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Musicultura a tutta Puglia, in finalissima Renzo Rubino e Romeus

di | in: Cultura e Spettacoli, Primo Piano

Premio Miglior Musica_Piccola Bottega Baltazar

Serata brulicante di ospiti per uno Sferisterio ancora pienissimo


di Emanuela Sabbatini


MACERATA, 2011-06-19 – Ormai manca solo il verdetto finale. I giochi sono stati fatti e dopo l’esibizione di ieri sera ad agganciare i due finalisti Andrea Cola e i Babalù sono i pugliesi Renzo Rubino e Romeus.

Una serata, quella di ieri di ottimo livello che ha saputo dosare ancor meglio della prima, momenti di grande musica e spazi di riflessione, giocosità armonica e serietà ed impegno.

Come già era accaduto per la serata di venerdì, ad aprire le danze sono stati i quattro finalisti. Si parte con la Piccola bottega Baltazar. “La donna del cowboy”, fotogrammi da film descritti dal legno delle fisarmoniche (made in Castelfidardo) e contrabbasso, e montati dalla voce profonda di Giorgio Gobbo.

Dalla ritmica fumosa da capannoni postindustriali, si passa raminghi a cercar dimora con Pierluigi Colantoni e la sua “Casa dolce casa”. Un breve monologo introduce un brano con una linea melodica briosa che nasconde però la tematica difficile di una generazione che ha difficoltà a rendersi indipendente.

Renzo Rubino fa della sua esibizione un connubio tra energia vigorosa e show. “Bignè”, la sua canzone, presenta una ottima armonizzazione in grado di concedere spazi alla carica espressiva dell’artista che misura a grandi balzi il palcoscenico dello Sferisterio e torna al pianoforte per violentarne i tasti. Decisamente notevole.

A chiudere è il rock di Romeus, forza elettrica gusto negramaro vitigno, che con “Caviglie stanche” regala al pubblico dello Sferisterio le atmosfere nebbiose della scena musicale alternativa italiana.

Le luci sul palco si spengono e quando si riaccendono a parlarci di uno strano sogno è Maddalena Crippa. Ci lascia assaggiare un pezzetto del suo spettacolo “E pensare che c’era il pensiero” dedicato a Giorgio Gaber in cui l’artista interpreta, riarrangiando e modificando con estrema coerenza, pezzi del grande maestro. In un dialogo tra le due parti di sé, la Crippa espone il grande dilemma che pervade l’essere umano davanti al tema grave dell’immigrazione: prevale in ognuno di noi il senso dell’accoglienza o quello della minaccia? Il passo è breve e ci si rende ancora una volta conto di come Gaber oggi sia ancora di una attualità scottante quando con “Destra-Sinistra” ritorniamo a calcare il palco di una politica svilita da definizioni vuote ieri come oggi. Ai marchigiani tutti, popolo di grande affetto per il teatro, dedica una canzone d’amore “Quando sarò capace d’amare”.

E i temi importanti non si esauriscono qui poiché Amii Stewart con la sua “Walking Africa” si fa portavoce della campagna per candidare le donne africane al Premio Nobel per la Pace.

Prima del consueto intervallo due i premi conferiti dalla Fondazione Carima; a Momo per il miglior progetto discografico e alla Piccola Bottega Baltazar per la migliore musica.

Alla ripresa, il sempre eccellente Fabrizio Frizzi introduce l’attesissima Fiorella Mannoia che il palco dello Sferisterio lo conosce bene essendoci già stata qualche anno or sono. Ormai ne è consapevole che del suo repertorio in assoluto due perle non possono non essere regalate ad una arena gremita. Ed infatti l’artista romana non le nega e “Sally” e “Quello che le donne non dicono” vengono cantate all’unisono dal pubblico presente. Un premio va anche a questa Signora della musica italiana; una onorificenza per alti meriti artistici conferita dai rettori delle Università di Camerino e Macerata.

Un capitolo a parte è quello dell’eccellente The Quartetto Euphoria. Una dimostrazione di come la musica classica possa divenire giocosa senza dimenticare di essere seria, di come il teatro e la mimica possano approdare alla musica e viceversa come fosse la più semplice delle cose. Il pubblico ride di gusto davanti agli “acrobatici” intrecci melodici tra musica classica e leggera di questo quartetto d’archi tutto femminile.

E quando l’ora si fa tarda, sebbene lo spettacolo sia talmente bello da non necessitare rinvigorimenti di sorta ecco che a chiudere in bellezza c’è il sound accattivante di Giuliano Palma & the Bluebeaters. Ska, soul, vintage e anni 60 si mescolano e fanno ballare l’arena.

Un premio per la ricerca e lo scouting, conferito da Lombardi, Presidente dell’Afi, va anche all’ottimo Cesanelli, patron di questa manifestazione.

Questa sera il vincitore di Musicultura XXII. Molto sud in questa lotta tra i quattro finalisti, ed ogni tanto qualche meritato riconoscimento giunge anche al buon Meridione.

Piero Cesanelli_Premio Dane




19 Giugno 2011 alle 15:03 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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