AmatInforma: stagione 2011 – 2012 del Teatro Lauro Rossi di Macerata
di Redazione | in: Cultura e SpettacoliComune di Macerata
AMAT
con il contributo di
Regione Marche
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Teatro Lauro Rossi
s t a g i o n e 2 0 1 1.2 0 1 2
PROGRAMMA
13 e 14 ottobre 2011
La Corte Ospitale
in collaborazione con Fondazione Giorgio Gaber
IL MISTERO BUFFO
nella versione pop 2.0
di e con Paolo Rossi
regia Carolina De La Calle Casanova
musiche composte ed eseguite dal vivo da Emanuele Dell’Aquila
con la partecipazione straordinaria di Lucia Vasini
10 e 11 novembre 2011
Teatro Stabile delle Marche
con il patrocinio di Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”
SOGNO DI UNA NOTTE D’ESTATE
di William Shakespeare
interpretato e diretto da Carlo Cecchi
2 dicembre 2011
Bigfish Teatro
LI ROMANI IN RUSSIA
racconto di una guerra a millanta mila miglia
con Simone Cristicchi
regia Alessandro Benvenuti
FUORI ABBONAMENTO
6 e 7 dicembre 2011
Vocitinte
L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ
di Luigi Pirandello
con Lino Musella, Paolo Mazzarelli
regia Antonio Mingarelli
14 e 15 gennaio 2012
Star Dust International – Angelo Tumminelli
IL CATALOGO
di Jean Claude Carrière
con Ennio Fantastichini, Isabella Ferrari
regia Valerio Binasco
9 e 10 febbraio 2012
RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO
Compagnia della Rancia
VARIAZIONI ENIGMATICHE
di Éric-Emmanuel Schmitt
con Saverio Marconi, Gian Paolo Valentini
regia Gabriela Eleonori
6 e 7 marzo 2012
Gli Ipocriti
COLAZIONE DA TIFFANY
di Truman Capote
adattato da Samuel Adamson
con Francesca Inaudi, Lorenzo Lavia
regia Piero Maccarinelli
30 e 31 marzo 2012
CTB Teatro Stabile di Brescia – Teatro de gli Incamminati
SERVO DI SCENA
di Ronald Harwood
interpretato e diretto da Franco Branciaroli
18 e 19 aprile 2012
FlamenQueVive
DON JUAN
coreografia e regia Gianna Raccagni
musiche Alberto Rodriguez, Marco Perona
COMUNICATO STAMPA
Nove spettacoli da ottobre ad aprile compongono il cartellone 2011.2012 del Teatro Lauro Rossi di Macerata promosso dal Comune di Macerata e dall’AMAT e realizzato con il contributo di Regione Marche e Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Grandi interpreti, maestri della scena, testi classici ed autori contemporanei disegnano un affascinante precorso nello spettacolo dal vivo che tocca anche la danza.
L’inaugurazione della stagione il 13 e 14 ottobre è con Paolo Rossi, giullare dei giorni nostri, che reinventa Mistero Buffo, testo che Dario Fo presentò per la prima volta nel 1969 e per il quale ricevette il Nobel per la Letteratura. Un omaggio al maestro che si avvale della regia di Carolina De La Calle Casanova con un testo-archetipo di un genere, il teatro di narrazione, particolarmente consono alle doti istrioniche dell’attore arricchito dalle musiche composte ed eseguite dal vivo da Emanuele Dell’Aquila.
Il 10 e 11 novembre la scena del Lauro Rossi è per Sogno d’una notte d’estate, una delle commedie più popolari ed amate di Shakespeare – prodotto dal Teatro Stabile delle Marche – che vede protagonisti 18 giovanissimi attori guidati dal grande Carlo Cecchi, in veste di regista ed attore.
