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Sanità: lo chiamano Piano Ferie ma sembra Smantellamento!

di | in: Cronaca e Attualità

Giancarlo D’Anna

Può infatti chiamarsi Piano Ferie un periodo lungo 4 mesi di accorpamenti di reparti?

LO CHIAMANO PIANO FERIE IN REALTA’ CONTINUA LO SMANTELLAMENTO DEL SANTA CROCE DI FANO.

D’Anna, si perdono 16 posti tra lungodegenza e post acuzie fino a settembre


Lo chiamano pomposamente Piano Ferie estive 2012 dell’Ospedale Santa Croce ma in realtà si tratta di un Piano di svilimento del nosocomio al servizio della Vallata del Metauro e della città di Fano.

Può infatti chiamarsi Piano Ferie un periodo lungo 4 mesi di accorpamenti di reparti?

E’ più semplicemente un piano tendente ad abituare i pazienti a servirsi di altre strutture, di altri medici, di una sanità diversa da quella a cui ci siamo abituati.

Con che faccia si presenteranno ai cittadini quanti ci hanno accusati di campanilismo nel momento in cui abbiamo e continuiamo a difendere il Santa Croce dal suo de potenziamento. Avranno il coraggio di guardare negli occhi quei cittadini ai quali hanno assicurato che non si depotenzia niente, anzi, all’Ospedale di Fano c’è e ci sarà di tutto e di più.

Ancora una volta carta canta. E dopo la “truffa” della nascita dell’azienda Marche Nord, attraverso la quale Fano è solo servita a mantenere in vita l’Azienda preesistente,il San Salvatore. Dopo il Piano Socio Sanitario che prevede “un nodo provinciale (Pesaro-Fano) per la copertura del bisogno di cura e assistenza al livello minimo di area vasta”. Oggi i fanfaroni trasversali della fanta-sanità devono prendere atto che andiamo al disotto del minimo di “cura e assistenza” con il così detto piano ferie.

Si tratta di un periodo lunghissimo :ben 4 mesi, ben 120 giorni, nei quali ci saranno i così detti accorpamenti di posti letto. Un periodo lunghissimo, senza precedenti e propedeutico a qeui cambiamenti tendenti a trasformare l’Ospedale di Fano un una struttura sempre meno attrattiva da giustificare nel prossimo futuro il suo ulteriore ridimensionamento, trasformazione o chiusura. Già perché oltre al disagio sono i numeri e le statistiche a fare le differenze nel momento in cui si decide a chi assegnare fondi, cosa tagliare, cosa eliminare. Impedire di “fare numeri” equivale a segnare il destino di una struttura, specie nel momento in cui, sulla base di quei numeri si decide il futuro della Sanità. Accorpare per 4 mesi, ad esempio il Post Acuzie (ex lungodegenza) e Geriatria perdendo 16 posti, indispensabili e utili , è indice di incapacità di tenere conto delle reali esigenze di chi, malato o famigliare, necessita di un servizio importante. Ma al caso eclatante appena citato si aggiungono i 9 posti in meno in medicina e qui oltre alle ferie la giustificazione si basa su alcuni lavori da effettuare nel reparto. Insomma l’Ospedale di Fano continua a portare la sua croce. Dalle camere operatorie profumatamente pagate e mai entrate in funzione, alle camere mortuarie pagate ma ancora inagibili tanto che attualmente le salme vengono esposte non nelle camere mortuarie, che dovrebbero essere le vecchie ristrutturate (i lavori sono fermi da 4 anni) ma bensì nelle stanze per il deposito, vestizione e tutto quello che precede l’esposizione delle salme. Una testimonianza che non si ha rispetto né per i vivi come per i defunti. Quella che alcuni hanno definito una battaglia di retroguardia è invece una battaglia morale contro cinismo,indifferenza ed affari. In molti dovrebbero rifletterci sopra altri preso atto di quanto sta accadendo farebbero bene a dimettersi prima di essere “licenziati” dagli elettori.

Giancarlo D’Anna

Vice Presidente Commissione Sanità




7 Giugno 2012 alle 10:27 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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