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Mangiare sano: ecco come

di | in: Benessere e Salute

Cosa vuol dire mangiar sano? Significa eliminare il cibo spazzatura, prediligere frutta e ortaggi di stagione, preferire alimenti poco raffinati, integrali e biologici. E diversificare! Solo così potremo trattare il nostro corpo come un tempio. Sembra difficile, ma invece non lo è. Basta un po’ di volontà, equilibrio e conoscere i posti giusti.

Qualche tempo fa il British Journal of Psychiatry ha pubblicato il primo studio sulla relazione tra dieta e salute mentale, fatto dall’University College London. Sono stati analizzati 3486 uomini e donne la cui età media si aggirava sui 55 anni. I partecipanti hanno completato un questionario sulle loro abitudini alimentari e 5 anni dopo sono stati sottoposti a test psicologici per stabilire la predisposizione alla depressione e la soddisfazione personale.

I risultati hanno evidenziato la tendenza al “male di vivere” in chi predilige il cibo spazzatura, poiché favorisce e accelera la depressione. Addirittura chi consuma alimenti grassi, molto zuccherati e lavorati ha il 60% in più di cadere in depressione rispetto a chi basa la propria dieta su frutta, verdura e pesce, alimenti ricchi di antiossidanti, ritenuti un toccasana contro la depressione. In particolare broccoli, cavoli, lenticchie, spinaci e ceci sono i cibi ideali per avere una mente migliore, e attuando una dieta variata si può dare più soddisfazione sia alla mente che all’organismo rispetto al concentrarsi su poche tipologie di cibo.
Inoltre, mangiare sano significa anche eliminare tutti quei cibi che provocano sbalzi del valore di zuccheri nel sangue, poiché, come ha affermato Eric Brunner, uno dei ricercatori, «si possono verificare scompensi a livello cerebrale e sul sistema endocrino con effetti yo yo sull’umore».                                               Alcuni dei regimi alimentari più diffusi nella nostra cultura si basano appunto su questo: fare bene al corpo, alla mente e all’umore. Ne è un esempio la cucina macrobiotica, nata come scienza dietetica in Giappone, per opera di Georges Ohsawa (1893-1966), che si ispirò alle antiche regole dei monaci Zen e alla filosofia taoista. La macrobiotica, definita da Ohsawa come l’arte di nutrirsi rispettando le leggi dell’universo e l’equilibrio biodinamico, classifica gli alimenti in base alle loro qualità acide o alcaline. Secondo questa teoria, assumendo ogni giorno in giuste proporzioni i cibi che fanno parte dei due grandi gruppi Yin (mais, orzo, avena, melanzana, pomodoro, patata, asparago, piselli, funghi, cavolo, trota, anguilla, limone, banana, pera, uva, miele, caffè, cioccolato, birra, acqua minerale, pollo, yogurt) e Yang (riso, grano, lattuga, ceci, prezzemolo, carota, sogliola, tonno, salmone, gamberetti, sardina, acciuga, mandorle, nocciole, fragola, mela, olio d’oliva, cicoria, tè, tacchino, uova, latte, basilico, rosmarino), in possesso di principi contrari ma complementari, si può raggiungere uno stato ottimale di armonia psicofisica, creando un rapporto armonico tra il nostro ambiente interno e quello esterno. La macrobiotica si propone anche di limitare, se non addirittura di abolire, gli alimenti di provenienza industriale, privilegiando i cibi naturali, freschi e integrali.                                                                                          Ma dove si possono trovare ristoranti in cui si può mangiare secondo questo regime, oppure semplicemente per variare dalla propria dieta? Basta cercare su internet tutti i ristoranti che oltre alla cucina tradizionale sono specializzati in quelle vegetariane, vegane, macrobiotiche, oppure usano semplicemente prodotti biologici. Sperimentare non costa nulla…buon appetito!




25 Febbraio 2010 alle 18:48 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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