Il 2 dicembre la stagione prosegue con Li Romani in Russia un mongolo – presentato fuori abbonamento – di Simone Cristicchi tratto dall’omonimo poema in versi di Elia Marcelli e diretto dalla sapiente regia di Alessandro Benvenuti. Cristicchi interpreta una nutrita galleria di grotteschi personaggi raccontando l’orrore della guerra attraverso la voce di chi l’ha vissuta in prima persona, come in un ideale incontro tra il mondo delle borgate di Pasolini e le opere di Rigoni Stern e Bedeschi.
La compagnia Vocitinte – uno dei gruppi della piattaforma della nuova scena marchigiana “Matilde” promossa dalla Regione Marche e dall’AMAT – presenta il 6 e 7 dicembre L’uomo, la bestia e la virtù di Luigi Pirandello spettacolo diretto dal giovane regista Antonio Mingarelli ed interpretato, tra gli altri, da Lino Musella e Paolo Mazzarelli. Commedia ad orologeria per eccellenza, L’uomo, la bestia e la virtù non si limita a passare al setaccio le convenzioni e le ipocrisie borghesi, ma riesce a rappresentare, in maniera più feroce che altrove nell’opera pirandelliana, il funereo, macabro, gioco dei ruoli.
Il 14 e 15 gennaio la stagione prosegue con Il catalogo opera del grande sceneggiatore e drammaturgo Jean Claude Carriere che mette a nudo, con sferzante ironia, l’inconfessata sofferenza di due esistenze accomunate dalla solitudine. Le qualità artistiche dei protagonisti – Isabella Ferrari e Ennio Fantastichini – e del regista – Valerio Binasco – rappresentano una garanzia di qualità della messinscena di questa commedia delicata e divertente interpretata più volte in Francia con successo suscitando apprezzamento di pubblico e critica.
Saverio Marconi – regista di fama internazionale – torna in scena come attore e sceglie Schmitt e le sue Variazioni enigmatiche, a Macerata il 9 e 10 febbraio al termine di una residenza di riallestimento. La piéce è stata uno straordinario successo di pubblico e di critica in Europa, in Francia con l’interpretazione di Alain Delon e in Inghilterra di Donald Sutherland. “Ho avuto la grande fortuna di collaborare con Schmitt per l’edizione francese del musical Nine che ho diretto alle Folies Bergère – dice Marconi – e con Gabriela Eleonori l’abbiamo incontrato anche qualche mese fa per confrontarci sulla regia dello spettacolo. Oggi che ho l’età giusta per affrontare questo personaggio, non ho avuto dubbi che fosse il testo più giusto per tornare sul palcoscenico.”
Per tutti Colazione da Tiffany è il film di Blake Edwards – tratto dal romanzo di Truman Capote – con l’indimenticabile Audrey Hepburn e George Peppard. Il fascino di quelle atmosfere rivivranno a teatro il 6 e 7 marzo nello spettacolo interpretato da due giovani attori di talento come Francesca Inaudi e Lorenzo Lavia diretti da Piero Maccarinelli su testo adattato da Samuel Adamson. “Ho accettato di dirigere questo lavoro – scrive il regista nelle note allo spettacolo – perché Colazione da Tiffany mi sembra un classico del ‘900.”
La stagione si avvia alla conclusione il 30 e 31 con Servo di scena, uno dei più celebri testi teatrali di Ronald Harwood, interpretato e diretto da Franco Branciaroli. L’opera – dalla quale fu tratta l’adattamento cinematografico dell’omonimo film di culto di Peter Yates – è ritagliata ad hoc sulla figura di un attore di grande carisma. Si tratta di un appassionato omaggio al teatro ed alla sua gente, nonché perfetta ricostruzione d’epoca che fa da cornice agli ultimi successi di un grande attore, ormai al tramonto, il quale deve la sua sopravvivenza alle cure e alle attenzioni costanti del suo umile servo di scena.
La chiusura della stagione il 18 e 19 aprile è affidata alla danza di FlamenQueVive, formazione italo – spagnola diretta da Gianna Raccagni che si compone di eccellenti musicisti e danzatori. Al pubblico del Lauro Rossi presenta Don Juan sensuale e affascinante spettacolo di flamenco su musiche di Alberto Rodriguez e Marco Perona che racconta i vari volti del personaggio.
