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Il commercio abusivo

di | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

L’abusivismo e la quotidianeità si intrecciano sulle spiagge nostrane, dove in una mattinata al mare si riesce a essere fermati dai venditori ambulanti anche decine di volte. Questo fastidio viene spesso tollerato dai bagnanti quando si incrocia lo sguardo dei “vu’ cumprà”. Molti sono giovani, conoscono tante lingue e sono costretti a offrirti accendini e inutilità di ogni genere per vivere. Altri vendono borse, asciugamani, addirittura libri. L’altro giorno mi si è avvicinato un ragazzo senegalese di 22 anni, parlava poco l’italiano poichè era in Italia da tre mesi soltanto.
Aveva tanti libri, e me li ha mostrati. Trattatavano tutti di migranti, del problema del razzismo, di tolleranza.
Erano tutti editi da società e associazioni vicine alle problematiche dell’integrazione, dell’incontro tra culture. Nonostante gli scopi, gli obiettivi e i temi trattati da scrittori e editori, l’aspetto stucchevole è la diffusione di tali prodotti attraverso il commercio abusivo : il fenomeno spesso stigmatizzato nelle storie contenute nei romanzi. Questo ragazzo aveva acquistato i libri tramite l’aiuto di conterranei per rivenderli sulla costa abruzzese. Lui è solo uno dei tanti casi di stranieri provenienti da Africa e Asia che tutti i giorni percorrono kilometri di bagnasciuga trascinando borse pesantintissime carice di merce, spesso contraffatta. 

I primi a subire le conseguenze negative del commercio abusivo sono gli stessi venditori, sfruttati da organizzazioni criminali ma anche da associazioni le quali si millantano promotrici di valori di solidarietà. La seconda categoria svantaggiata dal fenomeno è quella di chi regolarmente, in possesso di tutti i permessi necessari, vende prodotti in aree pubbliche e non. Purtroppo per rendersi conto con i propri occhi di quanto esteso sia il fenomeno è sufficiente uscire la sera, o prendere il sole in spiaggia. Oltre che esteso pare essere anche ben strutturato. I bengalesi molto spesso vendono rose la sera, o bigiotteria, i senegalesi borse e occhiali, gli asciugamani li hanno i nord-africani. Vi è una sorta di divisione di prodotti tra i vari migranti, che se non si può definire assoluta è comunque frequente. Tutto ciò continua a dimostrare come non si tratti di un corto circuito ma di un sistema articolato.
Una proposta per modificare la legge regionale abruzzese sul commercio nelle aree pubbliche è giunta da Alfredo Castiglione, vice-presidente e assessore allo sviluppo economico. Ha precisato che non intende colpire gli immigrati ma arginare questa piaga permettendo la vendita di merci solo se in possesso di regolare autorizzazione. Se sarà approvata, potrà essere un ausilio alla lotta già svolta dalle autorità ma bisognerebbe scavare alle radici del problema.
Rendere una concreta realtà le parole tolleranza, integrazione, pari opportunità di cui erano pieni i libri venduti da quel ragazzo servirebbe affinchè i migranti non cadano più nelle trame dell’illegalità.

Ma nel nostro paese parole così sono retorica pura, proprio perchè per diffonderle si ricorre al commercio abusivo.




26 Luglio 2010 alle 23:20 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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