zingari segni

Riceviamo in redazione e pubblichiamo integralmente

San Benedetto del Tronto, 17/08/12

Gent.mo Direttore, le scrivo perché la disperazione e la paura mi spingono a farlo.

Lunedì 13 agosto abbiamo subito un furto in casa. Abitiamo nell’area collinare di Porto d’Ascoli, una zona ormai dimenticata da Dio ma soprattutto dagli uomini (Polizia e Carabinieri in particolar modo).

I ladri sono venuti in pieno giorno, alle 11.40 di mattina e, dopo aver ispezionato la mia casa dall’esterno, sono entrati spaccando una finestra. Grazie al mio sistema di allarme, si sono dati praticamente subito alla fuga, riuscendo a portare via solo un paio di oggetti.

Non è, però, il valore di quello che hanno portato via il problema.

Il problema è che dal 13 agosto la mia vita e quella dei miei familiari è diventata un inferno. Viviamo nella paura più totale, e soprattutto nell’assoluta certezza che nessuno ci stia proteggendo, né ora né fino ad ora. Mentre i ladri saranno sereni e tranquilli, nell’assoluta certezza della non pena.

Davanti alla mia abitazione, caro Direttore, non passa MAI una pattuglia di carabinieri, o della polizia, o dei vigili urbani. Le dico solo che, dopo la pioggia che c’è stata il 22 luglio, abbiamo dovuto pulire la strada da soli (i miei vicini e la mia famiglia), armati di secchi e scope, perché nessuno del Comune è passato a farlo.

Allora mi domando: esistono zone di serie A e zone di serie B in questa città? Le nostre tasse valgono meno di quelle pagate in altre aree? So bene che ci sono altre zone della città abbandonate, quindi mi chiedo: cosa sta succedendo a San Benedetto?

I politici che vivono nel mio quartiere, e quelli che ci vengono a trovare solo durante la campagna elettorale (opposizione – ??? mi perdoni, ma non so a chi mi riferisco quando parlo di opposizione a SBT- e maggioranza), dove vanno a finire quando non ci sono le elezioni?

E ancora, mi chiedo: dopo aver letto per settimane articoli, pagine di giornali intere sui soldi investiti in feste da organizzare, danze e notti bianche, non sarebbe adesso il caso di aiutare la cittadinanza ad avere una vita più tranquilla, senza la necessità di chiudersi in casa come in un bunker, investendo le poche risorse economiche pubbliche rimaste per la sicurezza e nella salute delle persone? E’ forse chiedere troppo voler rientrare in casa, dopo una giornata di lavoro, senza vivere col terrore che qualcuno possa entrare e farti del male all’interno della tua abitazione?

Mi chiedo che cosa possiamo aspettarci in futuro da uno Stato che non tutela, nemmeno in comuni piccoli come il nostro, il cittadino medio, che lavora onestamente cercando di rispettare le leggi. Così stando le cose, non mi stupirei si sviluppasse un nuovo far west, dove ognuno fosse costretto a farsi giustizia da solo. Mi chiedo, però: dobbiamo arrivare a tanto? Non si potrebbe essere in tempo per tornare indietro, e ridare fiducia ad una cittadinanza disillusa, stanca e spaventata?

Perché siamo tutti in pericolo, dal più piccolo al più grande, non è una questione di avere, è una questione di essere.

Siamo o non siamo cittadini italiani? Abbiamo o non abbiamo diritti, oltre che una mole, spesso eccessiva, di doveri?

Giro a lei questi interrogativi, e a tutti coloro che come me, non vogliono altro che giustizia, tutela, e la sicurezza di vivere nella propria piccola-grande città.

Una cittadina qualunque

(Non mi firmo perché vorrei che questo sfogo potesse rappresentare non solo qualcosa di personale, ma un grido di aiuto mio e delle persone che si trovano nella mia stessa condizione)

ndr: ma prima di inviare questa lettera aperta agli organi di informazione, avete provato ad inviarla o contattare gli organi istituzionali preposti che, per quello che ci risulta, sono impegnati con tutti i mezzi a loro disposizione per controllare questi problemi?

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