Vendita nuovi abbonamenti dal 29 settembre al 6 ottobre presso la Biglietteria dei Teatri tel. 0733 230735 – 233508.
13 e 14 ottobre 2011
La Corte Ospitale
in collaborazione con Fondazione Giorgio Gaber
IL MISTERO BUFFO
nella versione pop 2.0
di e con Paolo Rossi
regia Carolina De La Calle Casanova
musiche composte ed eseguite dal vivo da Emanuele Dell’Aquila
con la partecipazione straordinaria di Lucia Vasini
Se Gesù Cristo tornasse oggi chi sarebbe? Cosa potrebbe fare? Saremmo in grado di riconoscerlo e seguire la sua rivoluzione, i suoi dogmi, i suoi miracoli? Clandestino allora come tanti oggi nel nostro paese fu accolto, ammirato, perseguitato e poi giustiziato. Un Gesù raccontato da un giullare, da Giuda, da Maria e dal popolo. Oggi, per paradosso, ognuno di noi è un povero cristo, ognuno di noi è “in fila alla biglietteria del cinema Italia”.
Il Mistero Buffo nella versione pop di Paolo Rossi è un omaggio al maestro Dario Fo, ed è anche un’avventura, uno spettacolo che si allontana il più possibile dalla versione originale diventando un contenitore unico, dove i misteri originali e quelli nuovi si uniscono e si miscelano, come accade nel teatro popolare.
Ogni sera diverso, recitato con il pubblico e non per il pubblico, è uno spettacolo ricco di cambi di registro, è un’allegoria che confonde i generi, la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. Un viaggio corale in cui la musica di Emanuele Dell’Aquila si fa personaggio e drammaturgia, in continua interazione con l’azione scenica.
I misteri non finisco mai: il maestro Dario Fo non ha finito di raccoglierli e in ogni angolo della strada troviamo nuove storie che diventano parte del nostro mistero e si integrano con l’originale, lo arricchiscono, lo trasformano. Come è successo nel 1969, anche il nostro Mistero Buffo è un’operazione politica: come 40 anni fa, la nostra è ancora un’epoca in cui difendere dei valori significa difendere la sopravvivenza. Ma è anche un’operazione culturale perché vuole recuperare insieme al pubblico le radici profonde del teatro popolare. Abbiamo capito che il teatro, unico animale vivo, non cambierà il mondo ma può cambiare noi e aiutarci a resistere. Carolina De La Calle Casanova, Paolo Rossi
10 e 11 novembre 2011
Teatro Stabile delle Marche
con il patrocinio di Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”
SOGNO DI UNA NOTTE D’ESTATE
di William Shakespeare
traduzione Patrizia Cavalli
con Roberto Bidona, Federico Brugnone
Carlo Cecchi, Silvia D’Amico, Fabrizio Falco
Davide Giordano, Dario Imbatti, Simone Lijoi, Luca Marinelli
Gabriele Portoghese, Sofia Pulvirenti, Barbara Ronchi
Valentina Ruggeri, Cecilia Zingaro
regia Carlo Cecchi
scena Roberto Bivona e Carlo Cecchi
costumi Sandra Cardini
luci Stefano Barbagallo
consulenza musicale Nicola Piovani
pianoforte e diamonica Valentina Rosati
batteria Luca Marinelli
basso elettrico e melody horn Valentina Ruggeri
clarinetto Dario Iubatti
flauti Silvia D’Amico, Fabrizio Falco
chitarra Gabriele Portoghese
aiuto regista Valentina Rosati
aiuto costumista Elena Pavinato
Questo spettacolo nacque come saggio di diploma degli allievi attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, da me diretto, nel giugno 2009. È stato ripreso al 52° Festival dei due mondi e nell’ambito del progetto Shakespeare in città organizzato dal Teatro Stabile delle Marche.
Si tratta dunque di un gruppo di giovanissimi attori, alcuni dei quali anche musicisti, che affrontano, per la prima volta, l’esperienza di una Compagnia di teatro e di una tournée.
Se per l’Accademia mi ero limitato a fare il regista, nello spettacolo che ora presentiamo vi partecipo anche come attore, recitando la parte del dramaturg della troupe degli artigiani.
Al di là dell’enorme piacere che io provo a recitare, il mio ingresso nella Compagnia di questi giovanissimi attori è in realtà lo sviluppo naturale di un rapporto umano e professionale che, a partire dalle prime, dure prove del saggio, è cresciuto in maniera piuttosto felice e sorprendente.
Ciò che ci unisce, scavalcando le generazioni, è il teatro: ossia la ricerca di quel rapporto attivo fra attori e spettatori, nell’immediatezza del qui e ora della rappresentazione, che solo il teatro ancora può far vivere.
E trattandosi del Sogno di una notte d’estate, con la complicità divina di William Shakespeare.
Carlo Cecchi
2 dicembre 2011
Bigfish Teatro
Li Romani in Russia
racconto di una guerra a millanta mila miglia
adattamento teatrale Marcello Teodonio
con Simone Cristicchi
regia Alessandro Benvenuti
musiche e sonorizzazioni Gabriele Ortenzi/Areamag
disegno luci Danilo Facco
costumi Sara Quattrini
aiuto regia Chiara Grazzini
FUORI ABBONAMENTO
Tratto dall’omonimo poema in versi di Elia Marcelli, il monologo Li Romani in Russia racconta l’orrore della guerra attraverso la voce di chi l’ha vissuta in prima persona, come in un ideale incontro tra il mondo delle borgate di Pasolini e le opere di Rigoni Stern e Bedeschi. Un teatro civile che si presenta nuovo soprattutto per la forma del testo, mediante l’utilizzo di due elementi: la metrica dell’ottava classica, quella dei grandi poemi epici, e il dialetto romanesco, la lingua del Belli che rende la narrazione ancora più schietta e veritiera. Il risultato è un affresco epico che non omette particolari crudi e rimossi dalla storia ufficiale (il luogo comune degli “italiani brava gente”), e che diviene quanto mai attuale in un’ epoca di “bombe intelligenti” e “guerre umanitarie”.
Simone Cristicchi, attore naturale e credibile, interpreta una nutrita galleria di grotteschi personaggi, raccontando con passione e coinvolgimento questa tragica epopea, in un monologo “corale” in cui
trovano spazio anche momenti ironici e divertenti. Il disegno luci elegante ed evocativo, e la regia impeccabile di Alessandro Benvenuti, rendono questo spettacolo unico nel suo genere: emozionante, divertente, drammatico.
6 e 7 dicembre 2011
Vocitinte
L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ
di Luigi Pirandello
con Lino Musella, Paolo Mazzarelli, Alice Torriani
Camilla Semino Favro, Gabriele Falsetta, Fabrizio Martorelli
Marcella Favilla, Gabriele Falsetta, Fabrizio Martorelli
regia Antonio Mingarelli
scene Elisabetta Salvatori
luci Carola Runci
assistente alla regia Monica Ruggeri
la compagnia Vocitinte fa parte della piattaforma “Matilde”. Progetto di Regione Marche e Amat
Accolta con perplessità al suo debutto, nel tempo la commedia di Pirandello si è imposta come una delle più rappresentate in Italia e nel mondo. Il farsesco tema trattato è ben rappresentato dal titolo in cui si individuano tre maschere, corrispondenti ad altrettanti “tipi” morali. La prima è quella dell’Uomo ovvero Paolino, professore privato che cela dietro il suo ostentato perbenismo la tresca con la signora Perella; quest’ultima è invece la Maschera della Virtù, pudica madre di famiglia abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente come il ritratto della Bestia. Commedia ad orologeria per eccellenza, L’uomo, la bestia e la virtù non si limita a passare al setaccio le convenzioni e le ipocrisie borghesi, ma riesce a rappresentare, in maniera più feroce che altrove nell’opera pirandelliana, il funereo, macabro, gioco dei ruoli che la società impone all’individuo quando ne orienta i comportamenti, gli istinti.
Vocitine è una compagnia fondata da attori provenienti dalla Scuola del Piccolo Teatro di Milano. L’approdo a Pirandello è parte di un discorso teatrale che vuole abbracciare senza soluzione di continuità il teatro classico e quello contemporaneo. La lettura con cui è affrontato il testo di Pirandello è tesa ad evidenziare i legami tra la tematica dell’ipocrisia morale dell’Italia pre-ventennio e i nostri tempi, in particolar modo sottolineando come oggi dietro all’attribuzione di “maschere” sociali, di ruoli, si celi un malcelato desiderio di sopraffazione istituzionale, una forma di potere che fa dell’individuo un ingranaggio inerme. “Per questo – scrive la compagnia nelle note allo spettacolo – abbiamo immaginato un Pirandello senza pirandellismi, cioè senza i manierismi tipici che caratterizzano le sue rivisitazioni da anni. Un Pirandello ridotto all’osso, messo a nudo nelle reali, violente pulsioni che mette in scena, nella crudele, feroce umanità che racconta.”
14 e 15 gennaio 2012
Angelo Tumminelli – Star Dust International
IL CATALOGO
di Jean Claude Carrière
con Ennio Fantastichini, Isabella Ferrari
traduzione e regia Valerio Binasco
scene e luci Massimo Bellando Randone
costumi Sandra Cardini
musiche Arturo Annecchino
Il Catalogo è una commedia delicata e divertente. Il suo titolo si ispira al Don Giovanni di Mozart e la ragione è tematica e musicale insieme: il dialogo scorre leggero e brioso come le “note bambine? delle partiture settecentesche e il personaggio maschile si ispira – o almeno vorrebbe – al celebre seduttore. Questa commedia gioca con l’impossibile e con l’assurdo e l’autore sembra divertirsi molto a mandare a gambe all’aria le nostre pretese di vivere in una realtà “normale?. Il tema narrativo è di quelli molto cari al teatro e al romanzo tardo novecentesco: l’impossibile incontro tra un uomo e una donna. Tanto più fatale, quanto più imprevedibile. Per salvarsi dall’impossibile amore, i personaggi si aggrappano in modo quasi ossessivo alla verosimiglianza dei dialoghi e delle situazioni, ma solo per approdare a un’atmosfera di intimità senza scampo, tuttavia leggera e primordiale, dove la realtà si rivela per quella che è: una specie di prigione dell’anima. Da quel momento in poi sembra un sogno, Il Catalogo. Sembra uno di quei film meravigliosi di certa Nouvelle Vague che si accanivano a scoprire l’assurdo delle storie d’amore e di quell’assurdo finivano per innamorarsi e farci innamorare. Tutto si gioca nel dialogo tra un solo uomo e una sola donna. Potremmo anche, forse, posporre l’aggettivo e sono sicuro che non sbaglieremmo: Carriere ha scelto due persone tremendamente sole. Sole senza neppure essersene accorte. Le fa incontrare nel momento in cui la loro vita sembra ormai assuefatta a tanta solitudine. Personaggi tanto distanti potevano incontrarsi solo in forza di un equivoco. E così sarà. […] C?è un mondo segreto, meraviglioso e senza colpe, dentro di noi e solo l?amore e il coraggio che l’amore sa donare possono liberarlo. Sembra solo un gioco crudele, ma è un gioco divino. Perché l?amore è un Dio. Un Dio che si nutre delle nostre storie, dei nostri giochi, delle nostre fughe inutili e ci dà in cambio l?unica vera bellezza della vita. Il terribile dio-bambino dell’amore si è certo molto divertito leggendo Il Catalogo. Valerio Binasco
9 e 10 febbraio 2012
RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO
Compagnia della Rancia
VARIAZIONI ENIGMATICHE
di Éric-Emmanuel Schmitt
traduzione Saverio Marconi, Gabriela Eleonori
con Saverio Marconi, Gian Paolo Valentini
regia Gabriela Eleonori
Saverio Marconi torna in scena come attore e sceglie Schmitt e le sue Variazioni enigmatiche, già straordinario successo di pubblico e di critica in Europa (in Francia lo spettacolo è stato interpretato da Alain Delon, in Inghilterra da Donald Sutherland). “Ho avuto la grande fortuna di collaborare con Schmitt per l’edizione francese del musical Nine che ho diretto alle Folies Bergère – dice Marconi – e con Gabriela Eleonori l’abbiamo incontrato anche qualche mese fa per confrontarci sulla regia dello spettacolo. Oggi che ho l’età giusta per affrontare un personaggio come Abel Znorko, non ho avuto dubbi che Variazioni Enigmatiche fosse il testo più giusto per tornare sul palcoscenico come interprete.”
Il titolo dell’opera fa riferimento a Enigma Variations, composizione del musicista inglese Edward Elgar, quattordici variazioni su una melodia che sembra impossibile da riconoscere, così come Schmitt sembra concepire il rapporto tra gli esseri umani come qualcosa che possiamo solo intuire. Un testo mai prevedibile, che alterna sentimenti con drammatici colpi di scena, in cui l’ironia più tagliente si trasforma in commozione, la tenerezza in folle crudeltà. È la storia del confronto disperato fra due uomini, Abel Znorko – misantropo, Nobel per la letteratura che si è ritirato a vivere da eremita in un’isola sperduta del mare della Norvegia, vicino al Polo Nord (ma conserva un intenso rapporto epistolare con la donna amata) – e Erik Larsen (interpretato da Gian Paolo Valentini), sconosciuto giornalista cui lo scrittore concede un’intervista. L’incontro, tra ferocia e compassione, si trasforma in una sconvolgente scoperta di verità taciute e dell’illusione in cui i due si sono calati. “È un testo che ti sorprende immediatamente, alla prima lettura, come una mano amica che ti possa consigliare di fermarti dall’attuare un proposito scellerato – dice la regista Gabriela Eleonori – la necessità e l’urgenza della sua rappresentazione si trasformano, quindi, nella percezione di poter far ritrovare al “teatro” puro la sua funzione principale: la narrazione di miti per la catarsi collettiva.”
6 e 7 marzo 2012
Gli Ipocriti
COLAZIONE DA TIFFANY
di Truman Capote
adattato da Samuel Adamson
traduzione Fabrizia Pompilio
con Francesca Inaudi, Lorenzo Lavia
regia Piero Maccarinelli
scene Gianni Carluccio
Raccontare di Holly? Innamorarsi di una creatura selvatica? Per tutti Colazione da Tiffany è il film di Blake Edwards con l’indimenticabile Audrey Hepburn e George Peppard. Per quasi tutti dato che Colazione da Tiffany è un breve romanzo gioiello di Truman Capote pubblicato nel 1958 da cui Samuel Adamson ha tratto una riduzione teatrale. Quando Marco Balsamo mi ha chiesto di dirigere la versione teatrale italiana ho accettato perché Colazione da Tiffany mi sembra un classico del ‘900. Holly Goligthly è una cover girl americana arrivata a New York un po’ lolita cresciuta, un po’ traviata; intorno a lei ruotano i molti personaggi del mondo un po’ ridicolo e patinato dell’East End newyorkese: un agente di Hollywood, un mafioso italoamericano, il proprietario di un bar, ricchi diplomatici brasiliani. Lei vive in una modesta casetta dell’East Side popolata da una fauna artistica al limite della sopravvivenza e della trasgressione. Tutti sono un po’ innamorati di Holly che sembra attraversare la vita in punta di piedi: il suo passato, il primo marito, la sua attività di prostituta, le sue feste sgangherate. Ma Holly ha una grazia innata e per tutti “è in transito”. Nessuno la può fermare, catturare o dire che appartenga a lui. È un personaggio incantevole, dotato di una grazia sorprendente e, anche quando perde il bambino che aspetta dal diplomatico brasiliano, sa rimettersi velocemente in piedi e ricominciare a vivere.
