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Vecchi pescherecci in città, come sculture!

di | in: Editoriali

CUALTIERO

Non so voi, ma io non ci posso passare: decine di faticati se non gloriosi pescherecci, ancora in buono stato, demoliti, rottamati, ammazzati, frantumati, cancellati, perché il settore della pesca è in crisi e non si riprenderà. Nella più assordante indifferenza. Oggi è toccato al CUALTIERO S., ma ce ne sono stati già decine, e decine d’altri ancora ci saranno. L’elenco sta in Capitaneria. Dice: è la legge. Oookkey. “Quelli non devono più pescare”, va bene. “Bisogna risarcire gli armatori, gli equipaggi e i lavoratori”, va bene. “Ogni barca si spartisce, mediamente, pare, 500.000 euro” (mi tengo basso), va bene… A parte le furbate e qualche trucco, ma va bene, facciamo finta che va bene, se proprio non interessa a nessuno avviare qualche indagine a campione…


Quello che non mi va è la stupida e barbara distruzione di una“cosa”, di una “cosa” bella. Che ha avuto una storia non insignificante, che ha servito la collettività, che ha formato una cultura, che ha dato un senso all’esistenza locale, che ha creato un’immagine vivace, che ha procurato rispetto e ammirazione, che ha nobilitato la fatica (innalzandola talvolta al rango di poesia), che ha costruito ricchezza e disuguaglianze, che ha causato disperazioni, che ha incitato speranze e progetti, che ha sedimentato ricordi… E noi? ZAC – ZAC, tutto sotto ai caterpillar! Ma si può? Ma siamo scemi?

Lo so, che qualcuno aveva immaginato e proposto altre soluzioni, alcune meno cruente, o più vantaggiose, che sono state superficialmente scartate quando non addirittura derise. Così oggi propongo la mia. Tanto, al massimo, farà la fine delle altre.

 

Dico basta alla distruzione dei pescherecci. Sono vecchi e trasandati, ma “belli”: li vedo come sculture-monumento da conservare. Così preziosi ed inusuali che possono perfino nobilitare l’estetica di San Benedetto. Come e più delle opere d’arte moderna del centro pedonale.

Quando sta per scattare un’operazione-demolizione si faccia così: si dia l’indennizzo a chi lo deve avere, ma non si demolisca materialmente la barca. Coi soldi risparmiati si porti il peschereccio in un posto della città e lo si inchiodi alla strada o alla piazza. Resti lì per tutta la sua vita, come una (sproporzionata) scultura, come un (buffo)monumento. Da guardare a distanza, con accanto scritta la sua storia su una“carta d’identità”. E intorno panchine. Per pensare, forse, chi può… (i bambini farebbero oh…)

Io credo che in assenza di architettura, nell’orrore e squallore urbanistico in cui viviamo, alcuni pescherecci qua e là riuscirebbero a rendere non solo meno banale l’ambiente, ma addirittura attraente, divertente…


Immagino, quasi a caso, queste location:

 

Via Montebello o piazza Garibaldi (pensa quando piove…) 

Piazza Matteotti

Paese alto (vicino al Torrione)

Stazione (visibile dai treni) 

Casello autostradale

Vicino alla Palazzina Azzurra (nel letto dell’Albula, o in pineta al posto dei pini morti) 

Stadio Ballarin (lato nord, come “biglietto da visita”) 

Piazza San Filippo Neri (a bilanciare la raccapricciante estetica della chiesa)

Via Mentana (sul praticello massacrato) 

Sentina (coi pipistrelli, le ranocchie…)

……….


Pescherecci sull’asfalto, sul cemento, sull’erba, sui sassi, sulle buche. Qualcuno in collina, su Mont Bricicc, tra gli ulivi di Monte Renzo, ben visibili da lontano, come i tori neri di Spagna.


Non butteremmo più nel cassonetto la nostra piccola storia, e S.Benedetto acquisterebbe quasi gratuitamente personalità. Quella che le manca.


SBT, 7. 9. 2012                          PGC

 


Bellissima idea!!! Pescherecci a uso “reperto-monumento” anche di design navale, e/o a uso ristorazione, esclusivamente di pesce, s’intende. Plance, ventri o ponti a mo’ di contenitori di eventi, presentazioni, piccoli spettacoli…tutto di nicchia!

Ricordo che un anno, per “Mare Aperto” (1980?), si infilò uno scheletro di chiglia nella viuzza di San Giuseppe verso via Laberinto. C’erano anche le famose “linguette” scala 20/1 con le corde che correvano lungo il caseggiato. Che spettacolo e che impresa. Stettero lì per un paio di mesi tra la meraviglia della gente. Chissà se esiste qualche foto?

La fantasia corre, speriamo anche qualche decisione lungimirante e visionaria.

Francesco Del Zompo

demolizione



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19 Settembre 2012 alle 13:26 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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