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Addio Amy

di | in: Editoriali, Noi che... Quelli che...

Amy Jade Winehouse, da www.amywinehouse.com

di Emanuela De Siati


Il cinismo si misura dalla capacità di compassione. Tante e varie le reazioni davanti alla morte di Amy Winehouse, tra le più diffuse un cinismo senza senso, vuoto, privo di sensibilità, critica giusta o semplicemente silenzio verso una morte di cui non sappiamo niente oltre quello che vediamo e abbiamo sentito dalla t.v.
La voce calda, nera, di Amy basterebbe ad azzittire quegli stolti, quelli con le mani pieni di pietre da scagliare, nei confronti di una donna dedita ai vizi, e sicuramente alla tristezza più profonda.

Quanti artisti sono morti in questo modo? Quanti avevano vite insopportabili, piene di vuoti incolmabili, di alcool, di droghe, di atti terribili, di suicidi? Qual è il numero preciso? E’ infinito. E il popolino parla e straparla, dice che le sta bene essere morta, perché si sapeva che fine avrebbe fatto. Ma di che parliamo? Che cosa giudichiamo sempre, senza conoscere le cose nella loro interezza, profondità? Consideriamo le persone come sagome, manichini, figure sulle quali parlare come su una foto su un giornale di moda, non parliamo più di persone, esseri umani dotati di umori, di dolori, di pazzie, perché pure la pazzia è qualcosa sulla quale parlare ma non può essere giudicata né bacchettata.

Come si può giudicare la vita di una persona a distanza, senza mai averci parlato, come si può
restare indifferenti verso una qualsiasi morte, un qualsiasi addio come fosse
niente? La morte di Amy, non è la morte di una star fuori di testa, è la morte
di un talento, di una ragazza dotata come poche, che non aveva ritegno, prima
per se stessa, ma aveva talento, e a questo lei ha dato fine senza porre
rimedio oltre che alla sua vita.
Ma la compassione non è una caratteristica di questo tempo. Non ritengo la
morte di Amy un evento isolato, così strambo. A parte le star…come si può
credere che le nostre vite siano perfette, immuni dal malessere, dalla noia,
dal dolore? Non posso crederci ed è stupido farlo. Cosa significa criticare una
morte? Cosa significa criticare le vite altrui, invece di comprenderle? Cercare
di intuire il senso, la solitudine, è così troppo complicato?…
A quelli che si sentono sani e giusti, pieni di una forte consapevolezza,
rispondo che pochi come Amy Winehouse saprebbero comporre una canzone come
‘Love is a losing game’ o cantarla con quel timbro irripetibile, pochi riescono
a sentire quello che sentiva lei nel cantarla, pochi e quasi nessuno sapranno
provare l’emotività di Jeff Buckley, di Nina Simone, di Edith Piaf, di Luca
Flores, di Jackson Pollock…e tanti altri incoscienti, drogati, offesi forse più
che da un pubblico vuoto e superficiale, dalla vita stessa. Non smetterò mai di
domandarmi però, come sarebbe stato, quali altre canzoni meravigliose ci
sarebbero state, se lei ce l’avesse fatta, anche per un momento, se avesse
preferito insistere, vivere ancora,anche solo per la musica.

2011-07-23 – Amy Jade Winehouse è stata trovata morta nella sua casa di Londra.

Un cocktail di alcol e farmaci avrebbe ucciso Amy Winehouse a soli 27 anni, facendola entrare a far parte del “27 club”, assieme a Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Brian Jones, Kurt Cobain, i “maledetti” del rock morti a 27 anni.


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24 Luglio 2011 alle 16:50 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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