Suo contraltare nella drammaturgia è lo scrittore William Parsons (forse un Truman Capote giovane) timido, impacciato, che subisce il suo fascino e la considera sua fonte di ispirazione; è platonicamente innamorato di lei anche se con delle sfaccettature che alludono ad altre sue preferenze. Trascinato da Holly a conoscere e vivere la grande New York, William con l’amico confidente Joe Bell, è la nostra guida fra le pagine del testo teatrale.
L’atmosfera è sempre sottile, frizzante, un alito di freschezza soffia in quasi tutte le situazioni ma i personaggi hanno dei chiaroscuri nella scrittura di Adamson/Capote. […] Tutto nel nostro spettacolo sarà allusivo; non cercheremo di riprodurre la realtà – a partire dalla scena di Gianni Carluccio – ma solo di far rivivere la favola della bella e umbratile Holly. Piero Maccarinelli
30 e 31 marzo 2012
CTB Teatro Stabile di Brescia – Teatro de gli Incamminati
SERVO DI SCENA
di Ronald Harwood
traduzione Masolino D’Amico
con Franco Branciaroli
e con Tommaso Cardarelli
Lisa Galantini, Melania Giglio
Daniele Griggio, Giorgio Lanza
regia Franco Branciaroli
scene e costumi Margherita Palli
luci Gigi Saccomandi
Servo di scena è uno dei più celebri testi teatrali di Ronald Harwood, che curò anche l’adattamento cinematografico dell’omonimo film di culto di Peter Yates, del 1983, interpretato da Albert Finney (premiato al Festival di Berlino) e da Tom Courtenay (cinque candidature agli Oscar). Ed è naturalmente un testo ritagliato ad hoc sulla figura di un attore di grande carisma. Si tratta di un appassionato omaggio al teatro ed alla sua gente, nonché perfetta ricostruzione d’epoca che fa da cornice agli ultimi successi di un grande attore, ormai al tramonto, il quale deve la sua sopravvivenza alle cure e alle attenzioni costanti del suo umile servo di scena.
Scritta in un linguaggio affascinante, tipico dello stile della commedia inglese, affronta con tono ironico le rocambolesche vicende di una precaria compagnia di provincia, che si dipanano tra camerini e palcoscenico, quale sublime metafora della vita del teatro di ogni tempo.
Così la storia: è il 1940, pur devastata dai bombardamenti nazisti, Londra riesce a conservare l’aplomb che l’ha sempre contraddistinta. Come racconta Evelyn Waugh, il grande testimone di quegli anni, la vita procede meglio che può: pub e ristoranti restano aperti finché una bomba non li distrugge, i circoli e i club non variano nemmeno gli orari di apertura e di chiusura. Anche il teatro continua a vivere a dispetto della stupidità che sembra sul punto di conquistare il mondo. E Shakespeare diviene non solo poeta di un intero popolo, ma anche il suo profeta, e il teatro il suo tempio. Il servo di scena racconta la storia di una di queste compagnie eroiche e spericolate e del suo vecchio capocomico, un non meglio identificato “Sir”, attore shakespeariano un tempo osannato dalle folle e dalla critica. Omaggio all’Inghilterra e a Shakespeare, Il servo di scena è soprattutto un inno al teatro, alla sua capacità di resistere in tempi difficili, alla sua insostituibilità. Nella figura del servo Norman trapela la ragione profonda della sua forza: il teatro è invincibile perché non ha padroni, non cerca ricompense, è invincibile perché la ragione profonda della sua esistenza sta nella sua gratuità. Perciò sa pronunciare le parole più importanti e profonde con ironia e senza perdere il sorriso. Il servo di scena ne è la dimostrazione.
