Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 05:24 di Mar 30 Apr 2024

Era tutta un’altra storia

di | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

ovvero
[L’agguato che non c’è]
 
Lo so, leggo troppi gialli, e quelli scandinavi in particolare: ottima scrittura, rigorosa logica della trama. Sarà per questo che niente del presunto agguato a Belpietro mi convince. Fa acqua da ogni parte.
 
Il “killer”, per cominciare: un ectoplasma che nessuno vede entrare, né uscire dopo la sparatoria, polverizzato nell’etere o libratosi in volo verticale con una bat-mobile; che si palesa all’agente quando la vittima designata è già dentro casa [ma sì, voleva educatamente suonargli alla porta, presentarsi, salve, vorrei spararle se lei è d’accordo; penso alla grande Politkovskaja, centrata senza scampo appena messo piede nell’androne, penso a quel freddo assassino dal colpo sicuro, più visibile di Giorgicluni nella videocamera del palazzo..]. E poi la pistola, inceppata al momento giusto, come nei peggio tv movies di Raiuno. E l’agente caposcorta, lo “sventatore” capace di sbagliare bersaglio tre volte che neanche il più somaro poliziotto bocciato al poligono di polizia. E l’identikit dell’ectoplasma, e tutta la ricostruzione senza lo straccio di un riscontro concreto, fino ad oggi: solo e semplicemente il racconto dell’agente. E poi la strana storia dell’altro presunto attentato presuntamente sventato anni fa dallo stesso agente (!) con l’inchiesta poi finita in nulla… Mumble mumble. Un giallista che si presentasse all’editore con una trama così verrebbe messo alla porta.
 
Ma altro ancora, qui, puzza terribilmente di bruciato, come e più dell’opinabile “ricostruzione”.
E’ il perfetto tempismo degli strilli con cui Maroni – e non solo – evoca sicuri e futuri scenari di violenza (“non è il primo episodio e temo non sarà l’ultimo”); è la tempestiva prima pagina di Libero modificata nella notte stessa, a pistola ancora fumante, e la vittima viva vegeta e salmodiante già nelle prime tivvù del mattino a raccoglier singhiozzanti solidarietà e additare i  brutti sporchi e cattivi e il “clima di odio”; è il sincronismo dei media (quasi) tutti che innalzano alti lai sui fomentatori di violenza, delirando di possibili ritorni agli anni di piombo, di colpe della sinistra, di fazioni politiche che zittiscono chi pensa, gridando dagli all’untore (ruolo che vede Di Pietro favorito, in pole position).
 
Mi pare piuttosto che l’architettata faccenda serva ad insaporire uno dei momenti più bassi della nostra squallida politica, dividendo sulla lavagna i missionari-della-libertà-e-paladini-dell’amore, dai cattivi maestri seminatori di odio e zizzania. E mi chiedo: perché nessuno nell’informazione – con pochissime eccezioni – osa avanzare espliciti dubbi, additare incongruenze, fare domande precise? Sono così tante le goffaggini, le palesi assurdità dell’episodio ricostruito a posteriori, con testimone unico e solo, che – senza essere Poirot – qualche sana perplessità dovrebbe pur venire…
 
Bah, dev’essere che sono sospettosa, che leggo troppi gialli… Me ne torno al mio Håkan Nesser, ancora qualche pagina e l’avrò finito, il suo “Era tutta un’altra storia” (2009)
 
 
4. 10. ’10                                                         Sara  Di  Giuseppe




4 Ottobre 2010 alle 23:36 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata