ALBO D’ONORE PRECISAZIONI DELL’ARCHITETTO DANIELE PAOLINI
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Leggo in questi giorni note stampa al riguardo di questo argomento con notazioni soprattutto del presidente del Circolo dei Sambenedettesi che si pone il problema della “paternità” dell’Albo D’Onore. Basterebbe aprire la pagina 2 dell’originale conservato in Cattedrale per avere una chiara e inconfutabile risposta . Per me questa questione di certo non si pone, nè dovrebbe porsi rispetto ad un “Testo Sacro che appartiene alla storia della Città “ piuttosto che a quella di singoli circoli o di un singolo ricercatore . Ad onor del vero ci tengo anche a dire che ,premesso che non ho bisogno di riconoscimenti da parte di alcuno , dico che il mio ruolo di giovane iscritto al Circolo dei Sambenedettesi di allora fu in una prima fase quello di collaborare attivamente con il compianto “grande” D. Colonnelli nella paziente e meticolosa ricerca dei vari eventi tragici. Tanto tempo di appassionato lavoro preliminare passato con Divo a ricercare tra carte ingiallite dagli anni conservate nei registri degli Atti di Morte dell’Ufficio di stato civile del Comune e della Capitaneria di porto , al fine di ricostruire gli eventi. Nella seconda fase, fui solo io a progettare ma soprattutto “a realizzare materialmente e manualmente l’opera”. Ogni singola pagina fu da me scritta su pergamena in bella grafia con pennino ed inchiostro e incorniciata di mio pugno con pennello e colori acrilici , riportando i principali simboli della nostra marineria ,seguendo integralmente il mio personale progetto accettato con entusiasmo da tutti .Va anche detto che ciò che ho scritto è esattamente ciò che i pubblici ufficiali estensori dei verbali di ogni singolo evento tragico hanno appuntato nelle varie epoche, ogni singola parola,ogni singola frase, senza nulla aggiungere,correggendo in pieno accordo con il buon Divo a volte qualche refuso e un po’ la sintassi , rispetto a quanto riportato sugli origina di allora li conservati . Avevo in mente un’opera sobria ma che nel contempo fungesse da degno scrigno per le storie tragiche di quei poveri concittadini rapiti dal mare durante l’esercizio del duro lavoro di marinai e dello straziante dolore delle loro famiglie. Tra i nomi che resero possibile materialmente questa opera ,sempre in seconda pagina, ho riportato anche quello del Cap. Giuseppe Romani (vedi foto) che mi permise di acquistare i materiali necessari promovendo la raccolta spontanea di offerte tra i marinai.
A lui va tutto il mio affetto e il mio personale riconoscimento. La targa in metallo prezioso posta sul fronte dell’albo e gli angolari furono anche da me progettati e disegnati e poi incisi e cesellati a mano da mio padre l’orafo Paolini Federico , che li donò gratuitamente per la decorazione esterna della copertina dell’Albo. Progettai anche un artistico leggio in bronzo d’orato che avrebbe dovuto contenere “l’Albo”, un’opera di cui si fa anche menzione nella premessa dello stesso a firma del prof. Tito Pasqualetti. Il progetto di quel “Leggio” è stato anche parte integrante del Monumento ai Caduti del Mare con cui nel 1997 vinsi ex-aequo con Annibali P. il concorso indetto dal comune . L’opera poi realizzata non fu la mia e il “leggio” passò nel dimenticatoio. Dopo 20 anni altre tragedie sono nel frattempo purtroppo accadute e io ho sentito nel profondo la necessità di aggiornare l’Albo . Molti marinai sono venuti da me per sollecitarmi alla sua revisione ed io prima di farlo ho bussato a molte porte, compresa quella di questo Circolo . La marineria aveva l’esigenza di risposte concrete ed immediate rispetto a questo tema e visto il “diffidente e annoso silenzio” di coloro a cui ho chiesto l’appoggio, sentendolo nel profondo, con lo stesso metodo “annalista” adottato nella prima stesura ho provveduto ad aggiornare l’Albo autonomamente. La prima ristampa è stata a mie spese (cento copie) ed è stata distribuita gratuitamente in soli due giorni a coloro che da tempo me la chiedevano. Ho ora provveduto ad un suo ulteriore aggiornamento con l’ultimo evento tragico dell’Iris, sempre con l’incondizionato appoggio e stima delle principali Associazioni e Circoli marinari Sambenedettesi, e molti semplici marinai che sono i principali fruitori di questo lavoro. Solo questo mi appaga e a loro va il mio più sentito ringraziamento.
Daniele Paolini