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Nel weekend di Pasqua quasi 15mila visitatori per “Da Jacopo della Quercia a Donatello”

di | in: Cultura e Spettacoli

SIENA – “Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le Arti a Siena nel primo Rinascimento”. Si conferma la grande curiosità del pubblico per le oltre 300 opere della grande mostra a cura di Max Seidel.


Un nuovo record per la mostra “Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le Arti a Siena nel primo Rinascimento”, che nel weekend di Pasqua tocca la vetta delle 15mila presenze. A conferma del trend positivo segnato dal primo weekend di apertura, cresce ulteriormente e significativamente il dato relativo all’affluenza nei giorni compresi tra venerdì 2 e lunedì 5 aprile, con oltre 5000 visitatori nella sola giornata di sabato 3 aprile. Un successo testimoniato anche dal numero di accessi complessivo, dall’apertura ad oggi, che in soli dieci giorni, raggiunge le oltre 25mila.


Si conferma dunque la grande curiosità del pubblico per le oltre 300 opere – esposte a Siena presso il Complesso museale Santa Maria della Scala, il Museo dell’Opera Metropolitana e la Pinacoteca di Siena, fino all’11 luglio – che è possibile ammirare con l’acquisto del biglietto unico, lungo un percorso espositivo che oltre al Complesso museale Santa Maria della Scala coinvolge anche il Duomo con il Battistero e la Cripta, il Museo dell’Opera Metropolitana e il Museo Diocesano. E che può essere ulteriormente completato dalla visita, con biglietto ridotto, alla Pinacoteca Nazionale di Siena e il resto del Complesso museale Santa Maria della Scala .



La mostra


La mostra – a cura di Max Seidel e realizzata con la collaborazione del Comune di Siena – Complesso museale Santa Maria della Scala, Fondazione Mps, Vernice Progetti Culturali, Università degli Studi di Siena, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto, Opera Metropolitana di Siena, Archivio di Stato, Istituto di Ricerca per la Storia dell’Arte e dell’Architettura Marx-Planck di Firenze, Scuola Normale di Pisa, Biblioteca Comunale degli Intronati, Fondazione Musei Senesi, Pinacoteca Nazionale e Opificio delle Pietre Dure – si apre con una sezione monografica dedicata a Jacopo della Quercia (Siena, 1371 ca. – 1438), il grande scultore che seppe essere il più rilevante artista della città nel primo Quattrocento e esponente di spicco del Gotico “internazionale” europeo. La carriera di Jacopo è ripercorsa fin dagli inizi, con la monumentale Madonna della melagrana destinata alla Cattedrale di Ferrara (1403-1408), per passare ad alcuni dei marmi scolpiti per la Fonte Gaia a Siena (1414-1419), fino alle sculture in legno policromo, come l’Annunciazione della Collegiata di San Gimignano (1421-1426) e la Madonna col Bambino del Louvre. Accanto a Jacopo si fanno apprezzare anche gli altri primi attori della scultura senese di quel tempo: dal leggiadro Francesco di Valdambrino al severo Domenico di Niccolò “dei cori”.


Il percorso prosegue quindi con due sezioni tematiche, che introducono il visitatore alla pittura. L’una è dedicata alla fortuna della quale continuarono a godere presso i pittori senesi del Quattrocento certi prototipi messi a punto nel secolo precedente dai fratelli Lorenzetti e da Simone Martini: un fenomeno che ha il suo manifesto nella pala di San Pietro a Ovile in cui Matteo di Giovanni, ormai nel terzo quarto del secolo, ricopia fedelmente la celeberrima Annunciazione di Simone del 1333. L’altra sezione presenta i maestri forestieri che, lavorando in città nel corso degli anni venti, giocarono un ruolo fondamentale nell’evoluzione dell’arte senese verso il Rinascimento. Tra questi Lorenzo Ghiberti e Donatello, coinvolti insieme con Jacopo e altri, nel cantiere del nuovo Fonte battesimale, al quale apparteneva il bellissimo Spiritello tamburino del Bode Museum di Berlino del 1429 e che torna per la prima volta a Siena dopo qualche secolo.


La Madonna dell’umiltà (Pisa, Museo Nazionale di San Matteo) racconta del passaggio senese di Gentile da Fabriano, autore nel 1425 di una perduta immagine mariana in Piazza del Campo, che fu determinante per la nuova generazione che si stava imponendo sulla ribalta pittorica cittadina.


