il sindaco Gaspari, «La “Festa dei funai” era caduta nell’oblio, e ci è sembrato giusto recuperarla vista la viva memoria di questo lavoro duro e faticoso che molti hanno praticato».


«Questa festa è rivolta a tutta la città e in primo luogo a chi ha lavorato duramente per il suo sviluppo», afferma da parte sua l’assessore alla Cultura Margherita Sorge, «E naturalmente on potevamo non rivolgerci alle scuole, per trasmettere agli studenti la memoria del paesaggio antropologico che caratterizzava San Benedetto. Uno straordinario patrimonio umano, che non poteva e non doveva andare disperso».




28 Gennaio 2010 alle 19:12 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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