18 e 19 aprile 2012
FlamenQueVive
DON JUAN
coreografia e regia Gianna Raccagli
musiche Alberto Rodriguez, Marco Perona
Ballerini Claudio Javarone, Maria José Leon Soto
Gianna Raccagli, Valentina Perrone
musicisti José Salguero canto
Alberto Rodriguez, Marco Perona chitarra
Paolo Mappa percussioni Erica Scherl violino
costumi Moda Flamenca Molina Atelier della Danza
service audio – luci Fb service – Crema
Il più grande seduttore, l’amante del gioco e dell’inganno raccontato secondo il linguaggio forte ed incisivo del flamenco. Don Juan non è individuo, né idea, ma qualcosa di più fluttuante ed immortale come l’erotismo e la seduzione, sentimenti che la musica e la danza andalusa esprimono ed interpretano alla perfezione. Il famoso libertino agisce grazie ad un naturale istinto delle pulsioni e per merito della spontaneità di una forza tragica che è prerogativa di tutti gli uomini. Il suo è un amore sempre ripetuto, senza dialettica, che si esprime in una serie continua di attimi, meraviglioso solo per il suo impeto di rinnovarsi, per la sua inesauribile energia che diviene simbolo della natura umana e della vita stessa. Il flamenco è dunque perfetto per descriverlo. Manifestazione artistica in grado di gridare ogni sentimento umano senza pudore e limiti, senza freni e razionalità. Don Juan e Don Giovanni sono due figure che rappresentano la stessa faccia del mito, da sempre contese tra Spagna ed Italia, fiere nel rivendicarne l’origine. Lo spettacolo racconta i vari volti del personaggio che si esprimono sul palco senza le censure moralistiche e teologiche del tempo. Libero di agire senza freni Don Juan assume via via l’aspetto del Burlador de Sevilla, di Don Juan Tenorio, del Dom Juan di Molière e di Don Giovanni di Mozart. Donne sedotte, tradite, abbandonate, ingannate si sostituiranno al castigo divino nella loro vendetta.
La Compagnia di musica e danza flamenco FlamenQueVive di formazione italo – spagnola, si compone di musicisti e danzatori che, dopo aver approfondito lo studio del flamenco in varie ed importanti accademie spagnole, decidono di collaborare allo scopo di far conoscere quella cultura misteriosa e profonda che è il fl amenco, tanto ricca di mistero e magia . La Compagnia, diretta da Gianna Raccagni è considerata la migliore formazione flamenca italo spagnola e continua a raccogliere successi nei migliori teatri e festival italiani.
ABBONAMENTI
rinnovo
dal 21 al 28 settembre
nuovi
dal 29 settembre al 6 ottobre
I settore euro 184
II settore euro 144 ridotto* euro 92
BIGLIETTI
in vendita dall’8 ottobre
I Settore euro 23 ridotto* euro 18
II Settore euro 18 ridotto* euro 12
Loggione euro 8
Li Romani in Russia
posto unico numerato
15 euro ridotto 10 euro
*La riduzione è valida per i giovani fino a 25 anni e gli adulti oltre i 65 anni.
Per lo spettacolo Don Juan la riduzione è valida anche per gli iscritti scuole danza
INIZIO SPETTACOLI
ore 21
BIGLIETTERIA DEI TEATRI
piazza Mazzini, 10 Macerata tel. 0733 230735
dal lunedì al sabato dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30
Biglietteria Teatro Lauro Rossi tel. 0733 256306
la sera di spettacolo dalle ore 20
INFORMAZIONI
Amat tel. 071 2072439
Biglietteria dei Teatri tel. 0733 230735 – 0733 233508
VENDITA ON-LINE