Era la generazione del “Rinascimento umbratile”, che ha i suoi campioni in Giovanni di Paolo (del quale si è ricostruito, per quanto possibile, il giovanile polittico destinato nel 1426 all’altare Malavolti della chiesa di San Domenico), in Stefano di Giovanni detto il Sassetta (di cui si sono raccolti per la prima volta tutti i frammenti della pala dipinta nel 1423-1424 per l’Arte della Lana, insieme con altri capolavori) e nei suoi stretti seguaci: da Pietro di Giovanni d’Ambrogio, al Maestro dell’Osservanza (ben rappresentato dalla pala eponima e quasi dall’intera serie delle famose Storie di Sant’Antonio Abate) e Sano di Pietro (del quale si mostra il restaurato polittico dei Gesuati del 1444). Chiude il gruppo Domenico di Bartolo: un senese atipico che, come dimostra la Madonna dell’umiltà firmata e datata 1433, seppe essere più fiorentino degli stessi fiorentini, tanto da poter confrontare le sue opere con quelle di Filippo Lippi e Luca della Robbia.


La successiva sezione illustra il peso avuto da Donatello, nei decenni a cavallo della metà del secolo, su nuovi protagonisti dell’arte senese come Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta e Matteo di Giovanni. Questo fil-rouge donatelliano, iniziato negli anni venti con il lavoro al Fonte battesimale e proseguito all’aprirsi degli anni cinquanta con la lastra tombale del vescovo Pecci per la Cattedrale, sarebbe culminato con l’ultimo soggiorno del maestro fiorentino a Siena (1457-1461), che coincise con l’ascesa al soglio pontificio del senese Pio II (1458). Lo spettacolare accostamento tra il bronzeo San Giovanni Battista lasciato alla Cattedrale da Donatello, i Santi Pietro e Vittore scolpiti dal Vecchietta e dal Federighi per la Loggia della Mercanzia e la luminosa pala di Spedaletto, dipinta dallo stesso Vecchietta per una grancia prossima a Pienza, testimoniano i formidabili esiti di questa combinazione di eventi.


Dopo l’esperienza del percorso cronologico, la mostra offre la conoscenza dell’universo artistico del primo Rinascimento senese attraverso alcuni altaroli e dipinti per devozione privata, cofani, cassoni e un significativo nucleo di codici miniati, oltre che una serie di preziosi e rari manufatti tessili quattrocenteschi.


Nel procedere verso l’uscita si transita infine attraverso il colorato ambiente della sagrestia vecchia dell’ospedale, affrescato dal Vecchietta tra il 1446 e il 1449 con un ciclo di Articoli del Credo per poi giungere alla sala del Pellegrinaio (istoriato tra il 1440 e il 1444 dal Vecchietta, Domenico di Bartolo e Priamo della Quercia) con una serie di Episodi della storia e della vita dell’ospedale che rappresentano il maggiore ciclo di affreschi della Siena quattrocentesca.


Una catena di articolate appendici prolunga la mostra a pochi passi di distanza dal Santa Maria della Scala. L’accesso al Duomo permette di conoscere il tempio cui furono destinate diverse testimonianze artistiche ammirate nel percorso espositivo, mentre nel vicino Museo dell’Opera è allestita una sezione dedicata alla sopravvivenza del Gotico nella Siena dei primi decenni del Quattrocento (protagonisti Gregorio di Cecco, Domenico di Niccolò “dei Cori” e altri). Scendendo nella così detta “cripta”, al di là dell’atrio decorato con emozionanti pitture murali duecentesche, si scopre il mondo dell’oreficeria senese del Quattrocento: intorno alla paradigmatica Lupa di Giovanni di Turino ruotano calici, croci e reliquiari luccicanti d’oro, d’argento e di smalti. Infine si raggiunge il Battistero e qui, al di sotto della volta affrescata dal Vecchietta ancora una volta con un ciclo di Articoli del Credo (1450-1453), si innalza il grandioso Fonte battesimale: monumento per eccellenza della scultura toscana del primo Quattrocento.


La mostra “Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento” a cura di Max Seidel è aperta tutti i giorni secondo le seguenti modalità: Complesso museale Santa Maria della Scala: tutti i giorni compresi i festivi: 10.30-19.30, Duomo: dal lunedì al sabato: 10.30-20.00 Domenica e festivi: 13.30-18.00 (le visite sono sospese durante lo svolgimento delle cerimonie religiose), Cripta e Battistero: 9.30-20, Oratorio di San Bernardino: 13.30-19, Pinacoteca Nazionale di Siena: Lunedì 8.30-13.30. Da martedì a sabato 8.15-19.15. Domenica e festivi 8.30-13.15. L’ingresso alle diverse sedi espositive sarà consentito entro e non oltre un’ora antecedente gli orari di chiusura per ciascuna sede. Biglietteria unica: Piazza Duomo – Orario: 9,00-18,30. Informazioni e prenotazioni obbligatorie per i gruppi allo 0577 286300 (lunedì – venerdì: 9-17). Info: rinascimentosiena@operalaboratori.com Le prenotazioni per i singoli visitatori sono possibili anche attraverso il sito: www.rinascimentosiena.it




6 Aprile 2010 alle 13:26 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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