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Il diavolo con le zinne chiude le esibizioni di Cupra Teatro d’Estate

di | in: Cultura e Spettacoli

Il diavolo con le zinne

Sabato 28 luglio a partire dalle 21.45

 

Come ultimo cast in gara per la rassegna nazionale, la compagnia maceratese porterà sul palco dello stabilimento balneare La Sirenella la commedia di Dario Fo Il diavolo con le zinne


CUPRA MARITTIMA – L’ultima serata di Cupra teatro d’estate sta per andare in scena. Sabato 28 luglio ad animare il palco dello stabilimento balneare La Sirenella ci penserà la compagnia il teatro dei Picari di Macerata. A loro il compito di chiudere questa terza edizione della rassegna nazionale per poi lasciare spazio ai verdetti della giuria. Il comitato organizzatore avrà una settimana di tempo per sancire i vincitori dei premi come miglior esibizione e miglior attore protagonista.

Il cast maceratese porta in scena la commedia Il Diavolo con le zinne di Dario Fo, per la regia di Francesco Facciolli. Una rappresentazione che è entrata a far parte del novero delle produzioni del teatro dei Picari dal 2007 e ha fruttato alla compagnia i premi come miglior regia, migliore attrice con Scilla Sticchi e quello del gradimento del pubblico al festival di Pesaro. Mentre al festival di Gorizia sono arrivati i premi per la regia, la miglior attrice protagonista, l’allestimento, il gradimento del pubblico e il miglior attore non protagonista a Leonardo Gasparri.

Trama. “In questa commedia tratto della giustizia, delle trappole, della corruzione politica e sociale come male incarnato nella nostra tradizione, la chiave grottesca dello sghignazzo domina. Canti, balli e un linguaggio reinventato tra onomatopea e grammelot rimandano ad origini culturali diverse…Il lavoro va avanti in un crescendo di comicità, in una girandola di Cardinali corrotti, falsi testimoni, serve e diavoli in supposta.” Con queste parole, Dario Fo presenta la sua opera “Il Diavolo con le Zinne” e da queste parole il teatro dei Picari è partito per il suo allestimento. Il teatrino del potere – o meglio: dei “poteri” – è al centro della scena. La lotta utopica e romantica del giudice Tristano contro le ingiustizie e le corruzioni è come l’estremo e caparbio tentativo di un uomo coraggioso di non soccombere, di non dover subire passivamente l’abitudine al malaffare e all’inciucio. I burattini sulla scena ed i fantocci in platea sono un simbolo, una metafora della nostra condizione di pupazzi, di automi condizionati e manovrati da altri, condannati ad una vita di passività e immobilità. Sballottati tra un “potere” e l’altro siamo incapaci di agire e di reagire. Le scene, i costumi, le maschere: tutto contribuisce a rappresentare il caos vorticoso e la routine deformata in cui siamo costretti a vivere.




26 Luglio 2012 alle 21:21 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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